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    “NON SI PRENDE PER IL CULO LO STATO ITALIANO” – LUIGI DI MAIO FA IL DURO CON I VERTICI DI WHIRPOOL, DURANTE L’INCONTRO AL TAVOLO PER LA CRISI DELLO STABILIMENTO DI NAPOLI: “DAL 2014 A OGGI LA SOCIETÀ HA RICEVUTO 27 MILIONI DI EURO DI FONDI PUBBLICI. DOVETE RISPETTARE ISTITUZIONI E LAVORATORI” – LA CHIUSURA DELL’IMPIANTO MANDEREBBE A CASA ALMENO 430 LAVORATORI. NEL 2018 LA MULTINAZIONALE AVEVA PROMESSO CHE...


     
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    Da www.lastampa.it

     

    luigi di maio incontra i vertici whirpool 1 luigi di maio incontra i vertici whirpool 1

    Dal 2014 ad oggi la Whirlpool ha ricevuto 27 milioni di euro di fondi pubblici. Così, secondo quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro, il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha cominciato la discussione al tavolo di crisi appena aperto al Mise sul futuro dello stabilimento di Napoli. per poi aggiungere: «Non si prende per il culo lo Stato italiano. Non con me, non con questo governo». Chi sta ricostruendo quando avviene negli uffici del ministero, parla di un Di Maio molto duro: «Lo Stato si farà rispettare. Si sono firmati accordi ben precisi, state creando un precedente gravissimo», poi: «Dovete rispettare istituzioni e lavoratori. Io sono e sempre sarò al loro fianco. Siamo disposti a impegnarci ancora di più con l’azienda per trovare una soluzione».

    luigi di maio incontra i vertici whirpool luigi di maio incontra i vertici whirpool

     

    Tiene la porta aperta l’amministratore delegato, Luigi La Murgia: «Non vogliamo chiudere ma individuare soluzioni per garantire posti di lavoro sostenibili a lungo tempo. Oggi una soluzione non l’abbiamo».

    luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool 1 luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool 1

     

    Intanto sotto gli uffici del Mise prosegue la manifestazione dei 300 lavoratori della multinazionale americana: «Napoli non molla, Napoli non molla».La decisione di Whirlpool metterebbe a rischio l’occupazione di circa 430 lavoratori che potrebbero arrivare a 800 calcolando l’indotto di un territorio che peraltro non gode di buona salute. Il presidio degli operai si riscalda. Tra un «Bella, ciao» e l’inno nazionale, scandito a battimani, trova spazio anche un vecchio slogan: «il potere deve essere operaio», affiancato da «Di Maio uno di noi». Tra i cartelloni spicca quello che riproduce il testo dell’accordo del 2018 in cui si prevede un investimento complessivo di 250 milioni per il triennio 2019 -2021 in attività di innovazione nei siti industriali italiani.

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