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Caro Cazzullo, giustamente lei scrive che non possiamo accettare che finisca in macerie un simbolo di Milano, della socialità, del costume dei milanesi.
Frutto di una stratificazione di interventi - i tre anelli inglobati tra loro, che hanno conservato il passato, migliorato il presente e guardato al futuro -, San Siro è un esempio di architettura moderna, che dev' essere tutelato come è stato fatto per altri stadi in Italia.
Per di più, con la distruzione di uno storico bene pubblico, fondi esteri (di proprietà incerta) vogliono realizzare un'operazione immobiliare extra calcistica su aree interamente pubbliche. Inoltre gli eventuali lavori di demolizione (solo per il Meazza 180.000 mc di macerie) provocheranno elevate emissioni di CO2: 351.184 viaggi di camion con una media giornaliera di «300/400 viaggi nelle fasi di scavo e demolizione» e di «150/250 viaggi durante la nuova costruzione» fino al 2030.
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Il professor Paolo Pileri (Politecnico di Milano) stima che l'abbattimento del Meazza e l'attività di costruzione (uffici, centro commerciale, centro congressi e nuovo stadio meno capiente) produrranno emissioni nocive pari a quelle che erano state faticosamente ridotte a Milano negli ultimi 15 anni. Insomma, la difesa di San Siro è la difesa della nostra città. «Una città senza memoria urbana è una città priva di personalità. Senza memoria urbana non c'è memoria storica. Senza memoria storica non c'è cultura».
Luigi Corbani - Comitato Sì Meazza
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