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    DI TUTTO UN BOB - ESCE UN’ALTRA ANTOLOGIA DI DYLAN MA CON I PROVINI IN STUDIO FRA IL ‘65 E IL ’66, DURANTE LE REGISTRAZIONE DEI SUOI TRE MIGLIORI DISCHI - SI SEGUE IL SUO PROCESSO CREATIVO, SI VAGA FRA VERSIONI SCONOSCIUTE FINCHE’ NON EMERGONO I CAPOLAVORI


     
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    Malcolm Jones per “Daily Beast”

     

    Il 6 novembre la Columbia Records pubblica un cofanetto di sei cd comprendenti demo, outtakes e versioni alternative di brani di Bob Dylan, sedute di registrazione nel periodo in cui produceva “Bringing It All Back Home”, “Highway 61 Revisited” e “Blonde on Blonde”. E’ un’esagerazione, di quelle che però piacciono a me.

     

    Il titolo dell’antologia è "The cutting edge 1965-1966: the bootleg series vol. 12", e la versione deluxe include foto in studio o in concerto, note scritte a mano e annotazioni traccia per traccia. Il tutto è costosissimo, e supera i 180 dollari. Un mistero perché non si possa pubblicare solo l’essenziale con l’aggiunta delle annotazioni. Comunque, c’è la versione del doppio album che è abbordabile (65 dollari) e dà l’idea di cosa intendiamo.

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    L’edizione limitata con 18 Cd costa quasi 600 dollari, ed esce in 5000 copie.

     

    Solo un bastian contrario potrebbe negare che la musica dei tre album sui cui si focalizza il progetto, è la migliore che Dylan (o chiunque altro) abbia mai realizzato. Fu fatto tutto in un anno, e si può ben distinguere la sua metamorfosi, il momento di passaggio dal folk al rock, evidente in "Bringing it all back home". Cinque mesi dopo, quando incise "Highway 61 revisited”, Bob era perfettamente a suo agio a suonare con una band. Otto mesi dopo, realizzò l’incomparabile “Blonde on Blonde”.

     

    Quello che si percepisce è il processo creativo di Dylan. Le meravigliose performance suonano sicure e inevitabili, lo sono ancora dopo 50 anni, cementate nella testa dell’ascoltatore. Le tracce sono una scatola di dinamite che esplode e cambia il nostro vecchio metodo di ascolto. Si va a tentoni, ci sono risate e sciocchezze (la batteria su "Mr. Tambourine man", “Like a Rolling Stone” a tempo di valzer) ma soprattutto c’è il suono di un artista che lavora a versioni multiple del materiale, spesso con musicisti diversi e in date differenti, finché non riconosce la versione registrata che coincide con quella nella sua testa.

    BOB DYLAN BOB DYLAN

     

    Non so esattamente cosa si impari ascoltando quattro take di “Stuck Inside of Mobile With the Memphis Blues Again”, ma di sicuro è affascinante quanto disimparare tutto ciò che finora ho saputo o pensato di sapere su quella canzone. Le versioni sono così diverse che alla fine riesci ad isolare un brano, separarlo dal disco che conosci a memoria.

     

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    Non è materiale per soli nerd. Se le quattro versioni di “It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry” sono diverse da quella sublime che appare in “Highway 61”, non significa che siano inferiori. Sono solo diverse e rendono la versione a noi più familiare ancora più straordinaria. Inoltre in questi extra, si apprezzano di più musicisti come Mike Bloomfield, Robbie Robertson, e altri così cruciali per la creazione. Ai nerd è dedicato il cd intero della registrazione di “Like a Rolling Stone.” E’ una rara occasione per ascoltare la creazione di un capolavoro, con ogni singolo musicista che fa la sua parte, mentre Dylan fraseggia e

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    e riscrive i testi, e tutti danno una forma, finché non emerge la canzone che conosciamo. 

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