1 – TRA GLI INDAGATI CI SONO I FIGLI DI DUE RAS DEL QUARTIERE "LI STATE FACENDO ARRABBIARE, DOBBIAMO STARE ACCORTI"
Estratto dell'articolo di Antonio E. Piedimonte per “La Stampa”
omelia di don patriciello nella chiesa del Parco Verde a Caivano
Caivano, la caccia alle prove, gli abusi sessuali, il ringhio della camorra. Due Procure e due fascicoli giudiziari, stesso reato: stupro di gruppo. Per gli adulti procede la Procura di Napoli Nord per tutti gli altri la Procura dei minori di Napoli, che intanto ha disposto anche l'avvio di una indagine in merito alla fuga di notizie registrata nell'ambito degli accertamenti investigativi sulle presunte violenze alle due cuginette.
Tutto quello che (per vie traverse) è trapelato è che investigatori e inquirenti stanno stringendo il cerchio sul branco di ragazzini che per mesi si è accanito su due cuginette di 10 e 12 anni nel famigerato Parco Verde di Caivano. E la ricerca di indizi e prove è sempre più concentrata sulle tracce digitali da recuperare in file cancellati e schede danneggiate, un'indagine cibernetica in un territorio segnato da ombre arcaiche. Telefonini e computer – strumenti di sopravvivenza per chi vive immerso nella realtà parallela del virtuale – usati per registrare eventi che riportano le lancette indietro nel tempo.
parco verde di caivano
Pochi sono andati alla messa domenicale, a regnare è una desolazione che sembra rispecchiare altre desolazioni. E rimanda a più inquietanti scenari. In un'intervista al "Mattino" l'ex procuratore Francesco Greco – che coordinò l'inchiesta su Fortuna "Chicca" Longobardi (la bimba stuprata e uccisa) – ha spiegato perché la notizia delle violenze non lo ha sorpreso: «Emerse (all'epoca, ndr) una "emergenza Parco Verde", ed ebbi modo di dire, ripetendolo alla stessa Commissione Antimafia, che se non si fosse intervenuto subito, avremmo avuto altre tragedie simili». […]
[…] il parroco del quartiere, don Maurizio Patriciello, ha lanciato un analogo invito-appello, ma alla premier Meloni.
Degrado, promiscuità, violenza. «Li state facendo incazzare un'altra volta… e mo' ci dobbiamo stare accorti tutti quanti», un anziano dà voce al pensiero di molti ma poi si ferma e si limita a un gesto di stizza accompagnato. Non dice altro ma fa capire che si riferisce ai clan – sempre più nervosi perché i riflettori della stampa stanno rovinando i lucrosi affari e anche perché tra i 15 indagati ci sono i figli di due ras – e al fatto che questa tensione si è già registrata in passato.
parco verde di caivano
E i segnali furono chiari: prima una bomba davanti alla chiesa poi, più recentemente, il rogo di due piccoli bus che erano stati donati all'associazione "Un'infanzia da vivere" affinché i volontari potessero condurre i bambini del Parco al mare. Perché molti di loro il mare l'hanno visto solo in televisione e per i camorristi è molto meglio così.
«Giornalisti e telecamere fanno saltare i nervi a chi comanda», spiegò il presidente dell'associazione, Bruno Mazza, che poi chiarì il suo pensiero con un icastico post: «La camorra è merda». […]
LE MINACCE DEI BOSS ALLE MAMME DI CAIVANO «NON PARLATE DI STUPRI»
Estratto dell'articolo di Giuliana Covella e Marco Di Caterino per “il Messaggero”
CAIVANO - PARCO VERDE
Tira una brutta aria nel Parco Verde. Viali deserti, nessuno per strada, nemmeno un bambino a giocare tra gli spelacchiati spazi verdi che interrompono l'angosciante monotonia di palazzoni tutti uguali. Deserta persino la messa delle 12, alla quale hanno partecipato solo una dozzina di fedeli. C'è il coprifuoco.
Perché tra gli scellerati del branco che ha stuprato per mesi le due cuginette di 10 e 12 anni figurano i figli minorenni di due potenti capi spaccio. Ras che controllano la vendita di stupefacenti nel Parco Verde e nel "bronx", una sorta di succursale dello spaccio del Parco, distante da qui meno di mezzo chilometro.
CAIVANO - PARCO VERDE
Paura, ma anche "rispetto" di un ordine implicito che arriva da quei boss. Ordine che riguarda anche i componenti del mucchio selvaggio, tutti indagati a piede libero, ma in queste ore chiusi in casa.
[…]
La gente del Parco è tappata in casa, anche perché una accorta e lurida regia criminale fomenta e foraggia a suon di euro il "Parco Verde pensiero". Dal «sarà vero che è successo tutto questo» alle pesanti allusioni sulle famiglie delle due povere bambine, fino alla stoccata su chi «non sa e non riesce a proteggere i propri figli» per cui «merita questo ed altro».
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Un copione già visto, collaudato al cento per cento, utilizzato dalla camorra per "spiegare" le ragioni di un omicidio, o nel caso anche lo stupro di due bambine, in un quartiere dove l'infanzia non è nemmeno negata, visto che qui non è mai esistita, qui dove si passa direttamente dalla prima infanzia ad una "adultizzazione" che si compie tra gli otto e i dieci anni.
Insomma, in questo processo di auto-protezione di chi è costretto a vivere nel Parco Verde, e che scatta quando i riflettori illuminano questo posto di miserie umane, tutti già sanno che per le famiglie delle due cuginette, oltre al dolore, alla rabbia, allo "scuorno" subìto, si aggiunge la paura di una possibile vendetta o ritorsione da parte dalla camorra.
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I due potenti capi spaccio, padri dei ragazzini stupratori, hanno al loro servizio decine e decine di affiliati pronti a tutto. Nel Parco, possono digerire un omicidio, arrivando quasi a giustificarlo, ma "guastare" (espressione gergale ad indicare casi di violenza sessuale sui bambini) per sempre due anime innocenti no.
Lo sanno anche i familiari delle due vittime, che ora vivono nel terrore, temendo seriamente per la loro incolumità. Senza risorse finanziarie, senza nessun aiuto da parte dei servizi sociali, senza un briciolo di solidarietà, senza nessuno, con l'incubo di avere a che fare con la camorra, trovare una via d'uscita sembra impossibile. Un dramma in una tragedia. [...]
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