Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
Roberta Lombardi e Vito Crimi in conferenza stampaSi presentano in massa, ai commessi che entrano durante la riunione per chiedere se vogliano bere qualcosa rispondono «acqua pubblica», si chiudono in un ostinato silenzio davanti a giornalisti e telecamere: «Faremo un video, guardate il blog». E però, sebbene cerchino di stravolgere le forme per dimostrare ancora e sempre la loro alterità rispetto al "palazzo", i grillini ieri hanno incontrato il Pd per parlare di quelle che fino a poco tempo fa avrebbero definito "poltrone".
Cariche istituzionali, certo. Quelle che gli spettano: «Sappiamo di avere diritto a una vicepresidenza, a un questore e a un segretario», dice uno di quelli che alla riunione non ha partecipato. «Vorremmo anche la presidenza della Camera, ma se l'unica possibilità per averla è un accordo, se lo scordano». E però: «Se poi ce la vogliono dare lo stesso...».
LUIGI ZANDAIn casa Pd il giudizio sull'incontro è positivo: «Non era scontato che venissero ad ascoltare, che partecipassero alla formazione delle cariche di Senato e Camera». E quindi, cosa faranno i grillini? Voteranno solo i loro candidati o potrebbero, in alcuni casi, far convergere i voti anche su quelli degli altri gruppi? «Intanto, senza di noi non passano neanche i loro», dicono al Nazareno. E quindi, sebbene la parola trattativa sia vietata in entrambi gli schieramenti, il dialogo è appena iniziato. «Anche se - racconta chi c'era - non è carino presentarsi in 18 avendo annunciato che arrivavi in 2».
Federica DagaLa scena è stata sorprendente, soprattutto per gli addetti del Senato. Era tutto pronto nell'ufficio di Luigi Zanda, le telecamere schierate davanti agli ascensori, i cronisti vicino alla porta. Nessuno si aspettava di veder arrivare 18 persone tutte insieme, e così si è dovuto cambiare sala. Con un trambusto che ha sconvolto la consueta aria sonnolenta di Palazzo Madama.
«È stato come me l'immaginavo», dice il senatore Marco Scibona, che faceva parte della delegazione insieme alla capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, e ad altri tra cui Adriano Zaccagnini, Giulia Sarti, Federica Daga, Alberto Airola, Francesco Campanella. «È chiaro che noi ci sentiamo totalmente avulsi da questo sistema, ma nel momento in cui si fa un incontro istituzionale rispondiamo al nostro dovere. Restando però coscienti di essere agli antipodi. Come noi siamo i grillini, loro sono i partiti».
CAMERA DEI DEPUTATIMeno distaccato Campanella, che di professione fa il formatore alla Regione
Sicilia e che di incontri in quella sede ne ha fatti molti, visto che era sindacalista Cgil: «Niente di nuovo, l'approccio è molto simile. Cambia solo l'accento», rivela sornione, attento a non lasciarsi sfuggire nient'altro. In realtà, pare che molti se la siano presa per il «tono da maestrino» di Zanda, che dall'alto dei suoi 70 anni aveva l'aria di chi, secondo i grillini, dice: «Adesso vi spiego come funziona il Parlamento».
«Ma chi è? Che vuole da noi?», i commenti scambiati in privato tra chi c'era. Ai cronisti che li hanno seguiti ovunque, invece, neanche una parola: «Sono arrivata tardi, non li ho neanche visti», ha risposto una senatrice davanti alla richiesta di un'impressione. Oppure: «Eravamo qui solo per parlare con Roberta Lombardi, non abbiamo partecipato», ha detto Giulia Sarti prendendo di corsa l'ascensore insieme a Zaccagnini. Qualcuno protesta. «Così siete come la casta!», provoca un giornalista. Campanella risponde: «Prima ci facciamo un'idea, poi commenteremo».
Niente da fare: il video che postano sul blog dopo essersi chiusi nella sala della commissione Industria è l'unica risposta che intendono dare.
Fugge anche Roberta Lombardi, che insieme a Federica Daga vestita come ieri con maglione peruviano e polacchine scure - si fa scortare da un commesso all'uscita. Visti i giornalisti a via degli Staderari, la capogruppo chiede irritata: «Ci porti da un'altra parte», e percorre un bel po' di corridoi tortuosi per arrivare nella parte adiacente a Palazzo Giustiniani, a via del Salvatore. Peccato sia inutile. Le telecamere, sono anche lì.