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    DI MAIO SCHIZOFRENICO E SALVINI SE NE SBATTE: ''SUI MIGRANTI NON ACCETTO RICATTI'' - POCHE ORE PRIMA LUIGINO SI ERA MOSTRATO DURO CON CHI PROMETTEVA ACCOGLIENZA: ''I SINDACI NON POSSONO APRIRE I PORTI'', POI CON CONTE ANNUNCIA: ''FATE SBARCARE DONNE E BAMBINI, LI ACCOGLIAMO NOI''. MA QUELLI DELLA SEA WATCH NON SI FIDANO: ''PROPOSTA INACCETTABILE. PRIMA SBARCANO TUTTI E POI IN CASO SI REDISTRIBUISCONO I MIGRANTI. NON VOGLIAMO SEPARARE LE FAMIGLIE''


     
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    1. «ACCOGLIAMO NOI DONNE E BAMBINI» MIGRANTI, DI MAIO APRE. NO DI SALVINI

    Dino Martirano per il ''Corriere della Sera''

     

    Il fronte immigrati si sdoppia, per il governo Conte.

    DENTRO LA SEA WATCH AL LARGO DI MALTA DENTRO LA SEA WATCH AL LARGO DI MALTA

    E così, in serata, le indicazioni contraddittorie partite da Palazzo Chigi e dal Viminale sul destino delle navi Sea Watch e Sea Eye, obbligate a incrociare nel Mediterraneo da fine dicembre con il loro carico di immigrati, offuscano per molte ore la rivolta dei sindaci contro il decreto Salvini.

     

    «Sbarchino donne e bambini»,chiedono Giuseppe Conte e Luigi Di Maio mentre Matteo Salvini tiene il punto: «No ai ricatti, sulle navi delle Ong non cambio idea». Anche stavolta, dunque, la triangolazione tra il premier Giuseppe Conte con i suoi vice Di Maio e Salvini genera cortocircuito che cambia l' agenda.

     

    4 GENNAIO DI MAIO SUI MIGRANTI SINDACI NON POSSONO APRIRE I PORTI 4 GENNAIO DI MAIO SUI MIGRANTI SINDACI NON POSSONO APRIRE I PORTI

    Il primo tempo si svolge di mattina, quando parte la rincorsa di Di Maio verso le posizioni intransigenti della Lega sul giro di vite per i richiedenti asilo ora contestate dai sindaci che devono applicarle: «Nessun governo dirà mai a un sindaco di disobbedire ad una legge dello Stato e se in maggioranza c' è qualcuno che si sente a disagio si deve ricordare che il decreto legge lo ha votato, che il governo lo sta applicando, che lo sosteniamo». Così, dal Veneto, Di Maio, si rivolge soprattutto alla sua base e ai sindaci pentastellati che mostrano di avere molti dubbi sull' applicazione del decreto Salvini laddove, creando di fatto un' area grigia di clandestinità, limita l' iscrizione dei richiedenti asilo all' anagrafe comunale.

    4 GENNAIO DI MAIO SUI MIGRANTI FATE SCENDERE DONNE E BAMBINI LI ACCOGLIAMO NOI 4 GENNAIO DI MAIO SUI MIGRANTI FATE SCENDERE DONNE E BAMBINI LI ACCOGLIAMO NOI

     

    Sul fronte dei sindaci ribelli Salvini incassa dunque l' appoggio dell' alleato grillino e pubblica sui social il foglio con l' istanza di asilo respinta a un cittadino nigeriano. Gli arcivescovi di Genova e di Palermo, Angelo Bagnasco e Corrado Lorefice, mostrano tutta l' inquietudine dei cattolici per un «decreto disumano» ma in Parlamento il governo sembra avere la strada spianata: «Pronti a denunciare i sindaci ribelli», annuncia Giorgia Meloni di Fratelli d' Italia mentre Matteo Renzi conferma che per il Pd il «decreto Salvini è sbagliato» ma «in attesa del giudizio della Consulta le leggi si rispettano». E solo Nicola Fratoianni e Federico Fornaro di Leu continuano a sgolarsi che il «governo deve ascoltare i sindaci».

