CATENO DE LUCA E GLI ALTRI SUPPORTER DEI BLOCCHI
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera” - Estratti
ANTONIO DI PIETRO SUL TRATTORE
C’è chi, come Antonio Di Pietro, è sceso in campo, nel vero senso della parola, perché dopo la vita precedente (sotto mille riflettori) è diventato agricoltore. E chi, invece, si è schierato a fianco del popolo dei trattori forse più nella speranza di acchiappare qualche voto per le Europee, visto che nel nostro Paese ci sono oltre un milione (dato Istat) di aziende agricole.
(...) «Faccio l’agricoltore e gli agricoltori che protestano hanno ragione. Le regole non possono essere uguali per tutti, sennò i piccoli vengono strangolati».
Gli fa eco Mario Capanna, già fondatore di Democrazia Proletaria, che a 79 anni sta chino a piantare semi nei suoi tre ettari a Città di Castello: «Certo che sono a favore dei blocchi — ha detto al Corriere —. Se fossi il ministro Lollobrigida? Ma lui il trattore non lo sa mica guidare!».
MARIO CAPANNA
Al solito scatenato, nomen omen, Cateno De Luca: il leader di Sud chiama Nord, l’altro giorno si è unito alla protesta nella sua Sicilia. A Milazzo si è pure messo alla guida di un trattore e ha lanciato un grande corteo nel giorno di San Valentino, davanti a Palazzo d’Orleans. Mentre dal fronte «rossobruno» Gianni Alemanno la mette così: «Meloni non deve appoggiare il bis di von der Leyen, prima responsabile di una politica pseudo ambientalista che sta distruggendo l’agricoltura in tutta Europa».
“ANDATE FINO A ROMA” GLI APPLAUSI IN STRADA AI CONTADINI RIBELLI
Corrado Zunino per “la Repubblica” - Estratti
ANTONIO DI PIETRO SUL TRATTORE
Quando passano dal paese, con le ruote alte due metri e oltre, il sindaco si scappella: «Le persone che lavorano vanno capite e aiutate». Intorno, i concittadini di Vetralla applaudono questi contadini alla guida dei trattori, che dei contadini ormai sono l’immagine pubblica, ne rappresentano la rivolta. Una coppia di anziani, abbracciata, saluta, dall’altra corsia suonano il clacson. Loro, gli agricoltori con i trattori giganti partiti dal Lago di Bolsena e dalla Val di Chiana, bovini di prima scelta tra Arezzo e Siena, stanno scendendo verso Roma.
Trenta l’ora di media, polizia stradale davanti e dietro a non far deragliare il convoglio, le bandiere nazionali issate all’esterno del vano guida. Altri tricolori segnalano il percorso, di questa Cassia che per portarti ai palazzi della capitale scorre attraverso un altro fazzoletto di provincia italiana. Vetralla, Botte, Madonna di Loreto, qui si empatizza con gli agricoltori, lo è stato il nonno, lo è lo zio: «Andate a Roma, andate Roma».
CATENO DE LUCA
(...) Il forcone Danilo Calvani, contestato peraltro dal suo competitore interno Mariano Ferro, assicura mezzi in movimento dalla Sicilia: «Giovedì, ai quattro presidi di Roma, saremo in duemila», dice Calvani, agitatore collaudato. In allerta ci sono sempre quelli di Orte, fino ad oggi più sul piazzale d’ingresso al casello che in autostrada: percorreranno presto, tuttavia, la consolare Flaminia. Tutti insieme, che faranno giovedì? Calvani soffia sul fuoco, ma è difficile possano marciare sul centro storico di Roma, anche se ieri cinquecento mezzi — e sono tanti — hanno attraversato il cuore di Rovigo. Per Roma centro — Palazzo Chigi, la Camera dei deputati — non ci sono i permessi, «e neppure li chiederemo».
gianni alemanno presenta il partito indipendenza 1
(...) Il ribelle Fais mostra la locandina della Marcia su Roma: “Concediamo al governo cinque giorni per recedere dai trattati comunitari che stanno uccidendo l’agricoltura”, si legge, “e chiediamo le dimissioni immediate del ministro Francesco Lollobrigida ».
DI PIETRO TRATTORE DI PIETRO TRATTORE