(ANSA) Una petizione per far rimuovere dallo Stadium la stella di Antonio Conte: il tam tam sui social è già partito, i tifosi della Juventus si sono scagliati contro il tecnico. Così, dopo le scintille tra Conte e il presidente Andrea Agnelli con tanto di dito medio verso le tribune, è scattata la raccolta firme sulla piattaforma online Change.org. Le polemiche sembrano dunque destinate a non finire. (ANSA).
CONTE-AGNELLI
Emanuele Gamba per repubblica.it
ANTONIO CONTE
Conte che fa il dito medio nell'intervallo, Agnelli che al fischio finale se ne va imbestialito urlando (il labiale sembra abbastanza chiaro) "mettitelo nel c.., il dito, cogli...": nel deserto silenzioso di uno stadio vuoto, l'odio che separa la Juventus dal suo vecchio allenatore (e capitano, e adulatissima bandiera) è fragorosamente rimbombato, dando forma e voce agli ultimi brandelli di un rapporto lacerato già da un pezzo. L'insulto pubblico era il passaggio mancante.
E fortuna che Conte non ha ancora messo piede nello Stadium popolato dai tifosi, dove troverebbe quarantamila juventini non meno livorosi del loro presidente, visto che nello scorso campionato, Juventus-Inter (8 marzo) fu la prima partita a porte chiuse. Ma per dare un'idea di quello che sarebbe successo, basta pensare ai dieci secondi impiegati quella sera da Conte per uscire dall'hotel del ritiro e salire sull'autobus sociale: "infame" è la cosa più carina che gli viene urlata da un assembramento di juventini avvelenati.
CONTE AGNELLI
Proteste, insulti e gestacci
Stavolta la miccia sarebbero state le continue e rumorose proteste delle panchina juventina verso l'arbitro e al tempo spesso i rimbrotti dei bianconeri quando a protestare è stato Conte. A un certo punto è stato Bonucci ad affrontare il suo ex allenatore: "Devi portare rispetto all'arbitro".
A Conte quell'accusa è andata di traverso, la Juve è la squadra più sanzionata d'Italia per i comportamenti irriguardosi verso i direttori di gara, visto che per questa ragione sono già stati squalificati il vice-presidente (Nedved), il responsabile dell'area tecnica (Paratici), il vice-allenatore (Baronio), il centravanti (Morata) e il terzo portiere (Pinsoglio): tutti, a parte Morata, puniti per ineducate proteste dalla panchina o dalla tribuna. Fatto sta che alla fine del primo tempo Conte lascia il campo imprecando. Dice qualcosa tipo "non ti cagare sotto", probabilmente rivolto al quarto uomo che lui non ritiene abbastanza autoritario con gli juventini.
juventus andrea agnelli antonio conte
Difatti nel dopo gara dirà: "Penso che abbia sentito e visto cosa è successo per tutta la partita. Bisognerebbe essere più educati". Fatto sta che all'imbocco del tunnel degli spogliatoi, Conte inalbera dito (la prova tv è inequivocabile), accompagnandolo, a quanto pare, con una parola volgare.
Poche ore dopo la fine della partita spunta il video che lo incastra: non è un filmato della Rai, che ha trasmesso il match, ma sono le immagini di una telecamera dedicata (la produzione dell'evento è della Lega Serie A) e puntata su di lui. Il sospetto dell'Inter è che le abbia diffuse la Juve: sarà il fronte di un'ulteriore polemica.
Da capitano ad allenatore
conte agnelli
Agnelli se l'è legata al dito, è il caso di dirlo, e al 90' ha sciorinato il suo rabbioso labiale. Pirlo giura di non aver visto niente: "Non so cosa sia successo con mister Conte". Si sa perfettamente, invece, cos'è successo negli anni perché si arrivasse a questo punto. Conte è stato giocatore della Juve per 13 stagioni, ne è diventato capitano, è stato un simbolo.
I tifosi stravedevano per lui e l'amore (reciproco) si è moltiplicato quando Antonio è tornato a Torino come allenatore, voluto proprio da Agnelli, che rimase stregato dal primo colloquio con l'uomo che stava portando il Siena in serie A. Dopo quell'incontro, il presidente non ebbe alcun dubbio: gli avrebbe affidato la panchina juventina.
