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WURSTEL MIT CRAC – PRONTI, VIA: “DEUTSCHE BANK” AVVIA UN’AMPIA (EUFEMISMO) RISTRUTTURAZIONE DELLE SUE ATTIVITÀ DI TRADING NEGLI USA. SECONDO IL “FINANCIAL TIMES” L’ISTITUTO TEDESCO HA INTENZIONE DI CREARE UNA BAD BANK DA RIEMPIRE CON 50 MILIARDI DI DOLLARI DI ATTIVITÀ “RISCHIOSE”, CIOÈ DERIVATI – DOPO AVER PER ANNI GIOCATO A FARE LA BANCA DI INVESTIMENTO, RIEMPIENDOSI DI TITOLI TOSSICI, L’OBIETTIVO È TORNARE AL RETAIL E ALLA GESTIONE PATRIMONIALE…
Christian Sewing Deutsche Bank
1 – Deutsche Bank si prepara al piano B Vuole eliminare 50 miliardi di derivati
R.E. per “la Stampa”
Liberarsi della zavorra: è questo il leitmotiv di Deutsche Bank dopo che è saltata l' ipotesi di fusione con l' altro gigante del credito, la Commerzbank. Ed è in questa direzione, nel solco di una grande ristrutturazione delle sue attività, che l' istituto di credito di Francoforte si sta muovendo con la creazione di una bad bank per un valore di circa 50 miliardi di euro.
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Lo ha rivelato un insider al Financial Times e l' istituto di Francoforte non commenta ma nemmeno smentisce: «Nella riunione generale di maggio abbiamo annunciato che avremmo preso misure aggiuntive per velocizzare la nostra trasformazione e per aumentare la nostra redditività», ha detto un portavoce dell' istituto di credito. La bad bank dovrebbe trattare in primo luogo derivati a lungo termine, riferisce la stampa tedesca.
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L' istituto di Francoforte aveva calcolato di avere in pancia a fine marzo derivati per un valore di 331 miliardi, pari al 14% del bilancio dell' istituto. Fuori dall' Europa l' istituto finanziario dovrebbe ridurre o addirittura chiudere completamente le sue attività di trading, riferisce la fonte. La decisione finale, in ogni caso, dovrebbe essere comunicata durante la riunione semestrale di fine luglio dal Ceo Christian Sewing e i dettagli saranno resi noti solo allora.
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La dismissione o la vendita di 50 miliardi di euro di derivati dovrebbe minimizzare i rischi per l' istituto, il cui titolo continua a soffrire in borsa ormai da mesi. Secondo un' analista di JPMorgan citato da Spiegel, Kian Abouhossein, la misura tuttavia non avrebbe un grande effetto e non eliminerebbe tutti i rischi, ma al contrario produrrebbe un effetto minimo sul rendimento del capitale proprio. Del resto non è la prima volta che Deustche tenta un' operazione di questo tipo.
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L' ultima volta è stato a fine 2016, quando la banca ha creato una bad bank (la Ncou) di titoli ad alto rischio per un volume di 128 miliardi, il 90% dei quali sono stati eliminati. Ora la stampa si attende prima della fine di luglio nuovi passi, primo tra tutti ulteriori tagli nell' investment banking.
2 – Deutsche, in arrivo la bad bank
Luca Gualtieri per “MF”
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Potrebbe arrivare fino a 50 miliardi il perimetro della bad bank che i vertici di Deutsche Bank stanno progettando per provare a ripulire il bilancio del gruppo. Secondo quanto riferito ieri dal Financial Times, starebbe progressivamente prendendo forma il progetto che prevede il trasferimento degli asset non core dell' investment banking (soprattutto derivati a lunga scadenza) in un veicolo per un valore nominale fino a 50 miliardi di euro.
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Un' operazione che consentirebbe a Deutsche Bank di ridimensionare l' attività di trading al di fuori dall' Europa e di fare un deleveraging significativo dei titoli illiquidi in portafoglio, che oggi si attestano a 500 miliardi di euro (476 miliardi di livello 2 e 24 miliardi di livello 3). Non sono tutte posizioni a rischio ma basterebbe una svalutazione limitata di questo ammontare per creare significativi problemi patrimoniali.
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Proprio la complessità contabile e regolamentare dell' operazione ne rendono ancora incerto l' esito, anche se l' intenzione della banca sarebbe quella di annunciare una decisione entro la fine di luglio. In ogni caso il perimetro non è ancora stato definito: l' entità delle attività finanziarie non core su cui intervenire «continua ad oscillare», spiegano fonti finanziarie secondo cui si tratterebbe di asset per almeno 30 miliardi di dollari, o ancora più probabilmente per 40-50 miliardi di dollari, pari al 14% del bilancio di Deutsche. «I tagli devono essere radicali», spiega una fonte di spicco della banca. «Ha senso per noi avere questi beni congelati a lungo termine, in un' unità non core».
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In termini industriali l' obiettivo dell' amministratore delegato Christian Sewing sarebbe spostare il cuore delle attività dall' investment banking al retail e alla gestione patrimoniale. Va da sé comunque che la pulizia potrebbe accelerare il processo di aggregazione a cui Deutsche Bank sembra destinata. Nessun istituto europeo oggi è disposto a condividere il rischio potenziale del bilancio del gruppo tedesco, ma la separazione degli asset più problematici potrebbe favorire un processo di consolidamento.
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Secondo fonti finanziarie, sarebbero state proprio le perplessità sulla qualità degli attivi uno dei fattori che a maggio ha determinato la rottura delle trattative con il vertice di Commerzbank. Da allora l' istituto di Francoforte ha sondato altre possibili ipotesi, a partire da un' aggregazione con l' olandese Ing, ma sembra che il piano per dare vita a un campione nazionale tedesco non sia stato messo da parte.
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Al contrario potrebbe tornare di attualità non appena Deutsche avrà ridotto l' attivo con l' operazione allo studio in questi. Di certo i rumors sulla ristrutturazione sono piaciuti al mercato, visto che ieri il titolo Deutsche Bank ha guadagnato l' 1.4%.
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