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    “DEVE ASPETTARE SEI MESI PER LA RADIOTERAPIA” – LA FOLLE LETTERA RICEVUTA DA UN 51ENNE MALATO DI TUMORE IN SARDEGNA, CHE VIENE INVITATO A CAMBIARE REGIONE PER CURARSI: “A CAUSA DELLA LISTA D’ATTESA NON È POSSIBILE RISPETTARE UNA TEMPISTICA ONCOLOGICA CORRETTA” - L’ASSESSORE REGIONALE DELLA SANITÀ, CARLO DORIA, SOSTIENE CHE IL MESSAGGIO SIA UN FALSO O “VECCHIO DI ANNI”, MA IL PAZIENTE RIBATTE: “LA COMUNICAZIONE MI È ARRIVATA DALLA ASL…”


     
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    Estratto dell'articolo di Elisa Campisi per www.corriere.it

     

    la lettera del malato oncologico di nuoro ricevuta dall asl la lettera del malato oncologico di nuoro ricevuta dall asl

    «L’angoscia di dovermi curare l’ho superata. L’idea di farlo lontano dalla mia famiglia è troppo», Gian Michele Angheleddu strozza il pianto. Ha 51 anni, è sardo e da poco ha scoperto di avere un cancro che richiede la radioterapia. Come autotrasportatore è abituato a viaggiare, ma non avrebbe mai immaginato di dover stare lontano dalla moglie e dai tre figli piccoli proprio adesso che si sente così vulnerabile. Eppure, è ciò che gli è stato suggerito nero su bianco il 28 agosto da un ospedale della sua provincia, il San Francesco di Nuoro.

     

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    «A causa della lista d’attesa — è scritto — non è possibile rispettare una tempistica oncologica corretta (come suggerito dal rapporto “Istisan” 02/2. Istisan , ovvero dell’Istituto Superiore di Sanità, ndr)». Deve aspettare circa 6 mesi solo per poter iniziare la radioterapia, «pertanto si invita il paziente a recarsi in altro centro fuori regione».

     

    L’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, sostiene che il messaggio sia un falso o «vecchio di anni». Ma Angheleddu al Corriere ribatte: «Quel documento me l’ha mandato l’Asl ed è noto che i tempi sono lunghi anche per chi è più grave di me».

     

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    Entro l’anno le nuove attrezzature dovrebbero permettere una riduzione dei tempi, ma il problema di Nuoro è la mancanza di personale, sufficiente per far funzionare solo uno dei due apparecchi disponibili. Tutti i bandi vanno a vuoto: «Abbiamo introdotto la paga di 60 euro all’ora più il rimborso spese per chi va a lavorare nelle aree problematiche. Presto arriverà pure un bonus da mille euro al mese, ma è difficile trovare dei tecnici».

     

    malata tumore malata tumore

    «La colpa — dice — potrebbe essere degli stipendi bassi, dei numeri chiusi nelle facoltà o del fatto che alcune professioni sanitarie diventano meno attrattive». Per Angheleddu, Cugusi e tanti altri, però, ciò che conta è solo che la Regione si muova prima che sia troppo tardi.

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