Fabrizio Dragosei per il “Corriere della sera”
oleg sokolov
Tutto è avvenuto in quelle vie dove il protagonista di Delitto e Castigo di Dostoevskij, Rodiòn Raskolnikov si aggirava delirante dopo aver ucciso la vecchia usuraia. Il professore, con gli occhi altrettanto allucinati e lo zaino con dentro pezzi del corpo della sua amante assassinata, è stato ripescato nella Moika, il piccolo fiume di San Pietroburgo lungo il quale abitava Pushkin. Il centro della vecchia capitale russa si rivela ancora una volta teatro dei delitti più atroci e spesso inspiegabili. A rendere il tutto ancora più inquietante, nella ricerca delle altre parti della studentessa fatta a pezzi dall' illustre cattedratico, i sommozzatori hanno rinvenuto uno scheletro umano.
Un altro mistero pietroburghese, con ogni probabilità.
Il 63enne Oleg Sokolov è, o meglio, era uno stimato insegnante di storia all' Università statale di San Pietroburgo, la stessa dove a suo tempo studiò Vladimir Putin (e il suo portavoce si è affrettato a definire la vicenda «un mostruoso atto di pazzia»). Grande esperto di Napoleone, che spesso e volentieri interpreta nelle ricostruzioni storiche che vengono periodicamente organizzate in Russia e in Francia. Sokolov, che parla bene francese, è stato perfino insignito della Légion d' Honneur.
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Sabato è stato visto da un tassista mentre annaspava nelle gelide acque della Moika, un ramo della Neva, il grande fiume che attraversa la città baltica. Due poliziotti lo hanno ripescato e, visto lo stato di grande eccitazione e confusione, hanno aperto il suo zaino, nel quale hanno trovato due braccia di donna.
Che era successo? Secondo il racconto fatto ai giudici dallo stesso professore, c' era stato un litigio tra lui e la ventiquattrenne Anastasia Eshchenko, una sua studentessa con la quale aveva una storia da cinque anni e che viveva con lui.
Urla, forse accuse, poi lui aveva impugnato un fucile a canne mozze e aveva sparato cinque colpi alla ragazza, uccidendola. Quindi, forse ubriaco e certamente in stato di alterazione, aveva fatto a pezzi il corpo, lasciandolo in una stanza dell' appartamento.
Nelle ore successive Sokolov aveva perfino ricevuto delle persone nell' appartamento, senza che queste sospettassero alcunché. Più tardi aveva deciso di gettare tutto nel vicino fiume, qualche pezzo alla volta.
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Ma nel liberarsi degli arti contenuti nello zaino, era caduto a sua volta nell' acqua. Alcuni resti della povera vittima sono stati ripescati molto più a valle, altri erano ancora a casa del professore. Non è escluso che una parte sia invece già finita nel golfo di Finlandia.
Sokolov ha detto di aver perso la testa e di essere profondamente pentito per quanto ha fatto (anche se il suo avvocato ha accennato a un' ipotesi di legittima difesa, con la ragazza che aveva impugnato un coltello). Secondo il sito di notizie online Russia 47 news , Sokolov aveva in mente di indossare gli abiti storici di Napoleone e di andare a suicidarsi nella fortezza di Pietro e Paolo, una specie di Bastiglia dove sono stati imprigionati negli anni molti personaggi famosi, dallo stesso Dostoevskij a Bakunin.
In attesa del processo, già ieri il professore ha perso la sua cattedra all' università ed è stato cancellato dalla lista dei membri della Società storico-militare russa. Ma per Anastasia Eshchenko è troppo tardi.
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