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    COMANDANO GLI ULTRA’ - ANDREA AGNELLI AI PM CHE HANNO TROVATO LA ‘NDRANGHETA NELLA CURVA DELLA JUVE: “DIAMO I BIGLIETTI AGLI ULTRAS, SENNÒ DIVENTANO VIOLENTI” - IL PRESIDENTE DELLA JUVE SMENTISCE CHE LA SOCIETA' FOSSE A CONOSCENZA DELLE INFILTRAZIONI DEI CLAN MA IN UNA TELEFONATA DEL GENNAIO 2014 IL RESPONSABILE DEL TICKET OFFICE SOLLEVA I SUOI DUBBI...


     
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    Andrea Giambartolomei per “www.ilfattoquotidiano.it”

    La 'ndrangheta no, Andrea Agnelli non l' ha vista. Sa solo che gli ultras esercitano una "silente pressione" per avere i biglietti dalla società, minacciandola con "comportamenti violenti o anche solo verbalmente censurabili" capaci di danneggiarla. Perché i leader della curva bianconera hanno "la forza e la 'credibilità' di condizionare" gli altri tifosi e influenzare "il comportamento da mantenere durante le gare, nei confronti della società e del resto della tifoseria".

     

    Insomma, comandano loro. Così la racconta Agnelli in una memoria consegnata a luglio ai pm antimafia di Torino che hanno appena chiuso le indagini sulle infiltrazioni della criminalità calabrese nella curva bianconera e sul fiorente bagarinaggio.

     

    Il figlio di Umberto Agnelli e presidente dei bianconeri dal 2010 ha dato dunque il suo contributo all' inchiesta "Alto Piemonte" che il 1° luglio ha portato agli arresti 18 persone. Ora rischiano il processo in 23.

     

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    L' inchiesta, condotta dalla Squadra mobile di Torino, ha rivelato anche come alcuni presunti 'ndranghetisti legati alla cosca Pesce-Bellocco avessero creato un gruppo ultras, "I Gobbi", che nella primavera 2013 aveva messo il suo striscione nella Curva Sud dello Juventus Stadium. A ideare questo gruppo due degli arrestati per associazione mafiosa e altri reati, Saverio Dominello e il figlio Rocco, fratello di Michele e Salvatore, condannati in primo e secondo grado per associazione mafiosa.

     

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    Rocco Dominello, grazie all' aiuto dell' ex ultras Fabio Germani (accusato per questo di concorso esterno in associazione mafiosa), era entrato in contatto con alcuni dirigenti della società bianconera, tra cui il direttore generale Giuseppe Marotta, e aveva cominciato a gestire un business sulla rivendita dei tagliandi.

     

    "La potente famiglia Dominello è coinvolta nell' affare dei biglietti della Juventus che vengono ottenuti e poi venduti a prezzi altamente maggiorati", scriveva il gip Stefano Vitelli nell' ordinanza di custodia cautelare. Un esempio è il biglietto di Juventus-Real Madrid da 140 euro, ceduto a un tifoso svizzero per 620 euro: "Guadagna sei volte…", diceva un indagato di Rocco.

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    Secondo il gip c' era un "preoccupante scenario che vede alti esponenti di un' importantissima società calcistica a livello nazionale ed internazionale consentire di fatto un bagarinaggio abituale e diffuso come forma di compromesso con alcuni esponenti del tifo ultras", bagarinaggio tollerato "in cambio della tranquillità di tifosi e società". Lo dimostrerebbe una frase di Alessandro D' Angelo, amico di lunga data di Andrea Agnelli e security manager della società, detta a Dominello il 21 febbraio 2014: "Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo insieme. Allora se il compromesso è questo a me va bene. Se gli accordi saltano… allora ognuno faccia la propria strada".

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    In questo contesto va letta la memoria indirizzata da Agnelli ai pm Monica Abbatecola e Paolo Toso. Il presidente spiega di aver delegato "una persona che conosco da sempre, di mia fiducia, che mi ha dato e mi dà, nell' inevitabile confronto con i gruppi, dimostrazione di correttezza e soprattutto di onestà". Parla di D' Angelo, il cui compito "comporta necessariamente il contatto con personaggi particolari". Quelli che esercitano la "silente pressione, dovuta alla capacità ampiamente dimostrata in passato di porre in essere comportamenti violenti". Afferma che "possono sicuramente condizionare l' evento gara", attraverso "i 'chiarimenti' con i giocatori e altri eventi simili e anche più gravi".

     

    Un altro esempio? Le critiche da lui subite fuori da Vinovo dopo l' ingaggio di Massimiliano Allegri come allenatore.

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    Secondo Agnelli, allo Juventus Stadium va tutto bene grazie a D' Angelo e ad altri collaboratori. E la calma è stata l' obiettivo delle vendita dei biglietti agli ultras, concessa per "disinnescare potenziali tensioni". "Il D' Angelo ha acconsentito alle richieste di biglietti avanzate dai gruppi, ma sempre nel rispetto delle procedure interne Juventus, a fronte del regolare pagamento degli stessi e soprattutto senza sconti né omaggi".

     

    Agnelli conferma in parte i sospetti del gip Vitelli quando ribadisce che "il mantenimento dell' ordine pubblico soggiace a volte a delle necessità che, pur malvolentieri accettato, perseguono uno scopo primario: appunto il mantenimento dell' ordine pubblico", ma aggiunge "con fermezza" che i biglietti erano venduti solo a "persone che guidano il tifo organizzato e rispetto alle quali nessun dipendente Juventus ha mai nutrito il benché minimo sospetto anche solo di collusioni con associazioni criminali".

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    Un leggero dubbio, però, qualcuno lo aveva. Il 15 gennaio 2014 al telefono con Germani, Stefano Merulla, responsabile del "ticket office", parlava di Rocco Dominello: "Ho la percezione - diceva - che abbia un' influenza abbastanza forte all' interno della curva". E allora prego, si accomodi.

     

     

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