     

    LA LETTERA DI DE MAGISTRIS ALL'EQUIPAGGIO DELLA SEA WATCH LA LETTERA DI DE MAGISTRIS ALL'EQUIPAGGIO DELLA SEA WATCH

    Eppure, in serata, Palazzo Chigi cambia rotta. E provvede a far filtrare alle agenzie l' indiscrezione di una telefonata tra il premier Conte e il vice Di Maio in cui si è parlato a lungo di una pressione esercitata sulle autorità di Malta, l' isola a largo della quale incrociano da giorni le due navi umanitarie respinte dai porti europei: «Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti come sempre dare una lezione di umanità all' Europa intera...», dice Di Maio.

     

    Salvini, che è in campagna elettorale in Abruzzo dove presto si voterà per le Regionali, prima sembra incassare.

    Non zittisce Di Maio, anzi fa dire ai suoi che lui è sempre in contatto con premier e vicepremier, ma poi ribadisce perentorio: «Una nave tedesca e una olandese in acque maltesi però ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l' Italia... Possiamo inviare a bordo cibo, medicine e vestiti. Ma basta ricatti».

     

    luigi di maio matteo salvini luigi di maio matteo salvini

    Così la vicepresidente della Camera Mara Carfagna (FI) non si lascia sfuggire l' occasione per chiedere: «Il governo è capace su un tema così delicato che muove le coscienze di ciascuno di esprimere una posizione univoca e mantenerla?».

     

     

    2.MIGRANTI: PORTAVOCE SEA WATCH,OFFERTA ITALIA NON CREDIBILE

     (ANSA) - "La dichiarazione del vice premier Luigi Di Maio è stata prontamente smentita da Matteo Salvini: l'Italia resta in una posizione che, rispetto alle intenzioni, non è chiara. È un'opzione che non possiamo prendere sul serio". Lo afferma Giorgia Linardi, portavoce della Ong tedesca Sea Watch, in un'intervista al Fatto Quotidiano. "La trattativa sulla redistribuzione dovrebbe avvenire dopo lo sbarco. Non prima di garantire un porto. È scandaloso.

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    È una violazione del diritto internazionale che regola le operazioni di soccorso in mare", dice Linardi, secondo cui "parlare di 'invasione' è pura propaganda. Non c'è alcuno ostacolo: queste persone non possono costituire un problema nel continente più ricco al mondo". I migranti a bordo, prosegue, "hanno chiesto al comandante di essere divisi tra i vari stati Ue: si chiedono come mai non sia possibile. Ed è difficile dar loro una risposta".

     

    "Vediamo uno spiraglio nell'annuncio della Commissione europea che ha dichiarato l'avvio di un dialogo con i paesi membri per la redistribuzione. Sappiamo che Germania, Francia e Olanda hanno dato già disponibilità: speriamo che una soluzione venga raggiunga presto", dichiara Linardi. "Ma restiamo sconcertati su quanto tempo sia stato necessario. Ad oggi non c'è una soluzione concreta. Manca il dato fondamentale: l'indicazione chiara di un porto sicuro ragionevolmente vicino".

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    3. «BASTA CON I RICATTI» IL GELO DEL CAPO LEGHISTA E L' ASSE 5 STELLE-PREMIER

    Monica Guerzoni per il ''Corriere della Sera''

     

    Una mossa dal sapore elettorale scattata a sorpresa, che ha spiazzato e fatto infuriare Matteo Salvini. Per una volta Luigi Di Maio mette i piedi nel piatto dell' alleato e rinfocola la competizione in vista delle elezioni Europee.

     

    Una invasione di acque territoriali, per dirla in metafora, che ha il sapore della sfida lanciata per recuperare consensi e che rischia di congelare ulteriormente i rapporti tra 5Stelle e leghisti. «È stata una iniziativa di Di Maio», confermano a Palazzo Chigi. E dal Carroccio c' è chi fa filtrare velenose ricostruzioni: «È solo una trovata per distogliere l' attenzione dai sindaci».

