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    ARTURO FA IL DURO – “LA JUVE? VUOLE LO SCUDETTO D'UFFICIO PER PENSARE ALLA CHAMPIONS" - IL RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE DELLA LAZIO ARTURO DIACONALE PARLA (A TITOLO PERSONALE, DICE LUI) DELLA RIPRESA DELLA SERIE A: "L’ INTERESSE DEL CLUB BIANCOCELESTE A FINIRE IL CAMPIONATO NASCE DALLA SPERANZA DI..." – L’ATTACCO A SPADAFORA: “NON CONOSCE IL RUOLO DEL CALCIO NELL'ECONOMIA E NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO DEL PAESE”


     
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    Stefano Cieri per gazzetta.it

     

     

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    Se la prende contro chi vorrebbe vincere lo scudetto a tavolino per poi dedicarsi solo alla Champions (allusione fin troppo chiara alla Juventus) e contro chi teme una rovinosa retrocessione (e qui i destinatari del messaggio sono più d'uno). Ma anche contro il Ministro dello Sport Spadafora, reo di non comprendere le ragioni del calcio. Nel nuovo intervento sul suo Taccuino biancoceleste, rubrica settimanale che diffonde attraverso i social, il portavoce della Lazio Arturo Diaconale continua i suoi attacchi a chi - a differenza del club del quale è dirigente - ritiene che in questo momento la ripresa del campionato non sia fattibile.

     

    "Il legittimo interesse della Lazio a finire regolarmente il campionato - scrive Diaconale, precisando di parlare a titolo personale e non per conto del presidente Lotito - non nasce dalla pretesa di vincere lo scudetto a tavolino, ma solo dalla speranza di poterlo conquistare sul campo. Questo interesse ha la stessa legittimità di quello di chi vorrebbe annullare il campionato in corso per avere lo scudetto d'ufficio e potersi dedicare solo alla Champions o per evitare una rovinosa retrocessione".

     

    Lotito Agnelli- Lotito Agnelli-

    In quanto al Ministro Spadafora Diaconale dice: "Non conosce il ruolo del calcio nell'economia e nell'immaginario collettivo del Paese". Infine la difesa di Lotito: "La vulgata politicamente corretta e frutto di interessi precisi tende a dipingere sempre e comunque Lotito non come un imprenditore che ha costruito negli anni una società sana e una squadra competitiva, ma una sorta di diavolo del calcio nazionale che si permette di mettersi di traverso ai potenti per eredità, censo o grande presenza mediatica e per questo va relegato nell'inferno fasullo e ipocrita dei presunti cattivi".

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