La polemica del 2007
lapo elkann john elkann alessandro nasi andrea agnelli al matrimonio di john
C'era però già stato un pesante screzio, tra Conte e la Juve. Campionato di Serie B 2006/2007, il primo dopo Calciopoli, ultima giornata, i bianconeri perdono i casa contro lo Spezia e i liguri (il cui dirigente di riferimento è Francesco Ceravolo, uno dei più fedeli collaboratori di Moggi) si salvano dalla retrocessione in serie C a scapito dell'Arezzo allenato da Conte, che è durissimo nei commenti: "Rispetto tanto i tifosi juventini ma poco la squadra. Retrocedere così fa male però mi fa capire cose che già sapevo... Nel calcio si parla tanto, tutti sono bravi a parlare, adesso sembrava che i cattivi fossero fuori e che adesso ci fosse un calcio pulito, infatti siamo contenti tutti, evviva questo calcio pulito...". Affinché l'Arezzo si salvasse, sarebbe bastato che la Juve con lo Spezia pareggiasse.
Il divorzio dopo due estati di litigi
john elkann andrea agnelli
Quell'incidente finirà comunque presto tra parentesi. Nella sua seconda vita bianconera, Conte e la Juve si amano di nuovo follemente e la luna di miele dura due anni. Ma dopo un primo scudetto favoloso vinto da imbattuto (e con il miglior calcio mai giocato da una squadra di Conte) e un secondo conquistato da dominatore nonostante la squalifica di quattro mesi per la vicenda del calcioscommesse - durante i quali la società resterà solidamente al fianco dell'allenatore limitandosi a far fuori il vice Stellini, che si prende la colpa di tutto - il rapporto comincia a incrinarsi.
Conte è insoddisfatto, vuole di più dal mercato, entra in collisione con Marotta, si lamenta di continuo ed è necessario un lungo incontro con Agnelli per ripristinare una tregua e prolungare un matrimonio già in bilico.
john elkann andrea agnelli
Sarà l'estate successiva quella della rottura definitiva: Conte sfonda il muro dei 100 punti in Serie A (ma esce in malo modo prima dalla Champions e poi dall'Europa League) e tuttavia comincia a mettere in dubbio il valore della rosa e la forza economica della società, guastando per il secondo anno consecutivo la festa scudetto.
Dice che "ci vorranno anni prima che un'italiana arrivi in finale di Champions" (Allegri ci riuscirà dodici mesi dopo), considera la squadra ormai alla frutta, spremuta, e se ne esce con la famose frase che gli verrà rinfacciata in eterno: "Non si può mangiare con dieci euro in un ristorante da cento euro".
Agnelli comunque lo conferma e a metà luglio la squadra si raduna per la preparazione estiva. Ma nel giro di un paio di giorni Conte si dimette, convinto di essere alla guida di una squadra senza futuro. Marotta non si scompone a assolda Allegri, che porterà quella stessa squadra a pasteggiare nei migliori ristoranti da cento euro in giro per l'Europa.
Il voltafaccia e il tentativo di tornare
Quel voltafaccia a stagione già iniziata, Agnelli a Conte non lo perdonerà mai, anche se il più duro nei suoi confronti sarà John Elkann, che porrà un veto inalienabile a qualsiasi possibilità di riappacificazione.
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Negli anni, infatti, Antonio cercherà più volte di tornare alla Juve facendo leva sui rapporti molto buoni con Nevded e Paratici, i quali, in particolare, ne caldeggiano la candidatura per la successione di Allegri, prima di essere costretti a ripiegare su Sarri. Ci sono momenti in cui sembra che Agnelli sia sul punto di cedere, ma da Elkann non arrivano spiragli e alla fine i due cugini si trovano d'accordo: per Conte le porte non si apriranno mai più anche se i tifosi, ancora innamorati, lo avrebbero riaccolto a braccia spalancate.
antonio conte foto mezzelani gmt27
Nella tana del nemico
Antonio accetta la corte dell'Inter, la società più odiata dagli juventini, soltanto dopo aver capito che la Juve se la sarebbe dovuta scordare per sempre. Però quella scelta non l'ha mai considerata un tradimento: finanche negli anni d'oro dei trionfi bianconeri, quando non prese mai posizione su Calciopoli infastidendo assai la società ("Quanto scudetti ha la Juve? Io conto solo quelli che ho vinto io"), non si negò mai la possibilità di saltare il fosso. "Io sono tifoso della squadra che alleno, sono un professionista. Quindi non direi mai un no pregiudiziale a nessuno, neanche all'Inter".
ANTONIO CONTE
Però in pochi, alla Juve, credevano che quella parole potessero diventare una profezia. I tifosi sulla "fuga" del luglio 2014 avrebbero chiuso un occhio ma il passaggio all'Inter no, non gliel'hanno perdonato mai e non vedono l'ora di farglielo sapere in uno stadio pieno. Agnelli, da parte sua, ha avuto il privilegio di poterlo fare in uno stadio vuoto anche se per lui Conte non è l'ex bandiera che è andata all'Inter, ma l'uomo che ha guastato due feste scudetto e lasciato la Juve in piena estate, senza riguardo per chi lo ha amato così tanto.
JUVE INTER CONTE BONUCCI