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    "HO SOLO DIFESO IL MIO COMPAGNO DI SQUADRA DAGLI INSULTI RAZZISTI" - NEL TORINESE UN VENTOTTENNE DOPO UNA PARTITA DI TERZA CATEGORIA VIENE PESTATO DAGLI AVVERSARI: “MI HANNO DATO UN PUGNO IN FACCIA E SBATTUTO LA TESTA CONTRO IL COFANO DI UN’AUTO - ORA RISCHIA UN OCCHIO: "MA LO RIFAREI"


     
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    GIANLUCA CIGNA 1 GIANLUCA CIGNA 1

    Marco Bardesono per il Corriere della Sera

     

    «A costo di giocarmi un altro occhio, io lo rifarei. Ora voglio giustizia», dice Gianluca Cigna, 28 anni, geometra di professione e centravanti «alla Higuain» per passione. Gioca in terza categoria nell' Atletico Villaretto: fatica molta, soddisfazioni poche e soldi zero. Da due giorni è in ospedale e rischia di perdere un occhio.

     

    Domenica è stato operato d' urgenza, stamattina sarà sottoposto ad un secondo intervento. «Mi hanno dato un pugno in faccia - racconta - e poi mi hanno sbattuto la testa contro il cofano di un' auto».

     

    Quindi il geometra-calciatore ha perso in sensi e si è risvegliato al pronto soccorso.

    Gianluca è stato vittima di un agguato nel dopo partita perché in campo, lui che è il capitano della squadra, aveva difeso un suo compagno di colore, Mamadu Mbaye, 26 anni, senegalese, attaccante di fascia e magazziniere nella vita, dagli insulti a sfondo razzista di un avversario, difensore della Mappanese.

     

    «Dopo la partita, quando già ci eravamo cambiati - racconta Cigna - , un calciatore della Mappanese ha continuato a provocarmi per aver difeso il mio compagno. Io sono entrato nel bar del centro sportivo per prendere qualcosa, sperando che quel tipo se ne andasse via. Quando sono uscito era ancora lì, con altre persone».

     

    GIANLUCA CIGNA GIANLUCA CIGNA

    Il centravanti è stato aggredito, ma nessuno ha visto, per questo la polizia ha acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza. «Per me Gianluca è più di un compagno di squadra, è un fratello - afferma Mamadu, il calciatore insultato -. Spero non perda la vista da quell' occhio. Lui è un vero capitano. Vorrei tanto che chi lo ha ridotto in quel modo venga individuato. A volte c' è chi insulta noi calciatori di colore. Mi si apre il cuore nel vedere che ci sono tante persone come Gianluca».

     

    Mbaye parla anche dell' antefatto: «È vero, ho preso il secondo giallo perché saltando ho dato involontariamente una gomitata al mio marcatore. Un fallo di gioco che comunque non giustifica il massacro che ha subìto il mio capitano. Ad espellermi, tra l' altro, è stato un arbitro di colore».

    CAMPO CALCIO CAMPO CALCIO

     

    Mamadu è stato tra i primi a visitare il «bomber» in ospedale: «I nomi di coloro che mi hanno picchiato - dice la vittima - li farò scrivere nella denuncia che presenterò dopo l' operazione. Non voglio vendicarmi, ma desiderio giustizia. Lo sport non può tollerare certe cose».

     

    Diversa la ricostruzione da parte del presidente della Mappanese Bruno Morando: «Dopo la partita un nostro atleta si trovava nel parcheggio del centro sportivo quando gli è stato lanciato in faccia un bicchiere di plastica con della birra. Ha reagito dando un pugno, e il giocatore del Villaretto è caduto a terra battendo la testa». Giuseppe Mauro, il presidente dell' Atletico Villaretto, ha trascorso la giornata all' ospedale accanto al suo «Higuain».

     

    «Lui è un capitano con la "C" maiuscola - dice - . È uno che interpreta lo sport nel modo più nobile e non poteva tacere di fronte a quegli insulti». Sulla vicenda interviene la sindaca Chiara Appendino: «Questo è uno spettacolo vergognoso. Lo sport dovrebbe insegnare lo spirito di squadra, mentre c' è ancora chi confonde la squadra con il branco, il tifo con l' insulto».

     

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