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    DIETRO LE SCHERMAGLIE, LA SOLITA SPARTIZIONE DI POLTRONE – A CAUSARE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA C’È ANCHE LA NOMINA DEL NUOVO MINISTRO DEGLI AFFARI EUROPEI, CHE TAJANI RIVENDICA PER FORZA ITALIA: “SIAMO IL SECONDO PARTITO DELLA COALIZIONE, BISOGNA TENERNE CONTO”. IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEME IL SUO COMMISSARIAMENTO SE LA MELONI SCEGLIESSE ELISABETTA BELLONI - LA SFURIATA DELLA DUCETTA ALL’APERICENA DI DOMENICA: “DOBBIAMO SMETTERLA DI APPARIRE LITIGIOSI. LA MANOVRA? I SOLDI NON CI SONO, NON POSSIAMO FARE COSE IMPOSSIBILI. INUTILE INSISTERE…”


     
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    1. L'AMARO "APERICENA" DI TAJANI "NOI A MANI VUOTE, SALVINI NO"

    Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

     

    ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

    […] Gli occhi dei fedelissimi della premier sono rivolti a Forza Italia. E alla serenità generale non avrebbe giovato l'annuncio che Meloni ha fatto al vertice di domenica: «Le deleghe di Fitto restano a Palazzo Chigi».

     

    Formalmente gli azzurri non hanno mai avanzato pretese su nuovi ministri o sottosegretari, ma Tajani insiste: «Siamo diventati il secondo partito della coalizione e il terzo nel Paese, bisogna tenerne conto».

     

    ELISABETTA BELLONI - G7 DI BORGO EGNAZIA ELISABETTA BELLONI - G7 DI BORGO EGNAZIA

    A Palazzo Chigi si inizia a pensare che dietro al politichese ci sia una richiesta specifica: nuovi posti all'interno del governo. La sostituzione di Fitto, che diventerà ufficialmente vicepresidente della Commissione dal primo dicembre, potrebbe essere un'occasione per quel riequilibrio chiesto dagli azzurri, ma anche su questo Meloni ha fatto muro.

     

    Nei veleni di queste ore si aggiunge il sospetto che la premier stia volutamente dando più peso a Noi moderati di Maurizio Lupi, proprio per arginare i movimenti di Tajani e soprattutto quelli più impercettibili, ma insidiosi dei fratelli Berlusconi. Il nuovo protagonismo di Mara Carfagna nella formazione centrista alimenta i timori forzisti. «Vedrete che si troverà un ministero per Lupi», si ripete da giorni in Forza Italia, forse per scongiurare questa eventualità.

     

    antonio tajani giorgia meloni alla camera foto lapresse. antonio tajani giorgia meloni alla camera foto lapresse.

    A Palazzo Chigi si spera che le tensioni con gli azzurri si affievoliscano nei prossimi giorni. La commissione Affari costituzionali della Camera tra domani e giovedì approverà la separazione delle carriere, la storica battaglia di Berlusconi. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio azzarda una previsione sui tempo: «Entro l'estate la doppia lettura parlamentare. Dopodiché si andrà al referendum».

     

    2. MELONI IRRITATA CON I VICE: “BASTA, DIAMO L’IMMAGINE DI MAGGIORANZA LITIGIOSA”

    Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it

    MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE

    https://www.repubblica.it/politica/2024/11/26/news/meloni_tajani_salvini_vertice_maggioranza_liti-423729485/?ref=RHLF-BG-P1-S2-T1

     

    Quando arriva in consiglio dei ministri, Giorgia Meloni sceglie di rivolgersi soprattutto agli assenti. «Dobbiamo smetterla di apparire una maggioranza litigiosa», sibila […]. Alza lo sguardo e osserva le sedie lasciate vuote da Forza Italia. «Dobbiamo smetterla», ripete. È la coda di una delle giornate più turbolente da quando siede a Palazzo Chigi.

     

    raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresse raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresse

    Nulla, in effetti, si incastra nel modo giusto. Antonio Tajani ha dato ordine ai suoi ministri di non partecipare alla riunione di governo. Ufficialmente per ragioni di agenda. In realtà, perché irritato dall’assenza di risposte adeguate nella legge di bilancio.

     

    […] Troppa confusione, Meloni è stufa. Preoccupata. Decisa a ignorare le proteste e concedere poco o nulla agli alleati. L’antefatto di questo pasticcio risale a poche ore prima. Domenica pomeriggio, nella villa di Meloni, periferia meridionale della capitale. Il vertice convocato dalla presidente del Consiglio non scioglie i nodi sul tavolo.

    MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

     

    E si inceppa molto presto. Giancarlo Giorgetti […] spiega ai due vicepremier che le risorse sono poche e sostanzialmente indisponibili. Meloni nega a Tajani il segnale sul taglio dell’Irpef, che Forza Italia vorrebbe ridurre dal 35 al 33%. E non garantisce a Salvini un pieno via libera sul taglio del canone.

     

    A un certo punto la premier, riferiscono dal cerchio magico, si spazientisce e stronca tutti i presenti: «I soldi non ci sono, dunque non possiamo fare cose impossibili. Inutile, dunque, insistere. Se siamo tutti d’accordo su questa impostazione, allora possiamo anche vedere Sinner...».

     

    GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA

    Per la gioia dei presenti, la partita del tennista italiano consegna la coppa Davis agli azzurri. La pace nella maggioranza, invece, neanche si intravede. Sul canone […] lo scontro è feroce e prosegue anche dietro le quinte. Tanto che a sera il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani convoca i responsabili della maggioranza della commissione Bilancio del Senato, che dovrebbe approvare la modifica.

     

    Tenta una composizione, ma si scontra con un muro politico: il Carroccio vuole un taglio di venti euro, Forza Italia minaccia di non votare e rilancia, chiedendo un segnale sull’editoria nel suo complesso. Lo stallo va comunque superato, perché entro 24 ore il Parlamento deve votare il testo. La questione viene rimessa ai tre leader, che si danno appuntamento per una videochiamata, da tenersi appena Tajani avrà concluso i lavori al G7 degli Esteri a Fiuggi.

     

    giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

    Come non bastasse, Meloni e i suoi vice si dividono anche sull’eventuale rimpasto. Al centro dello scontro c’è la casella lasciata libera da Raffaele Fitto. Le deleghe al Pnrr e alla Coesione resteranno nella disponibilità di Fratelli d’Italia, Meloni sul punto non intende neanche avviare una riflessione. Tajani chiede però che almeno gli Affari europei vengano assegnati ad un azzurro. Sostiene che il suo partito è ormai stabilmente il secondo della coalizione, dunque meriterebbe un riconoscimento politico. E poi, ricorda, il lavoro della sua forza in seno al Ppe ha favorito l’operazione che ha portato alla vicepresidenza esecutiva di Fitto e all’ingresso di Ecr nella “maggioranza Ursula” .

     

    Anche su questo nodo, però, la presidente del Consiglio frena. Non vuole aprire la partita del rimpasto in piena legge di bilancio. E rimanda il resto dei problemi a un nuovo vertice. Potrebbe tenersi prima di venerdì, quando è comunque in agenda un nuovo consiglio dei ministri per approvare la legge sulla cybersicurezza bloccata ieri da Forza Italia.

    meloni salvini tajani meloni salvini tajani

    GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - PATRIZIA SCURTI GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - PATRIZIA SCURTI

     

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