GIACOMO BOZZOLI, COME VOLEVA SFUGGIRE ALLA CATTURA. IN CELLA SOTTO SHOCK: SORVEGLIATO A VISTA –
Estratto dell’articolo di Gianluca Brambilla per www.open.online
i soldi che aveva con se giacomo bozzoli
La scorsa notte, quella tra giovedì 11 e venerdì 12 luglio, è stata la prima trascorsa in carcere per Giacomo Bozzoli, l’imprenditore condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio e arrestato dopo dieci giorni di latitanza. Nell’istituto penitenziario di Cantù Mombello, il 39enne è stato collocato in una cella sorvegliata a vista e non, come avviene solitamente, nello spazio dedicato ai nuovi arrivati.
Una scelta tutt’altro che casuale, presa dopo l’immatricolazione e la visita medica. Bozzoli è stato descritto come «sotto shock» e la scelta di predisporre un agente per tutta la notte sarebbe stata dettata dal pericolo che il 39enne potesse compiere atti autolesionistici.
il letto a cui in cui si nascondeva giacomo bozzoli
La latitanza e il blitz
Dopo l’arresto, Bozzoli avrebbe raccontato di voler scrivere una lettera agli avvocati, alla famiglia e ai magistrati per professarsi ancora una volta innocente in merito all’omicidio dello zio Mario. La svolta nelle indagini è arrivata nella mattinata di ieri, giovedì 11 luglio, quando alle 5:30 della mattina Bozzoli è stato intercettato e la Procura ha disposto un blitz in tutte le abitazioni della famiglia in provincia di Brescia.
arresto di giacomo bozzoli
[...] l’imprenditore è stato trovato dai carabinieri nel cassone di un letto matrimoniale nella villa di Soiano del lago. I militari hanno condiviso un breve video dell’operazione in cui si vede il luogo esatto dove Bozzoli si era nascosto. Oggi non si è svolto l’interrogatorio con il magistrato. Gli inquirenti potrebbero sentirlo nei prossimi giorni per capire cosa abbia fatto nella sua latitanza di quasi due settimane.
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>>>ANSA/BOZZOLI SOTTO CHOC, TRASFERITO AL CARCERE DI BOLLATE
(di Andrea Cittadini) (ANSA) - Un carcere incompatibile con il suo stato attuale di prostrazione. Per questo nel tardo pomeriggio Giacomo Bozzoli è stato trasferito dal carcere bresciano di Canton Mombello a quello milanese di Bollate. In quel penitenziario nel quale lui aveva annunciato di volersi costituire nelle 48 ore successive alla condanna definitiva all'ergastolo del primo luglio.
Una promessa risultata poi un depistaggio. Bozzoli arriva a Bollate dunque con una settimana di ritardo e dopo una notte trascorsa da sorvegliato a vista a Canton Mombello, il carcere più sovraffollato d'Italia. Era sotto choc e la scelta della Sorveglianza a vista - con un agente fisso che lo ha controllato tutta notte - sarebbe stata dettata per il pericolo che potesse compiere atti autolesionistici per lo sconforto che ha espresso al suo ingresso nel carcere bresciano.
Quando dal cassone di un letto matrimoniale, in cui lo hanno trovato nascosto i carabinieri nella sua casa di Soiano (Brescia), è passato ad una cella singola. Con il passare delle ore intanto si chiarisce come sia arrivata la svolta nella caccia all'uomo. Alle 5.30 di giovedì infatti uno dei sistemi di captazione installato dagli inquirenti ha rilevato un segnale che ha fatto capire che il fuggitivo era in provincia di Brescia, arrivato con un'auto a noleggio.
A quel punto i militari hanno messo sotto sorveglianza tutte le proprietà della famiglia: le case di Brescia, Soiano del Lago e Marcheno ma anche le diverse fabbriche. Così come è stata ulteriormente rafforzata la sorveglianza sui familiari. Nel primo pomeriggio poi è arrivato l'indizio decisivo. Una delle telecamere della casa di Soiano del Lago, quella in cui Giacomo Bozzoli viveva con la compagna e il figlio fino a prima della latitanza, ha rimandato un segnale anomalo che è stato interpretato come la conferma che il latitante si trovasse all'interno. I carabinieri hanno fatto irruzione ed è scattata l'approfondita perquisizione che ha portato ad individuare il fuggiasco nel cassone del letto matrimoniale.
Da capire se i 50mila euro che aveva in un borsello fosse il denaro rimasto dalla fuga tra Francia e Spagna o fosse invece il nuovo carico per un secondo viaggio. Bozzoli si stava organizzando per rivedere il figlio di nove anni che aveva salutato, con la compagna, il primo luglio a Marbella. "Ma tra lui e la donna in questi giorni non ci sono stati contatti", assicurano gli inquirenti. In questo caso che si trascina oramai da nove anni non manca poi un nuovo colpo di scena.
Bozzoli, proclamandosi innocente, ha infatti detto di avere un testimone austriaco che lo scagionerebbe dall'accusa di aver ucciso lo zio Mario gettandolo nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno l'8ottobre 2015. Lo ha riferito al procuratore capo Francesco Prete, annunciando anche di avergli inviato una lettera - in copia anche al procuratore generale Guido Rispoli e al presidente della prima sezione penale Roberto Spanò, il primo giudice che lo ha condannato - che però nessuno ha ancora ricevuto.
Bozzoli ha anche chiesto del figlio informandosi sulle procedure per incontrarlo subito. Nel frattempo il 39enne bresciano la prossima settimana sarà interrogato nel carcere di Bollate nell'ambito dell'inchiesta aperta contro ignoti per procurata inosservanza della pena. Non è escluso che venga sentito come testimone e quindi senza la presenza dei suoi legali. Dovrà chiarire gli aspetti ancora poco chiari della sua latitanza. Conclusa nel cassone di un letto matrimoniale nella sua villa sul lago di Garda. (ANSA).
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IL MASERATI DI GIACOMO BOZZOLI
giacomo bozzoli GIACOMO BOZZOLI IN UN ALBERGO DI MARBELLA CON IL FIGLIO E LA COMPAGNA la villa di giacomo bozzoli a soiano del garda arresto di giacomo bozzoli arresto di giacomo bozzoli