Stefano Montefiori per il Corriere dello Sera - Estratti
hollande sarkozy
La Francia è nel caos, la destra gollista pure, e Nicolas Sarkozy esce dal silenzio per rilasciare una intervista-manifesto al Journal du Dimanche , il settimanale entrato mesi fa nella galassia di Vincent Bolloré. Sarkozy critica la scommessa di Macron — «il Paese corre un grave rischio» — e parla da padre nobile dei Républicains, proprio all’indomani del ritorno alla politica attiva del suo rivale di sempre, il socialista François Hollande, che nel 2012 riuscì a strappargli l’Eliseo. Nel calcio la si definirebbe una marcatura a uomo.
Sabato, Hollande si candida per un seggio da deputato nel Nouveau Front Populaire, in vista di sviluppi più ambiziosi; domenica Sarkozy riappare con tempi e toni che sembrano dire alla sua famiglia politica, e ai francesi: «Se serve, io ci sono».
hollande sarkozy
(...) Tra loro c’è sicuramente quel François Hollande che nell’intervista è citato per ben sette volte, ovviamente sempre per criticarlo, definendolo per esempio «un uomo senza convinzioni che ha cambiato casacca» alleandosi con Jean-Luc Mélenchon.
Del resto, a un pranzo con alcuni deputati dei Républicains, nel settembre scorso, Sarkozy era stato ancora più esplicito: «Non è che odio Hollande, lo disprezzo». Nella stessa occasione, a tavola per due ore ma mangiando solo lamponi, secondo il Parisien Sarkozy raccontò un aneddoto: «Ogni volta che incontro Hollande, gli chiedo: “Per caso non hai mica preso un chilo?”. Una volta mi ha risposto “Perché me lo chiedi sempre?”. “Perché è vero!”».
Emmanuel Macron sembrava avere distrutto la destra e la sinistra con il suo centrismo, e con il tic verbale-ideologico dell’«allo stesso tempo», ovvero il rifiuto programmatico della contrapposizione in favore di sintesi e pragmatismo. E invece, un altro segno del possibile fallimento storico di Macron è questo rinnovato scontro tra destra e sinistra, e pure tra Sarkozy e Hollande.
manifestazione a parigi sarkozy e hollande
Elezioni anticipate, ed è subito ritorno al 2012, quando Sarkozy e Hollande si diedero il cambio all’Eliseo tra scorrettezze protocollari e astio ben visibile. Come Valéry Giscard d’Estaing, prima l’uno e poi l’altro hanno mancato la riconferma, per quello che sarebbe stato il loro secondo quinquennio. Un atto mancato che dà il tormento, e che prevede un’unica soluzione: sognare, confessandolo o meno, un clamoroso ritorno all’Eliseo nel 2027.
Per prima cosa, Sarkozy tiene a precisare che non ha niente a che vedere con l’azzardo di Macron. Scaccia da sé il sospetto di avere dato al presidente anche questo consiglio, tra i tanti che notoriamente gli offre nei loro frequenti incontri. Poi giudica incomprensibili le elezioni anticipate: «Ha senso ridare la parola ai francesi quando non si esprimono da anni, non subito dopo un’elezione, perché è ancora più grande il rischio che riaffermino la loro collera»..
manifestazione a parigi sarkozy e hollande
Sarkozy critica anche la scelta del presidente dei Républicains, Eric Ciotti, di allearsi con il Rassemblement national di Jordan Bardella e Marine Le Pen. Più per motivi di tattica politica che ideologici: «Saremmo assorbiti dal RN. Essere le ruote di scorta del RN non è un’ambizione ma la constatazione di una rinuncia».
La destra gollista dovrebbe piuttosto allearsi con i macronisti, «perché sappiamo che Macron non potrà ripresentarsi nel 2027, ha ancora tre anni per agire» e i Républicains potrebbero «influire sulle decisioni del potere esecutivo e ancorarlo a destra». Invece, «allearsi con Bardella significa mettersi nella scia di un giovane di 28 anni che non ti lascerà il posto se vince, e ti trascinerà a fondo con lui se perde».
FRANC?OIS HOLLANDE IN SCOOTER
Sarkozy è pessimista per il futuro della Francia. «Spero di sbagliarmi, ma siamo all’inizio di un periodo di caos, e temo che potremmo anche confrontarci a violenze». Non condivide le manifestazioni contro il RN: «Trovo inverosimili gli appelli a manifestare solo perché i nostri compatrioti oserebbero votare in una direzione che non è giudicata accettabile dagli autoproclamati professori di virtù. Come se il diritto di voto fosse riconosciuto, sì, ma a condizione di votare a sinistra».
L’ex presidente conclude escludendo «qualsiasi ambizione personale», ma il caos è appena cominciato, i tre anni che separano la Francia dalle presidenziali saranno intensi, e lui dà l’impressione di essere pronto.
saluti e baci tra carla bruni sarkozy hollande e trierweiler
FRANC?OIS HOLLANDE IN SCOOTER
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