Chiara Sarra per il Giornale
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l testo del dl fiscale è arrivato al Colle "manipolato". Ora è giallo sul decreto Fisco approvato lunedì dal Consiglio dei ministri e che contiene la cosiddetta pace fiscale.
"Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato", ha accusato Luigi Di Maio a Porta a Porta, "Nell'articolo 9 del decreto fiscale c'è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Noi in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così. Questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi. Nel testo che è stato trasmesso al Quirinale c'è una sorta di scudo fiscale e una non punibilità per chi evade".
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Stupore però viene manifestato pure dal Quirinale dove - assicurano - il decreto non è mai arrivato. A quale testo si riferisce il vicepremier grillino? E se una manipolazione c'è stata, chi l'ha ritoccato? "Se non è così torno a Palazzo Chigi, accertiamo tutto", si appresta quindi a dire Di Maio quando Bruno Vespa gli riporta la nota del Colle, "Non ci sarà bisogno di riunire un nuovo Cdm. Basta stralciare quella parte dal testo".
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Dal canto suo anche la Lega si sente chiamata in causa e si sfila. "Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati", dicono fonti del Carroccio, "Stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia". "Non ho ragione di dubitare della Lega, ci siamo stretti la mano", dice Di Maio in tv, "Confermo la fiducia in tutto questo governo. Ma se cominciamo così e ci facciamo passare sotto il naso testi così allora inizieranno i problemi grossi, ovvero che qualcuno si mette in testa di poter fregare il governo". E a Vespa che gli chiede se sospetta di Giancarlo Giorgetti, risponde: "Non mi permetterei mai di indicare responsabili. Vedremo dopo la denuncia".
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Di certo non è la prima volta che Di Maio evoca una presunta "manina": già alla presentazione del decreto dignità, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico aveva accusato il Tesoro di aver inserito a sua insaputa il passaggio sui presunti 80mila posti di lavoro in meno che il provvedimento avrebbe causato. Salvo poi scoprire che la firma era proprio quella di Di Maio...
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