     

    Due contro uno, oppure uno contro due. Lo scontro sottotraccia al vertice del governo sul decreto sicurezza, con Matteo Salvini che ha accusato i sindaci ribelli di tradimento e Giuseppe Conte che ha aperto al dialogo, ne ha partorito un altro. Adesso al centro delle turbolenze che investono il premier e i suoi vice c' è la vicenda delle navi Sea Watch, con il loro carico di vite umane in balia delle acque. La partenza della campagna elettorale spinge il leader della Lega e il capo politico del M5S a farsi la guerra e la mediazione del presidente del Consiglio è messa a dura prova.

     

    di maio salvini di maio salvini

    La telefonata tra Conte e Di Maio, in cui si è trovato l' accordo a contattare Malta per far sbarcare mamme e bambini, ha sbilanciato i rapporti nel triangolo di vertice e innescato la reazione di Salvini.

     

    Quando alza la voce scandendo «io non cambio idea» e quando respinge i «ricatti» - usando proprio la stessa parola scelta da Di Maio - il ministro dell' Interno parla alle opposizioni e all' Europa che se ne lava le mani, ma assesta un colpo anche agli alleati.

    L' inasprimento dei rapporti sul fronte migranti si spiega anche con il dissidio sulla sicurezza, che vede Di Maio in grande sofferenza all' interno del Movimento. Sindaci del calibro di Raggi, Appendino e Nogarin e parlamentari come Nugnes e Mantero hanno gli stessi dubbi dei sindaci ribelli, eppure il ministro dello Sviluppo deve tenere fede all' impegno di sostenere le nuove norme sulla sicurezza.

     

    Ma il disagio verso la politica muscolare di Salvini è forte e spiega in parte perché Di Maio abbia pestato i piedi all' alleato sul fronte migranti.

     

    LUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTE

    Il duello tra i vice ha indotto Conte a muoversi con cautela, prendendo tempo. All' apertura al dialogo arrivata da Palazzo Chigi, per adesso non ha fatto seguito alcuna convocazione. C' è stato un primo contatto con alcuni rappresentanti dell' Anci, ma è stato detto chiaramente che all' incontro dovrà essere presente Salvini e dunque per il momento nulla è stato deciso. Il tema è esplosivo e l' ufficio stampa del governo glissa, a conferma della faticosa trattativa in atto.

     

    Ma anche a conferma che il governo, come Salvini ha ripetuto anche ieri, non intende modificare il provvedimento. Quel che i comunicatori del governo vogliono si sappia è che «non c' è in atto alcuno scontro fra Conte e Salvini, non esistono due linee al vertice della maggioranza». E se il leader della Lega si è scagliato contro l' Anci è perché «è in campagna elettorale» e si è convinto che i primi cittadini ribelli gli porteranno «una valanga di voti alle Europee». Per questo il leader del Carroccio sta cavalcando con tanta foga la rivolta di Orlando e delle altre fasce tricolore.

     

    «Tra Salvini e Conte c' è totale sintonia», assicurano a Palazzo Chigi. Le divergenze delle ultime ore, con l' inquilino del Viminale che batte il pugno e il capo dell' esecutivo che porge la mano, sarebbero dovute alla diversità di ruolo.

    antonio decaro leopolda antonio decaro leopolda

     

    Conte dialoga con l' Anci «per la sua posizione istituzionale», Salvini picchia duro perché punta al consenso e pensa che il Pd, come i dissidenti e i sindaci stellati in sofferenza, gli abbiano fatto «un regalo grande come una casa». Un vantaggio evidente rispetto a Di Maio, anche se a tarda sera lo staff del vicepremier leghista assicura che «Salvini è assolutamente sereno, i rapporti con gli altri ministri 5stelle e con il presidente Conte sono ottimi». Insomma, non esisterebbe nessun caso, nessuna irritazione: «Salvini ha parlato con Di Maio e lavora semplicemente per risolvere problemi».

     

     

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