Nicola Porro per “il Giornale”
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
È una di quelle operazioni che cambierebbero il volto della finanza italiana. E sulla quale i tempi si sono velocizzati. Seguite i puntini e tracciate la figura. Ad Unicredit, banca oggi senza fabbriche e risparmio gestito, è arrivato un nuovo manager: Andrea Orcel.
Banchiere tipicamente da affari, più che gestore di sportelli. Fondazioni azioniste e il socio irrequieto Del Vecchio, con il loro pacchetto del sette per cento, lo hanno scelto e sono di fatto il primo socio della banca.
andrea orcel di unicredit
Andiamo avanti. Mediobanca è di fatto sotto scalata, è inutile girarci intorno. Del Vecchio, con l'ultima zampata, è arrivato ad un passo del 20 per cento. E il costruttore più liquido d'Italia, Caltagirone, ha recentemente comprato una quota dell'1 per cento. Una fiche per vedere che cosa succede, ma anche un tentativo, fallito, di mediare tra il management di piazzetta Cuccia e Del vecchio.
Alberto Nagel Caltagirone
Terzo puntino, si fa per dire: le Generali. Il suo prima azionista è proprio Mediobanca con il 13 per cento. A cui però affiancare un terzetto di tutto rispetto: il solito Del Vecchio, Caltagirone e Benetton che insieme hanno circa il 15 per cento delle assicurazioni.
L'idea è di mettere a sistema questi tre storici marchi della finanza italiana. Nulla di inedito. Ma oggi molto più probabile. Mustier, il predecessore di Orcel, quando gli presentarono il progetto non ne volle sapere: anzi per evitare ogni tentazione vendette la sua quota in Mediobanca.
francesco gaetano caltagirone philippe donnet
Ma oggi le cose sono molto diverse. E Del Vecchio, presente sui tre tavoli, l'operazione vuole che si faccia. Sul modello della sua Luxottica. Vuole e desidera un campione nazionale nella finanza. Jp Morgan mesi fa ha detto che la cosa poteva avere un grande senso industriale. D’altronde il consumer finance e il private equity di Mediobanca si potrebbero integrare facilmente con piazza Cordusio. E sulle polizze Unicredit e Generali già stanno insieme nei mercati dell'est.
Del Vecchio e ferragni
Ma l'ipotesi di lavoro non è quella da guerra stellare. Cioè da fusione a tre, magari da fare questa estate. Piú semplice mettere insieme le due banche e blindare senza operazioni straordinarie le Generali. Rafforzarne l'azionariato di Unicredit. E a quel punto sindacare i pacchetto di Generali, tra la quota Mediobanca e il triplete, per arrivare ad un controllo di fatto di Trieste, ma sotto soglia Opa. Almeno in un primo momento.
pier carlo padoan dario scannapieco
Un potenziale ostacolo sul percorso potrebbe essere rappresentato dal governo. Ha messo in campo una serie importante di sgravi fiscali studiati proprio per imbellettare Mps. È a conoscenza dell'operazione, che però non contempla una soluzione al problema Mps, la bella avvelenata del Bosco.
Su questa partita inoltre il presidente di Unicredit, Padoan l'ex ministro eletto proprio a Siena, per il momento non toccherebbe palla. Questa è roba che studia Orcel da solo. Dopo l’assurda polemica sul suo stipendio, diciamo che non ha una grande fiducia nella lealtà delle strutture interne.
Erede Sergio
Tutto molto secretive, come un tempo gli anglosassoni definivano Mediobanca, anche se nella piccola city milanese tutti sanno che sulla struttura legale, ci sta lavorando lo studio Erede.