nanni delbecchi
Estratto dell’articolo di Nanni Delbecchi per il “Fatto quotidiano”
Probabilmente Alain Elkann si considera uno scrittore, e chi siamo noi per mettere in dubbio tale convinzione? Ma proprio perciò, letto su Repubblica il suo pezzo “Sul treno per Foggia con i giovani lanzichenecchi”, la memoria è corsa al rapporto intercorso tra gli scrittori e la stampa nel secolo scorso; alla loro capacità di provocare il potere, leggere la società, interpretare le generazioni. L’esempio obbligato è “la mutazione antropologica” di Pasolini, ma si potrebbero citare in proposito Moravia, Morante (la fulminante attualità della raccolta Pro e contro la bomba atomica), Ginzburg, Calvino (consiglio di lettura per il centenario: Calvino fa la conchiglia di Andrea Scarpa)...
ALAIN PROUST - MEME BY EMILIANO CARLI
[…] del celebre pezzo non colpisce tanto l’inconsapevole autoparodia dell’intellettuale radical-chic che legge La Recherche in francese, la compulsa con la stilografica e abbina lino blu, camicia bianca e borsa di cuoio, armocromista di se stesso. […] fa specie che non sia stato lui a incuriosirsi, a capire chi fossero quei ragazzi, a capire perché gli sembravano provenire da un altro pianeta.
Invece, l’unico interrogativo riguarda Caserta: “Non credevo che per andare a Foggia si dovesse passare da Caserta”. Ma pensa te. Una volta chiesero a Elsa Morante una definizione di scrittore: “Un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, meno la letteratura”. Ne deduciamo che Le Elkann la pensi esattamente al contrario, e dunque anche lui e il suo giornale siano il frutto di una mutazione, di questi tristi tempi lanzichenecchi.
ALAIN ELKANN E ROMINA POWER - FOTO MARCELLINO RADOGNA ALAIN ELKANN E LUCIA ANNUNZIATA - FOTO MARCELLINO RADOGNA