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Paolo Russo per “la Stampa”
Diminuiscono i nuovi contagi e anche i decessi, 133 in meno del giorno prima, ma gli ospedali restano sotto stress. L' ultimo bollettino ci dice che i nuovi casi di infezione erano 5.974 il giorno prima, sono adesso 5.217. E rispetto alle migliaia di ricoveri di solo pochi giorni fa ieri nei reparti Covid hanno fatto il loro ingresso solo 547 pazienti, anche se 124 sono passati alle terapie intensive. Bene si dirà. Ma buona parte dei nuovi infettati, circa 3.000, sono finiti in isolamento domiciliare. Segno che il virus è meno aggressivo di prima e richiede più raramente del ricovero, dirà chi vede il bicchiere mezzo pieno.
Ma i medici in prima linea, come Massimo Galli del Sacco di Milano, scorgono in questi numeri la difficoltà degli ospedali a farsi carico dei pazienti che di un letto avrebbero già bisogno e che restano invece a casa. «Prima vedevamo pazienti con febbre, tosse e un po' di affanno, ora ricoveriamo persone che hanno immediato bisogno di ossigenoterapia», ammette Giampiero D' Offizi, primario infettivologo dello Spallanzani di Roma.
studio ispi – casi attivi plausibili in italia
Lo stesso ospedale che insieme ai medici di famiglia della Fimmg sta mettendo a punto uno studio per utilizzare a domicilio i farmaci già in uso sperimentale nei reparti Covid, «da somministrare anche a pazienti meno gravi, sui quali soprattutto la idrossiclorochina potrebbe risultare efficace almeno nel rallentare la replicazione del virus», spiega sempre D' Offizi. Anche se proprio quel medicinale inizia a scarseggiare in Italia per via dell' assalto a farmacie e siti web per accaparrarselo.
Una caccia al farmaco e a «terapie fai da te» condannata senza se e senza ma dall' Istituto superiore di sanità, che ha dovuto stilare l' ennesimo decalogo per ricordare a tutti «che le terapie attualmente in studio possono essere assunte solo in ambito ospedaliero; che non esiste alcun medicinale per chi ha avuto contatti con persone affette da Covid; che i siti web che vendono farmaci contro il virus sono illegali e potrebbero vendere medicinali falsificati e pericolosi per la salute».
studio ispi – letalita' apparente coronavirus in italia
Intanto continua la discesa anche dei casi nella prima linea lombarda. Il governatore Attilio Fontana si spinge addirittura a vedere vicino l' arrivo del picco e in effetti i dati sono confortanti, perché i 1592 nuovi contagi sono ben 525 in meno rispetto al giorno prima. Anche se preoccupano quelli in controtendenza di Milano, con 546 nuovi contagi rispetto ai 314 di sabato.
Buone nuove dal Lazio e dalla Capitale, dove l' aumento dei nuovi casi, 201 nell' ultimo giorno, per la prima volta crescono al di sotto del 9%. Restano sempre tante le vittime dell' epidemia; 756 contro le 889 di sabato, per un totale di 10.779 decessi. Che potrebbero essere ben 2.800 in più secondo le stime elaborate per La Stampa dall' Osservatorio nazionale sulla salute dell' Università Cattolica di Roma, coordinato da Walter Ricciardi.
«Il calcolo parte dallo studio dell' Ispi, che verificando come a un maggior numero di tamponi corrisponde un maggior numero di positivi, ha stimato la presenza in Italia di 530mila contagiati e un tasso di letalità del virus dell' 1,14%», spiega Alberto Solipaca, direttore scientifico dell' Osservatorio.
«Applicando questa percentuale ai positivi reali stimati in ogni regione - conclude - è ragionevole ipotizzare 2.800 decessi in più di quelli dichiarati». Morti consumate probabilmente nelle mura domestiche in attesa di un ricovero che per molti comincia a diventare una chimera.
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