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    DIECI ANNI SENZA RENATO NICOLINI – L’ASSESSORE ALLA CULTURA CHE SI INVENTÒ L’ESTATE ROMANA VIENE RICORDATO IN UN LIBRO A DIECI ANNI DALLA MORTE – “LA GIOIOSA ANOMALIA” TIENE DENTRO I RICORDI DEI COLLEGHI, DEGLI AMICI E DELLA SUA COMPAGNA DI UNA VITA, MARILÙ PRATI – L’AUTORE, MARCO TESTONI: “HO VISSUTO E MI SONO FORMATO IN UNA CITTÀ  DOVE GRAZIE A UN ASSESSORE GENIALE POTEVA CAPITARE DI ASCOLTARE LA MUSICA USCIRE DAI TOMBINI E SENTIRE L'ODORE DI PROFUMI SPRUZZATI DALLE AUTOCISTERNE DELLA NETTEZZA URBANA. MA POI ALLA FINE FU DIMENTICATO DAGLI STESSI CHE LO AVEVANO SOSTENUTO…”


     
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    Paolo Boccacci per “la Repubblica – ed. Roma”

     

    Renato Nicolini con Achille Bonito Oliva Renato Nicolini con Achille Bonito Oliva

    Sembra proprio di rivederlo, lui, Renato Nicolini, l'assessore alla Cultura dell'Estate Romana, l'inventore visionario dell'Effimero diventato famoso in mezzo mondo, lui con quel suo ciuffo ribelle, alto, magro un sorriso scanzonato, una voce leggera, che apparve la prima volta nel 1976 su uno degli scranni più alti dell'aula di Giulio Cesare, accanto al profilo severo di Giulio Carlo Argan, il primo sindaco comunista di Roma.

    RENATO NICOLINI - LA GIOIOSA ANOMALIA - DI MARCO TESTONI RENATO NICOLINI - LA GIOIOSA ANOMALIA - DI MARCO TESTONI

     

    Sembra proprio di rivederlo sfogliando questo libro, "La gioiosa anomalia", scritto a dieci anni dalla morte, nel 2002 a 70 anni, da Marco Testoni, compositore e saggista, con dentro i ricordi di chi lo conosce bene, come l'amico Walter Tocci, o lo scrittore Christian Raimo, Davide Tozzo, l'attrice Marilù Prati, la sua compagna di una vita, o come i registi Egidio Eronico e Davide Marengo e la pittrice Antonia Carmi.

     

    «Ho vissuto e mi sono formato in una città - scrive Testoni - dove grazie a un assessore geniale poteva capitare di ascoltare la musica uscire dai tombini e sentire l'odore di profumi spruzzati dalle autocisterne della nettezza urbana. Ma poi alla fine fu dimenticato dagli stessi che lo avevano sostenuto».

     

    E allora via, pagina dopo pagina, con la Grande Avventura del ritorno nelle piazze per cantare, ballare, suonare, gustare la magia del cinema e del teatro in una Roma magnifica, che usciva dagli anni di piombo.

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    In una Roma cantata da Dalla, la Roma della "Sera dei miracoli, fate attenzione", la Roma che si ribellava ai " sacchi di sabbia davanti alle finestre" nei giorni bui del terrorismo, quella ammirata dai " francesi che si incazzano" ma questa volta no, a cominciare dal ministro della Cultura Jack Lang. Ecco l'affresco dipinto dal politico del Pci, dall'architetto del meraviglioso urbano, ma anche dall'amico delle avanguardie teatrali, l'urbanista, il drammaturgo, l'attore.

    l'estate romana di renato nicolini l'estate romana di renato nicolini

     

    È una carrellata di emozioni. Ci sono le migliaia di occhi sognanti che, sotto le volte della Basilica di Massenzio, assistevano al miracolo di Sua Maestà il Cinema. Poi la sabbia selvaggia del Festival della Poesia, di notte, sulla spiaggia di Castel Porziano, con Allen Ginsberg e Gregory Corso, i poeti della Beat Generation. E chi dimenticherà mai il " Napoleon" di Abel Gance, proiettato sotto il Colosseo, in una splendida serata, con l'orchestra che suonava le note della colonna sonora? «

    renato nicolini 8 renato nicolini 8

     

    Ma dobbiamo ribellarci alla definizione di effimero - spiega Tocci - Più appropriata è invece l'espressione, cara a Renato, di Meraviglioso urbano, inteso come esercizio popolare dello stupore. Il circo a piazza Farnese, le installazioni della Transavanguardia accanto alle Mura Aureliane e tanto altro sono tutte esperienze ludiche che suscitano nuovi immaginari urbani". «Mi ricordo un'intervista stupenda - racconta Christian Raimo - in cui Nicolini parla con il poster di Flash Gordon alle spalle e rivendica la pluralità di interessi dell'intellettuale.

     

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    ' Di chi vive nelle torri d'avorio' dice ' abbiamo scarso interesse a servirci'». Era l'86 quando questa sorta di folletto geniale, che fu deputato del Pci e poi, dopo un doloroso strappo con il Pds, candidato a sindaco di Roma con Rifondazione Comunista, lasciò il suo ufficio di piazza Campitelli allo storico Ludovico Gatto, nuovo assessore alla Cultura della giunta del dc Signorello. E a Roma tutta quella meraviglia, così visionaria, non si vide più.

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