1 - DI BATTISTA: IO E LUIGI MOLTO DIVERSI I PALETTI PER TORNARE IN PRIMA LINEA
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
di battista di maio
Alessandro Di Battista mette i suoi paletti. Lo fa con un lungo post per prendere posizione su Movimento, governo e incarichi personali. E torna a insistere sulla revoca delle concessioni autostradali ai Benetton, una mossa che - secondo chi ha avuto modo di parlargli - se concretizzata potrebbe spingerlo a tornare in prima linea nella vita politica dei Cinque Stelle.
«Potevo "pretendere" qualcosa dal Movimento che avevo contribuito a portare al governo ma non l' ho fatto. Ho preferito mantenere una totale libertà elogiando il Movimento quando lo meritava, criticandolo ove necessario e pungolandolo quando ritenevo opportuno», scrive l'ex deputato precisando di essere in viaggio in Iran, vicino al confine con il Pakistan.
ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO
E puntualizza la sua natura di «volontario» come referente per Rousseau (un incarico confermato nelle ultime ore e che ha dato vita a molte interpretazioni): «Sono due anni che faccio da volontario (attivista) dando una mano a Rousseau. Ricordate che ho sponsorizzato le campagne sugli alberi o sul riciclo di giocattoli? Ecco da volontario - quindi gratis - continuerò a farlo. Tutto qui. Eppure per qualcuno mi sarei venduto per un incarico».
Di Battista sottolinea che ha preferito mantenersi con le mani libere in modo da potere dire la sua. «Salvini mi considerava un suo nemico, ricordate? Ho sempre espresso i miei pensieri anche quando il Movimento governava con la Lega». E ancora: «Le mie critiche al Pd sono state lette come una mia folgorazione leghista». Punti di vista, divergenze e libertà di «pungolare» anche Luigi Di Maio. «Io e Luigi siamo molto diversi. Non sempre siamo andati d' accordo - scrive - ma gli voglio bene, lo stimo e gli sono grato per una serie di successi raggiunti».
DI BATTISTA DI MAIO
Più volte, però, nel discorso compare la questione della revoca delle concessioni autostradali ai Benetton. Un punto centrale per Di Battista che potrebbe avere delle ripercussioni anche sulle sue scelte. Insomma, nel caso il Movimento riuscisse a strappare la revoca delle concessioni autostradali, sarebbe pronto a tornare in campo da protagonista. La «revoca è ciò che politicamente mi interessa di più dal giorno del crollo del Ponte Morandi. Leggo che forse la revoca ci sarà. Magari avvenisse!», scrive l' ex deputato che, secondo i ben informati, dovrebbe tornare in Italia in tempo per prendere parte agli Stati generali del Movimento a marzo.
di maio di battista
E ancora: «Luigi dal crollo del Ponte Morandi non fa altro che pensare a dare giustizia a quei morti. Ne avremo parlato 1.000 volte. Ebbene, se le concessioni verranno tolte ai Benetton il Movimento farà qualcosa di grande». E chiude con una stoccata: «Pensate che sulla visione di Stato, sulle privatizzazioni, sulla distruzione dello Stato sociale a vantaggio dei privati Renzi, Salvini e Bonino siano così diversi?».
2 - M5S NASCE LA CORRENTE ANTI LUIGI ALTRI QUATTRO SENATORI VERSO LA LEGA
Mario Ajello per “il Messaggero”
Nuove espulsioni in vista per i soldi non dati alla Casaleggio e per quelli non versati sul conto intestato a Di Maio e ad altri big. Una corrente che è nata. Una scissione, quella di chi seguirà l'ex ministro Fioramonti, che si prepara. E che - secondo i rumors a Montecitorio - avrà a breve due adesioni provenienti dal gruppo M5S della Camera: i deputati Francesco Galizia e Andrea Vallascas. Loro e altri ex grillini ora al Gruppo Misto - si fanno i nomi di Gloria Vizzini, Sara Cunial, Veronica Giannone, Andrea Cecconi, più il radicale Alessandro Fusacchia e altri innesti - formeranno Eco.
lorenzo fioramonti
E pur dicendosi a favore del governo la squadra Fioramonti farà ballare da sinistra Conte. Ma a preoccupare di più è un nuovo passaggio o forse due, al Senato, da M5S alla Lega, togliendo altri voti alla maggioranza rosso-gialla già in bilico, che riguarda anzitutto la senatrice laziale - eletta a Latina - Marinella Pacifico.
