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    DERBY SPETTACOLO: E’ UN CAMPIONATO BELLISSIMO – SCONCERTI: "IL MILAN DEI GIOVANI DIVENTA L’INSEGUITORE PIÙ VICINO AL NAPOLI. L’INTER SI È COMPLICATA LA VITA, DI GRANDE C’È UN SOLO GIOCATORE: BARELLA - SI PARLA DELLA JUVE SENZA RONALDO, MA LA JUVE HA SEGNATO GLI STESSI GOL NEGLI ULTIMI TRE ANNI, MENTRE STA SUBENDO IL DOPPIO. NON È RONALDO CHE MANCA. LA ROMA HA FATTO UNA GRANDE PARTITA AL SUO PRIMO CONFRONTO DIRETTO, MA LA DIFESA…"


     
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    Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"

     

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    Le prime tre sono le uniche a non aver mai perso. Questo dice che il campionato si sta decidendo negli scontri diretti, le altre partite sono di contorno, imperdibili. Se succede, è la fine. Questo ha tecnicamente eliminato dalla prima parte della corsa non solo la Juve, ma anche Atalanta e Roma. Il campionato ridotto a quelle squadre è molto bello. Inter-Atalanta è stata una partita antica, di un erotismo tecnico senza censure, ma anche di puro narcisismo. Non si fa battere il rigore a un debuttante. Né si cambia tutto l'attacco mentre si sta gestendo la partita (Gasperini). La risposta del derby romano ha approfondito l'argomento.

     

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    Lazio-Roma è stata una grande partita, come e più di Inter-Atalanta. Se lo spettacolo diventa un'abitudine forse vuol dire qualcosa. In entrambe le partite c'è stato equilibrio e intensità, un gioco lontano dalle nostre abitudini. Parlo di corsa, di ricerca continua di andare oltre l'avversario. Questo non è nostro, è qualcosa che arriva dal calcio degli altri, da una cultura che sta diventando internazionale anche a livello d'imprenditoria del calcio. Si può non vincere, ma si gioca per vincere. Per cento anni abbiamo seguito la media inglese, vincere in casa e pareggiare in trasferta. Oggi sono due punti persi in partenza.

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    Gli scontri diretti vanno vinti perché sono gli unici che fanno differenza. Contro le altre quindici squadre si vince di default, anche soffrendo come il Milan a La Spezia o la Juve con la Samp. È nella partita tra favoriti che si fanno le differenze. È un calcio in questo lineare, ma confuso nel resto. L'Inter per esempio, ottimo prototipo di grande squadra, ha segnato tanto da avere una proiezione a fine campionato di 126 gol, un'enormità. Ma prende sempre gol, qui la proiezione è oltre i 44. Cifre poco possibili. Si parla della Juve senza Ronaldo, ma la Juve ha segnato gli stessi gol negli ultimi tre anni, mentre sta subendo il doppio. Non è Ronaldo che manca.

     

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    La Roma ha fatto una grande partita al suo primo confronto diretto, ma se tiro le somme scopro che ha una difesa adatta a subire 50 gol. Dove può arrivare allora? Ci sono, è vero, possibilità di fuga comuni: le statistiche di un secolo stanno saltando. Non si è mai segnato tanto quindi non si è mai subito tanto. È un calcio diverso, ha ritrovato il pubblico, ha il morso del debito, la pandemia gli ha insegnato a giocare in trasferta. Le partite sono spettacolari, Empoli e Bologna fanno sei gol in 90 minuti, non so dove potremo arrivare. Ma so che è soltanto l'inizio. Nessun dorma.

     

     

    INTER MILAN

     

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    Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

     

    Manca una visione d’insieme del campionato eternamente interrotto, si pensa con la fretta della partita, ma di cose ne stanno succedendo. L’Inter perde punti al primo scontro diretto, il Milan è avanti perché ha vinto il suo, settimane fa, contro la Lazio.

     

    L’unica indicazione certa della stagione è che nessuno è formidabile. Personalmente vedevo meglio l’Inter (QUI i pronostici), ma ha passato momenti ingenui contro l’Atalanta per complicazioni personali, non per superiorità dell’avversario. Non discuto la bellezza della partita, che è stata avvincente e antica, quasi un incontro di pugilato fra campioni a guardia bassa, discuto la vulnerabilità di entrambi. Poteva finire 5-5, questo vuol dire un errore del calcio. Che infatti c’è stato.

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    Gasperini ha rovesciato l’Atalanta mettendo fuori a mezzora dalla fine l’intero suo attacco, Zapata, Malinovskyi, Pessina. Inzaghi, in forte difficoltà, ha indovinato il modo di ribaltare la partita con i suoi cambi. Ma questo non significa superiorità, solo bravura del tecnico in un momento. Le partite diventano bellissime quando gli errori rendono alterno il risultato.

     

    Di veramente grande ho visto un giocatore, Barella, di dimensioni ormai non definibili, più le due punte, Dzeko e Lautaro, calcio offensivo da manuale nell’impostazione degli arti e nella precisione. L’Inter è mancata nella lunghezza del gioco, l’Atalanta aveva sempre un uomo in più, Toloi, che permetteva di liberare chiunque ai margini dell’area interista. Gasperini avrebbe meritato di perdere per i cambi che ha fatto nel suo momento migliore.

     

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    L’Inter poteva far tirare il rigore a uno dei suoi tanti giocatori con più esperienza, per esempio Dzeko. Le partite bellissime sono sempre piene di errori. E contentano tutti perché tutti hanno spaventato. Ma raramente soddisfano la classifica. Infatti va più avanti il Milan in fondo a una gara di piccola sintassi, resa storica dal primo gol di un nuovo Maldini, ma fragile nel primo tempo e spesso equilibrata. Il Milan dei giovani l’ha vinta trasformandosi forse nell’inseguitore più vicino del Napoli. Questo è tutto il senso della gara, senza altre domande. Non è l’anno per cercare il senso della vita. Accontentiamoci di vincere.

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