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    DIETRO L'AGGRESSIONE ALLA 76ENNE NEL CIMITERO DI ANZIO C'È UNO SCAZZO FAMILIARE? - TRA LE DUE PERSONE FERMATE, INDAGATE PER AVER LEGATO E IMBAVAGLIATO L'ANZIANA, C'È IL COMPAGNO DELLA FIGLIA DELLA DONNA - IL PRESUNTO MOTIVO? LA LITE SAREBBE NATA PER UNO STABILIMENTO BALNEARE A LAVINIO, GESTITO IN PASSATO DAI FAMILIARI DELLA 76ENNE - LA FIGLIA DELLA VITTIMA HA RICOSTRUITO LO SCENARIO DELLO SCAZZO, ESPLOSO DOPO LA MORTE DEL PADRE...


     
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    Estratto dell'articolo di Marco Carta Clemente Pistilli per "La Repubblica - Edizione Roma"

     

    cimitero di anzio cimitero di anzio

    Una ritorsione familiare su cui ancora gli investigatori non riescono a fare piena luce. Sono due le persone fermate per il tentato sequestro (o rapina) della 76enne legata e imbavagliata nel cimitero di Anzio lo scorso 25 ottobre. Ma i poliziotti della squadra mobile sperano di chiudere il cerchio già nei prossimi giorni su quella che allo stato attuale appare una matassa difficile da sbrogliare. Tanta, infatti, è l’omertà dei protagonisti.

     

    Al centro delle indagini c’è uno stabilimento balneare in passato gestito dai familiari della della vittima e di suo marito, morto due mesi fa. Mentre tra i due fermati ci sarebbe l’ex compagno della figlia della 76enne.

     

    violenza su anziani violenza su anziani

    Insieme a lui è stato fermato un presunto complice, sempre italiano. Non è chiaro che ruolo abbiano avuto i due nel tentato sequestro di A.G.P. Quello che è certo è che uno dei fermati il 25 ottobre si trovasse al cimitero di Anzio, quando la 76enne è stata aggredita e rapinata. «Avevo messo i fiori e me ne stavo andando. Mi hanno portato via due catenine che mi aveva regalato mio marito con un punto luce e un cuoricino. Ho tanti lividi sparsi sul corpo».

     

    violenza su anziani 2 violenza su anziani 2

    Alla 76enne, a cui erano stati sottratti il telefono, la borsa e la macchina, era stata diagnosticata in ospedale un’amnesia totale retrograda completa. Una volta recuperata la memoria, nei giorni successivi era stata ascoltata dagli inquirenti senza fornire dettagli utili. « Non so perché mi abbiano imbavagliato la bocca, le mani, le gambe.

    Sono stata vittima di uno scambio di persona».

     

    La testimonianza della vittima è stata ritenuta poco attendibile. A dare una sterzata alle indagini, invece, è stata sua figlia, che avrebbe ricostruito lo scenario dei dissidi familiari, esplosi dopo la morte del padre. Un evento tragico che avrebbe innescato le mire di persone un tempo vicine alla famiglia. Per questo a fatica si sta cercando di ricostruire anche la storia di uno stabilimento di Lavinio, gestito in passato dalla famiglia della 76enne. La struttura, data diverse volte alle fiamme, era stata anche al centro di un’inchiesta giudiziaria. [...]

    VIOLENZA SUGLI ANZIANI VIOLENZA SUGLI ANZIANI

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