LUIGI DI MAIO E LA STRETTA SUI NEGOZI CINESI E PAKISTANI
1. A MAGGIO LA DISOCCUPAZIONE È AL 9,9%, AL MINIMO DAL 2012
ANSA
Il tasso di disoccupazione a maggio cala, attestandosi al 9,9%. In discesa di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile. Lo rileva l'Istat. Si tratta del valore più basso dal febbraio del 2012. Per la prima volta da oltre sette anni il tasso di disoccupazione perde così la doppia cifra.
A maggio, dopo "la sostanziale stabilità" registrata ad aprile, la stima degli occupati risulta in crescita rispetto al mese precedente di 67 mila unità (+0,3%). L'aumento, spiega l'Istituto, si concentra tra gli uomini (+66 mila) e tra gli ultracinquantenni (+88 mila). L'Istituto segna un rialzo degli occupati anche su base annua (+92 mila unità), soprattutto tra gli ultracinquantenni (+300 mila).
Il tasso di occupazione a maggio sale al 59,0%, il valore più alto da quando sono disponibili le serie storiche, ovvero dal 1977. L'Istat spiega che il numero degli occupati ha così raggiunto 23 milioni e 387 mila unità.
A maggio, infine, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) scende al 30,5%, in calo di 0,7 punti rispetto al mese precedente.
2. RENZI: MEGLIO DI NIENTE. CON NOI UN AUMENTO DI PIÙ DI UN MILIONE, CON LORO MENO DI CENTOMILA
Matteo Renzi su Facebook:
Per la prima volta da un anno arriva un dato positivo sull’occupazione. E io sono felice! Noi siamo sempre e comunque per l’Italia.
Se fossero seri Salvini e Di Maio oggi riconoscerebbero gli effetti del JobsAct.
Guardiamo insieme perché analizzando i dati ISTAT:
Quando io vado al Governo (febbraio 2014) ci sono 22 milioni e 162mila occupati. Ok?
renzi di maio
In quattro anni (fino a maggio 2018) saliamo, saliamo, saliamo con una performance record - grazie JobsAct! - e arriviamo a 23 milioni e 295mila occupati. Insomma con noi si è registrato un aumento di oltre un milione di posti di lavoro.
Quando al Governo vanno loro, esecutivo Conte, si passa dai 23 milioni e 295mila di cui sopra fino a 23 milioni e 387mila.
L’aumento di posti di lavoro è stato quindi di 92 mila unità.
Quindi: evviva che l’occupazione cresce. Con noi è cresciuta di più di un milione, con loro di meno di 100mila. Meglio che nulla. Se però fossero seri oggi Salvini e Di Maio ringrazierebbero chi ha voluto il JobsAct. Ma è anche vero che se Salvini e Di Maio fossero seri non sarebbero... Salvini e Di Maio.
Con noi un aumento di più di un milione
Con loro un aumento di meno di centomila.
disoccupazione calo
Forza, l’importante è andare avanti.
3. ISTAT, LAVORO DA RECORD MA NON TRA I GIOVANI
Marco Ruffolo per www.repubblica.it
Arrivano i primi dati positivi sul lavoro da quando i giallo-verdi sono al governo. E sono dati tutt’altro che trascurabili. A maggio il tasso di occupazione è ai massimi dal 1977: il 59% della popolazione in età di lavoro. Gli occupati sono 67 mila in più rispetto ad aprile, 125 mila in più in confronto all’ultimo trimestre e 92 mila in più sull’anno precedente. Aumentano i dipendenti a termine (più 13 mila in un anno), e ancora di più quelli a tempo indeterminato (27 mila). La disoccupazione, per la prima volta dal 2012, scende sotto la soglia del 10% (9,9), e quella giovanile al 30,5, contro il 31,1 di aprile, anche se gli under 25 che escono dalla disoccupazione non trovano lavoro e diventano addirittura inattivi.
Enrico Giovannini
Insomma, in controtendenza con tutti gli indicatori economici che si piegano verso il basso — dal Pil agli investimenti, dalla fiducia dei consumatori a quella delle imprese — e proprio mentre esplodono decine e decine di crisi industriali (con 158 tavoli aperti e nuove richieste di cassa integrazione straordinaria), uno squarcio di sereno si apre sull’occupazione. Come si spiega questo paradosso? Siamo di fronte, come commenta il governo, ai primi risultati del decreto Dignità, o i dati di un solo mese ci dicono ancora poco sull’evoluzione del lavoro? E’ l’inizio di una ripresa duratura o una fiammata destinata a spegnersi rapidamente? La maggioranza di governo costruisce su quei dati la sua rivalsa politico-economica dopo mesi di continue delusioni.
Il decreto Dignità
«Certamente — commenta Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat — quel decreto ha spinto alcune imprese a convertire i contratti a termine (limitati nella durata dalle nuove norme) in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Ma per valutare gli effetti di una politica non possiamo accontentarci dei dati di un solo mese. Dati sorprendenti ma non esaurienti: non sappiamo ancora, ad esempio, quanti siano i part-time tra i nuovi occupati».
disoccupazione
L’effetto part-time
Di che cosa si tratta? Come è noto, l’Istat considera “occupati” tutti coloro che abbiano svolto almeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento. Insomma, basta aver lavorato un’ora in sette giorni e sei “occupato”. Per avere un’idea più corretta di come sta andando l’occupazione, bisogna allora tener conto di chi lavora part-time. Potrebbe essere accaduto che molte imprese, soprattutto nei servizi, abbiano assunto a tempo parziale, facendo aumentare l’occupazione, anche se l’economia nel complesso si è mossa pochissimo, anche se molti settori continuano a languire.
disoccupazione
«È molto probabile che stia accadendo proprio questo — commenta l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi — è un fenomeno che si può spiegare in parte con la ripresa dei servizi, a cominciare da quelli turistici. Tuttavia, l’aumento dell’occupazione a maggio esclude del tutto i giovani e le donne».
Giovani inattivi
In realtà, la crescita degli occupati non è affatto omogenea per fasce di età. I giovanissimi (15-24 anni), restano al palo: crescita zero.
Come si spiega allora il calo della disoccupazione giovanile? L’Istat ci dice che i 15 mila disoccupati in meno di maggio non sono stati assunti ma sono diventati “inattivi”, ossia non cercano più lavoro: fatto tutt’altro che positivo. Un modesto aumento del lavoro c’è stato tra i 25 e i 34 anni, mentre i quarantenni occupati scendono di 34 mila nel mese e di 208 mila nell’anno. Il vero boom si ha tra gli over 50: più 88 mila su aprile, più 300 mila nell’anno. Come mai? Tutti concordano sul fatto che sia il risultato dell’allungamento della vita lavorativa, che va avanti malgrado quota 100.
maurizio sacconi
«Ma non escluderei — dice Giovannini — che alcuni over 50, espulsi dalle imprese, possano essersi messi in proprio». Non a caso gli autonomi sono aumentati di 28 mila in un solo mese.
La forbice Pil-occupazione
Ultimo il dilemma: quanto ancora potrà aumentare l’occupazione se il Pil continuerà a rasentare lo zero? «Non dimentichiamo - spiega Marco Leonardi, ex consigliere di Palazzo Chigi con Renzi e Gentiloni - che è il Pil a creare l’occupazione e non il contrario. Dunque, se non si fanno politiche in grado di far crescere l’economia nazionale, prima o poi il lavoro seguirà malinconicamente il prodotto lordo, previsto nel secondo trimestre a crescita zero».