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    DIAMO UN FRENO A 'STE CAZZATE! PER DIMINUIRE GLI INCIDENTI STRADALI CON MORTI L'IDEONA DI RENAULT, CHE SEGUE L'ESEMPIO DI VOLVO, È RIDURRE LA VELOCITÀ A 180 CHILOMETRI ORARI SULLE SUE AUTO: MA CHE SENSO HA SE IL LIMITE IN EUROPA È DI 130 KM/H E ANDARE PIÙ FORTE DI BEN 50 KM/H ESPORREBBE COMUNQUE A MULTE O ALLA SOSPENSIONE DELLA PATENTE? UNA MOSSA TUTTA FUFFA E MARKETING, MENTRE SI STUDIA ANCHE L'INTRODUZIONE DI UN "COACH" SU OGNI MACCHINA...


     
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    Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

     

    Luca De Meo DI RENAULT Luca De Meo DI RENAULT

    «Le auto Renault e Dacia non potranno più superare i 180 km all'ora», ha annunciato Luca De Meo, il 53enne ceo italiano del gruppo, durante l'assemblea degli azionisti. La casa francese è il primo grande costruttore generalista a seguire l'esempio di Volvo, che nel marzo di due anni fa fissò l'obiettivo di «zero morti e zero feriti su una Volvo» e annunciò la limitazione della velocità a 180 km/h sulle sue auto.

     

    Luca De Meo AD DI RENAULT Luca De Meo AD DI RENAULT

    «Anche se non è un rimedio miracoloso, una sola vita risparmiata basterebbe per fare di questa iniziativa un successo», ha detto l'anno scorso il ceo del gruppo scandinavo (a capitale cinese), Hakan Samuelsson.

     

    I 23 mila morti sulle strade europee nel 2019 sono dovuti a tre cause principali: velocità (30%), guida sotto l'influenza di alcol o droghe (25%), distrazione (20%). Ridurre la velocità massima raggiungibile dalle proprie auto è un gesto di almeno parziale assunzione di responsabilità.

     

    Luca De Meo CEO DI RENAULT Luca De Meo CEO DI RENAULT

    Ma in Europa, a parte alcuni tratti delle autostrade tedesche, il limite è di 130 chilometri orari e andare più forte di ben 50 Km/h esporrebbe comunque a multe molto alte quando non alla sospensione della patente.

     

    Che senso ha allora annunciare una misura di questo tipo? «Io non ne capisco il significato», ha detto al Parisien Anne Lavaud dell'Associazione per la prevenzione stradale.

     

    luca de meo 1 luca de meo 1

    «Se vogliamo ridurre gli incidenti mortali, basterebbe installare sulle auto il sistema Lavia, che regola la velocità sulla base dei limiti indicati nei vari tratti di strada, e l'etilotest che impedisce all'auto di partire se chi è alla guida ha bevuto troppo».

     

    Gli annunci di Volvo e adesso di Renault possono sembrare colpi di marketing senza grandi effetti pratici, ma sono comunque il segnale di un cambiamento di mentalità in corso.

     

    luca de meo 2 luca de meo 2

    Tranne nelle vetture sportive, la velocità e le prestazioni sono criteri sempre meno privilegiati nella comunicazione dei costruttori, che invece sottolineano altre qualità come la riduzione di consumi ed emissioni.

     

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    Il rapporto con l'auto sta mutando: la proprietà cede il passo all'uso con il successo del leasing, e il valore della guida sicura si affianca a quello della libertà individuale che ha sempre accompagnato l'automobile.

     

    EMMANUEL MACRON RENAULT EMMANUEL MACRON RENAULT

    Per questo la parte forse più interessante dell'annuncio di De Meo riguarda il sistema «Safety Coach», che avrà il compito di limitare la velocità a 180 km/h, come si è detto, ma anche di raccogliere dati sulla guida in base a parametri come accelerazione, modo di frenare e di affrontare le curve, stabilendo un punteggio per ogni tragitto in modo da aiutare chi guida ad adottare lo stile più sicuro ed efficiente possibile.

     

    renault renault

    Questi dati potrebbero essere messi a disposizione delle assicurazioni, in modo da modulare le tariffe sul comportamento del guidatore. Si può già fare, e le offerte di tipo Phyd (Pay How You Drive) per ora faticano a imporsi. Ma se le grandi case automobilistiche decidono di muoversi, il dibattito su privacy e uso dei dati personali potrebbe diventare centrale anche nel settore dell'auto.

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