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"Io temo che, soprattutto negli ultimi anni, si siano formate anche al di fuori o trasversalmente alle correnti, delle cordate attorno a un procuratore o a un magistrato particolarmente autorevole, composte da ufficiali di polizia giudiziaria e da esponenti estranei alla magistratura che pretendono, come fanno le correnti, di condizionare l'attività del Consiglio superiore della magistratura e dell'intera magistratura".
Lo ha detto il togato del Csm Nino Di Matteo, ex pm del processo 'Trattativa', intervistato da Andrea Purgatori ad Atlantide, trasmissione in onda stasera su La7.
SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO
Con l'appartenenza alle cordate - prosegue Di Matteo - "vieni tutelato nei momenti di difficoltà, la tua attività viene promossa, vieni sostenuto anche nelle tue ambizioni di carriera" e l'avversario "diventa un corpo estraneo da marginalizzare, da contenere, se possibile da danneggiare".
E in fondo - aggiunge il togato, "la logica dell'appartenenza è molto simile alle logiche mafiose", è "il metodo mafioso che ha inquinato i poteri, non solo la magistratura". Secondo Di Matteo, il "sistema" delle correnti del quale Luca Palamara era solo una "pedina", al quale si affianca quello delle "cordate", è uno schiaffo al sacrificio dei 28 magistrati uccisi dalla criminalità organizzata e dal terrorismo come Falcone e Borsellino, che gli stessi appartenenti al 'sistema' "fingono di onorare" e "utilizzano la loro tragica morte per attaccare i magistrati vivi".
mattarella csm
Come la politica, che ha rinunciato alle sue responsabilità per "usare i magistrati come alibi" e - sottolinea Di Matteo - sta discutendo una "pessima riforma" della Giustizia presentata dalla ministra Marta Cartabia, che "rischia di mandare in fumo tanti processi". Da pochi giorni è uscito il libro 'Nemici della giustizia' scritto da Di Matteo con il giornalista Saverio Lodato.
Consiglio Superiore della Magistratura