Simona Buscaglia per www.lastampa.it
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Il leader del Carroccio Matteo Salvini non rilascia dichiarazioni alla stampa. Un silenzio che pesa e simboleggia il crollo del partito che si legge nei numeri, con le proiezioni che lo danno sotto il 10%, all’8,5%. Bisognerà attendere le undici di mattina per una conferenza stampa annunciata alla sede storica del partito in via Bellerio a Milano.
Qui Matteo Salvini, dopo essere arrivato alle dieci e mezza di domenica sera, è rimasto nel suo ufficio e l’unica comunicazione la affida ai social, poco dopo la chiusura dei seggi, alle undici e un quarto, dopo i primi exit poll. Un messaggio agli elettori: «Centrodestra in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato! Sarà una lunga notte, ma già ora vi voglio dire grazie».
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Nessun commento sui primi risultati della Lega, e nemmeno una parola anche dopo, a notte inoltrata, quando ormai il netto sorpasso di Fratelli d’Italia è già lampante. Nessun esponente della Lega che ha seguito i risultati delle elezioni insieme al leader del Carroccio, tra cui i deputati Fabrizio Cecchetti, Federica Zanella e Laura Ravetto, i senatori Roberto Calderoli e Massimiliano Romeo e l'assessore ai Giovani di Regione Lombardia Stefano Bolognini, parla con i giornalisti (140 quelli che si erano accreditati). Uno scenario completamente diverso da quello delle europee del 2019 quando il Carroccio festeggiò l’incredibile risultato del 34%.
OSCAR DE PELLEGRIN LUCA ZAIA MATTEO SALVINI
LA SUA LEADERSHIP È DIVENTATA FRAGILE E ADESSO TRABALLA IN LOMBARDIA IL BIS DI FONTANA
Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Matteo Salvini arriva alle 22.30, in auto, da solo. Ad accoglierlo trova le facce tese dei suoi colonnelli, che hanno negli occhi e in testa gli exit poll che circolano dal pomeriggio: la Lega è data nella maggior parte dei report sotto al 10%. Nei migliori, si supera di poco il 12%. La prima uscita ufficiale parla di una forbice ampia, tra l'8,5% e l'11,5%. Poi il dato si consolida tra l'8 e il 9%. Un tracollo. Il paradosso è vistoso.
LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI
Quello di un partito che siederà al tavolo dei vincitori, è destinato al governo e alla guida del paese, ma di suo ha perso quasi la metà dei voti percentuali rispetto al 2018, tre voti su quattro se si paragonano le Politiche 2022 alle elezioni d'oro della Lega, le Europee 2019, che fino a ieri erano poi le ultime in cui ha votato tutta Italia.
In mattinata, al seggio di via Martinetti, zona Bande Nere, Matteo Salvini aveva mostrato la faccia più ottimista: «Conto che la Lega sia la forza parlamentare sul podio, prima seconda o terza al massimo. Da domani basta chiacchiere e dagli impegni si passa ai fatti, noi abbiamo le idee chiare. Quando gli italiani votano, il voto è sacro».
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Il sacro responso, però, è duro: la Lega è il quarto partito, i 5 Stelle di Giuseppe Conte nel «mini derby» tra gli azionisti del governo giallo verde l'hanno nettamente battuta, almeno a giudicare dalle proiezioni primi exit poll. Per tacere di Fratelli d'Italia, che sostanzialmente doppia la Lega sia in Lombardia che in Veneto. A caldo, però, la reazione di Salvini è quella di vestire i panni del vincitore: «Il Centrodestra è in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato. Sarà una lunga notte, ma già ora vi voglio dire grazie». Ma questo - la vittoria del centrodestra - era tutto tranne che imprevedibile.
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Nel pomeriggio erano arrivate le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che erano state un durissimo colpo per il morale leghista: «Sono abbastanza convinto - aveva detto il fondatore azzurro - che avremo più voti della Lega». Il fatto che l'ex premier, colui «che ha i sondaggi veri», si lanciasse nella spericolata dichiarazione era stata considerata dai leghisti di pessimo auspicio. Poi, la previsione si è rivelata quasi giusta. A tarda notte, azzurri e leghisti erano testa a testa.
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Le domande ora, sono moltissime che cosa farà il segretario del partito? Come spiegherà la sconfitta al suo partito (se qualcuno glielo chiederà)? Come sarà possibile recuperare il terreno soprattutto nelle regioni del nord che hanno aperto una linea di credito alla nuova leader che avanza? E il sud è davvero una scommessa persa?
La Sicilia, per le Regionali, inizierà lo spoglio delle schede soltanto questa mattina ma, anche lì, i sondaggi non sono entusiasmanti. E soprattutto: la Lega inaugurerà una stagione di contrappunto nei confronti di FdI? Dietro l'angolo, c'è un altro rischio grosso: le Regionali in Lombardia. Non è detto che i Fratelli d'Italia siano pronti a riconoscere la conferma di Attilio Fontana. Insomma, urge una svolta. La leadership di Matteo Salvini, fino a questo momento, mai messa in discussione, certamente esce ammaccata dalle Politiche 2022.
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Ma nessuno gliene chiederà conto, almeno non questa mattina o domani. C'è chi pensa che gli attesi congressi del partito possano essere convocati dallo stesso Salvini, in modo da farsi riconfermare il sostegno dei suoi nel momento in cui fa premio, appunto, la vittoria del centrodestra: «Con un programma di cambiamento e di ascolto, il segretario di sicuro la spunterà ancora». Per altri leghisti, non è affatto detto che però la strada sarà quella. Ma la rabbia, nel partito, ora è tanta.