«Noi la aspettiamo, se arriva davvero eccoci qui»: dicono alla Lega. Da dove si fa trapelare, e la cosa sta eccitando diversi possibili transfughi grillini, che una ricandidatura sicura verrebbe data a chi - già eletto nelle circoscrizioni meridionali - sarebbe disposto a passare da M5S al Carroccio. Lo sfaldamento stellato sembra essere la vera carta nelle mani leghiste, perché ai piani alti del partito si fa strada il dubbio forte che, anche in caso di sconfitta del centrosinistra in Emilia Romagna, la legislatura prosegua. Quindi? Togliere ai rosso-gialli truppe in Senato sarebbe l'unica mossa per buttare giù tutto.
luigi di maio lorenzo fioramonti 1
LE GOCCE
Voci dicono che il senatore meridionale Di Marzio, più che un grillino sembra con il suo doppietto un moderatissimo rotariano, era sul punto di fare il salto sul Carroccio ma poi s'è fermato Pur restando dubbioso e pensoso. Veste come un comandante di nave, bottoni dorati su giacca blu, e chissà se sarà tra i prossimi a mollare gli ormeggi. Senatori leghisti parlano anche di una grande speranza: «Ricordate la senatrice Drago, quella che venne al congresso mondiale della famiglia a Verona? Pare che stia facendo un pensierino...».
nicola morra foto di bacco (1)
Ma a che in questo caso, chissà. Come dicono alcuni dei tre grillini già passati nel partito di Salvini (Urraro, Grassi e Lucidi): «I passaggi si sanno solo all'ultimo momento, le cose in questi casi si fanno con molta discrezione». Sennò arriva la telefonata di Di Maio per bloccare tutto? No, Di Maio ormai è in modalità «meglio di meno ma più compatti».
Il senatore Michele Giarrusso, tra i 5 stelle, c'è chi lo vede tentato dal salto: «Ma vediamo come voterà in Giunta sulla richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini».
Goccia dopo goccia - cinque i deputati in bilico - l'emorragia M5S è destinata a continuare. E il risultato in Emilia e Romagna e in Calabria, se disastroso come si prevede per M5S, aiuterebbe il liberi tutti. La situazione è paradossale nel caso di Gianluigi Paragone: «Voglio rientrare in M5S, e vincerò la causa contro Di Maio».
MARIO MICHELE GIARRUSSO
Ed è paradossale anche nel caso di Nicola Morra: il presidente calabrese della commissione Anti-Mafia scarica il candidato governatore della sua regione, Aiello, perché s'è scoperto che aveva un parente, ora morto, mafioso (e «non ci aveva avvertito»). E la corrente che è partita ieri? La storia è questa. I tre firmatari della lettera anti-Di Maio e anti-Casaleggio al Senato - Di Nicola, Dessì e Crucioli - hanno organizzato una riunione carbonara a Palazzo Valdina, con una decina di altri parlamentari, e con questo obiettivo: organizzarsi in vista degli Stati Generali M5S di marzo e detronizzare in quella sede, con l'aiuto della stragrande maggioranza dei colleghi che non ne possono più di Luigi, il capo politico. Il quale fa spallucce: «Sono abituato a queste cose. Si tratta soltanto di qualche parlamentare in cerca di visibilità».
LUIGI GALLO M5S
In effetti solo una decina di presenti - Coltorti, Belardini, Auddino, Siragusa, Costanzo e altri - alla riunione di ieri sera. Scriveranno un documento i ribelli e lo useranno come clava contro il leader. Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura, vicino a Fico, si sta ritagliando il ruolo di capo della minoranza che aspira a diventare maggioranza e assicura: «Alla fine saremo in tanti e se ne vedranno delle belle». Per ora, si va a cena.