Articolo di Kate Lindsay per “The Atlantic” pubblicato da “la Stampa”
adolescenti e social
A ottobre Instagram ha riportato due miliardi al mese di utenti attivi. Questa soglia è stata superata da Facebook, che in autunno si è avvicinata ai tre miliardi di utenti. Perché dunque queste piattaforme sono meno importanti di un tempo? Si è scoperto che riunire più di un quarto della popolazione mondiale in un unico posto crea lo stesso problema che si ha invitando a una festa molta gente pescata a caso: diventa difficile trovare i propri amici.
L'origine dell'espressione social media non è chiara (molte persone rivendicano di averla coniata), ma si tratta di un fenomeno individuato negli anni Novanta quando internet passò dall'essere uno spazio di archiviazione a spazio di interazione con l'avvento della messaggistica istantanea, di forum e di chat room.
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Negli anni Duemila, siti web come Friendster e MySpace istituirono social media perlopiù come spazi di interconnessione tra persone che già si conoscevano nella vita reale, anche se per farlo era indispensabile visitare le pagine del profilo. Facebook e Instagram recapitavano gli aggiornamenti di amici e conoscenti nel feed, un flusso comodo e per taluni aspetti irresistibile.
Pur continuando nel complesso a crescere, Facebook e Instagram in ogni caso stanno facendo fatica ad attirare e conservare la generazione più giovane, così indispensabile per la loro longevità. Perché? La risposta più semplice è che la Generazione Z preferisce i video.
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Meta sta annaspando nel tentativo di riprodurre la magia di TikTok, un'app che i giovani amano. Nel mese di agosto ho parlato del nuovo feed di Facebook influenzato da TikTok che dà la priorità ai contenuti raccomandati in funzione degli algoritmi. I giovanissimi utenti non sono tornati. Instagram poco alla volta ha cercato di concentrarsi di nuovo sui filmati brevi, rendendo difficile accedere a una timeline cronologica e spedendo nei feed i post più raccomandati. La settimana scorsa, ho scritto che Instagram è alla fine.
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Le cose stanno così: la gente non posta video affinché solo gli amici li guardino. È possibile fare una videochiamata FaceTime alle persone che stanno maggiormente a cuore, oppure inviare loro una nota vocale. Se si è al liceo o al college, si può messaggiare con i compagni e condividere filmati nel proprio giro social su Snapchat. Quando invece si pubblicano video su TikTok (o Instagram Reels), lo si fa per il pubblico. L'algoritmo lo consente, promuovendo i video nelle pagine "For You" di chiunque risulti essere potenzialmente interessato.
Come ha scritto di recente in un articolo il mio collega Ian Bogost, «i social media hanno trasformato te, me e chiunque altro in cronisti (per quanto dilettanti)».
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Anche se trasmettere non risulta naturale a tutti - sensazione che da Millennial capisco fin troppo bene -, la rapida affermazione di TikTok lascia intendere che il fascino di vedere video girati da perfetti sconosciuti sia universale. Il fatto poi che queste evoluzioni non siano state deludenti quanto basta da innescare il riaffermarsi culturale di un'app come Facebook fa capire che, dopo aver trascorso anni a leggere gli aggiornamenti di stato e a far scorrere le foto dei neonati delle stesse poche decine di membri della famiglia allargata e di vecchi compagni di scuola, forse siamo andati oltre.
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Mentre i feed si assottigliano e i video virali hanno la meglio, però, stiamo perdendo qualcosa di importante: un posto da frequentare online. Twitter è la "piazza cittadina", uno spazio per scambiarsi idee e farsi scherzi insensati. (Naturalmente, anche Twitter arranca, ma per colpa della turbolenta leadership di uno della Generazione X, e non per le abitudini destabilizzanti della Gen Z). In ogni caso, non esiste più un equivalente digitale del bar o della caffetteria di quartiere, un luogo nel quale incontrare amici e parenti e instaurare rapporti da persona a persona.
In pratica, TikTok non offre nessuno strumento dedicato per rapportarsi da persona a persona. (Per esperienza, so che quando la gente si manda messaggi su TikTok perlopiù lo fa soltanto per spedire video). I subreddit e i server su Discord e Mastodon costituiscono gli equivalenti moderni delle vecchie chat room, zone circoscritte per persone che hanno interessi comuni. Tuttavia, oggi più che mai, siamo tutti sui social, circondati da miliardi di persone e per certi aspetti completamente soli.