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    DIMMI A QUALE CONCERTO SEI ANDATO E TI DIRO' CHI SEI - SU TWITTER LA NUOVA MODA E' PAVONEGGIARSI DELLE ESPERIENZE MUSICALI: "BOB DYLAN A MILANO NEGLI ANNI '80 E' STATO IL PEGGIOR CONCERTO" - PER IL DEPUTATO DELLA LEGA BORGHI IL MIGLIOR CONCERTO E' STATO QUELLO DEI PINK FLOYD E IL PROSSIMO SARA' QUELLO DI CREMONINI - TRA CHI PARTECIPA AL TREND C'E' ANCHE CHI NON CONOSCE I BEATLES E CHI POLEMIZZA PER LA NON ECOSOSTENIBILITA' DEL TOUR DI JOVANOTTI...


     
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    Andrea Joly per “la Stampa”

     

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    C'è il nostalgico, che non prende in considerazione niente dopo Woodstock. E, preferibilmente, deve averci suonato. Il talent scout, felice membro di community semi-sconosciute e che rimarranno tali, ma «che spettacolo quella sera a Barletta». Il patriottico, ad eccezione di quella data dei Metallica che deve aver scambiato per un gruppo di Bergamo Alta col vizietto dell'anglofonia.

     

    L'animale da sottopalco, che a scorrere la lista di nomi selezionati, scritti in caps lock per rendere meglio l'anima hard rock, sembra impossibile non immaginarlo a pogare oltre le contusioni di primo grado.

     

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    Nell'estate del grande ritorno dei concerti dal vivo, sui social è nato un trend che sembra voler radunare nella stessa stanza - globale - tutte le esperienze di live nella vita degli utenti. E, di conseguenze, tutti i «tipi da concerto».

     

    Quando ha preso vita, sul profilo Twitter della rivista statunitense dedicata all'hip hop Xxl Magazine, non era niente di più di una lista da completare: il primo concerto, il più sorprendente, il più rumoroso e così via. Si invitava i passanti sul web a completare e ricondividere. E, nel giro di qualche giorno, ha preso il largo in tutto il mondo: decine di migliaia di risposte, tra un social e l'altro, hanno reso l'estate dei concerti non solo un viaggio amarcord, ma quasi un capitolo degno dei libri di Stefano Benni.

     

    BOB DYLAN BOB DYLAN

    L'Italia non manca. Gianluca racconta, sotto forma di scaletta, la storia dei suoi live: il primo è stato Mia Martini, l'ultimo The Notwist. Il migliore quello dei Blur, il peggiore Biagio Antonacci. Carla Vistarini ha esordito coi Beatles, e sebbene sia difficile migliorarsi ha altre chicche in serbo: l'ultimo è Bob Dylan, il più rumoroso quello degli Who.

     

    I migliori sul palco, per lei, sono stati i Genesis. Emanuele è passato da Guccini a Brunori Sas, attraversando Lou Reed, Nick Cave, Springsteen. Davide è più giovane, e non perché sia evidente dalla sua foto profilo. Lo dicono i nomi: Fedez, Fulminacci, Dutch Nazari.

     

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    È voyeurismo musicale, ostentazione dei propri gusti, come tutto sui social. Ma nello scorrere le liste e i commenti che hanno scatenato, ci sono conversazioni che strappano il sorriso. Alla donna - «eretica», così l'hanno definita in tanti - che ha messo Bob Dylan come peggior concerto a cui abbia mai partecipato, Daniele risponde: «Anche io a Milano, metà Anni 80, rimasi deluso». Nessuna empatia, indifferenza estrema verso il pubblico: questi i capi di accusa. Bob non ha risposto, dando seguito all'indifferenza. C'è anche spazio per la campagna elettorale, perché tra chi ha partecipato alla catena spunta il deputato leghista Claudio Borghi.

     

    Cosa ascoltano i politici? Il miglior concerto: Pink Floyd.

    Quello visto più volte: Antonello Venditti. Il più rumoroso: i Sepultura. All'ultimo concerto elencato, quello di Sting, Jonathan gli risponde: «C'era anche lei a Parma? A saperlo sarei venuto a cercarla per stringerle la mano, anche se non ho mai votato Lega finora». Intonare in coro Every Breath You Take apre uno spiraglio.

     

    I CONCERTI DI CLAUDIO BORGHI I CONCERTI DI CLAUDIO BORGHI

    Non mancano le polemiche dell'estate. «Il miglior concerto: Jovanotti» di questi giorni non può che scatenare reazioni, ma almeno Margherita non l'ha inserito tra i più rumorosi, con buona pace dell'ecosistema. E a mancare non sono neanche i rimpianti, perché l'ultimo punto della lista è «Concerto che avrei voluto vedere». Michael Jackson, Queen - «quelli veri», ci tiene a specificare l'utente -, Nirvana, Otis Redding, Pino Daniele. Ma non è solo un cimitero di artisti immortali: cosa si nasconde, dietro quell'«Avrei voluto vedere Sfera Ebbasta»? Forse la maggiore età non ancora compiuta. Ecco, avviso ai naviganti: tra le risposte dei più giovani, ci si può anche imbattere in una domanda ingenua quanto dolorosa: «Chi sono questi Beatles?».

     

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    Non ragioniam di loro, o forse sì: non tutto quello che è virale sui social viene per nuocere. Qualcuno, nel mondo, grazie ai social oggi conosce più artisti di quanti ne avesse ascoltati fin qui. E, incuriosito, magari comprerà un biglietto. È anche così che l'estate dei concerti si ripeterà. Come un ritornello da cantare a squarciagola, sotto palco, qualsiasi musica va bene secondo Twitter.

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