Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
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L’hanno trovata nella terra, incassata in un muro di epoca medievale lungo la strada dei Fori. La testa di una statua che raffigura un ragazzo dai tratti femminei. Così gli antichi romani, meno bacchettoni di certi contemporanei, immaginavano Dioniso, il dio delle bisbocce. Pochi giorni fa, non lontano da lì, i restauratori della Domus Aurea di Nerone erano inciampati in un’altra meraviglia perduta, la Sala della Sfinge.
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L’Italia non è solo un museo a cielo aperto, ma una penisola del tesoro, e molti bauli si nascondono ancora nel sottosuolo, in attesa di qualche novello Schliemann che li vada a stanare. Non avevo mai riflettuto sulla verità letterale del luogo comune che recita: la cultura è il nostro petrolio. Oltre ai capolavori che si vedono, e a quelli che non si vedono (stipati nei magazzini per mancanza di spazio), ci sono quelli che non si sono ancora visti ma che pure esistono sotto i nostri piedi, da qualche parte. Chi ha avuto la fortuna di nascere in Italia, invece di alzare gli occhi al cielo per lamentarsene, ogni tanto potrebbe anche abbassarli. Già lo fa per compulsare il telefonino, ma non basta. Bisogna guardare ancora più in basso. E iniziare a scavare.
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P.S. Qualcosa, va detto, si sta muovendo. Gli scavi che hanno liberato la testa di Dioniso dall’oblio dei millenni sono stati finanziati da un governo che ha finalmente a cuore le sorti della nostra cultura. Quello dell’Azerbaijan.
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UNA NUOVA SCOPERTA AI FORI IMPERIALI
Carlotta di Leo per roma.corriere.it
Una nuova e straordinaria scoperta ai Fori Imperiali. A pochi giorni dal ritrovamento casuale della Sala della Sfinge alla Domus Aurea (riemersa dopo duemila anni nel ventre della Città Eterna), gli esperti al lavoro nell'area hanno avuto un'altra bella sorpresa. Venerdì mattina gli archeologi della Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali impegnati nello scavo archeologico di via Alessandrina - che vuole riunificare i due settori del Foro di Traiano - hanno ritrovato una testa di statua in marmo bianco di età imperiale (I ac-V dc) di dimensioni di poco maggiori del vero e in ottime condizioni di conservazione.
La scoperta è eccezionale anche perché lo scavo sorge in un contesto post antico (via Alessandrina fu costruita nel XVI secolo). «Con ogni probabilità è una divinità maschile, che pensiamo vada identificata con Dioniso. Sulla testa, infatti, ha una cintura decorata con un fiore tipicamente dionisiaco, il corimbo, e dell'edera. Gli occhi cavi, che probabilmente erano costituiti da pasta vitrea o pietre preziose ce la fanno ricondurre ai primi secoli dell'impero» spiega Claudio Parisi Presicce direttore dei Musei archeologici e storico-artistici della Sovrintendenza.
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La testa già trasferita nel museo dei Mercati di Traiano
«La superficie non è completamente visibile perché non abbiamo proceduto ad una pulitura immediata ritenendo che si possano conservare tracce di colore nella fascia che cinge i capelli» aggiunge Parisi Presicce. La testa scoperta «è stata trasferita al Museo dei Fori Imperiali, ai Mercati di Traiano, e non appena possibile si procederà al restauro». Presicce, ricorda che il sottosuolo romano «conserva molti tesori» e «in questo caso» auspica che dalla stessa zona, ai piedi del Campidoglio, riemergano «altri frammenti della statua o altri pezzi pertinenti» per una eventuale futura ricostruzione. Sulla provenienza iniziale della statua, ritraente molto probabilmente Dioniso, «viene naturale pensare che venga dal Foro di Traiano anche se a volte questi frammenti hanno girato parecchio...».
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Raggi: «Una meraviglia»
«Roma sorprende e ci regala emozioni ogni giorno» commenta la sindaca Virginia Raggi. «Ringrazio gli archeologi della Sovrintendenza Capitolina che hanno ritrovato la testa di statua in marmo bianco forse raffigurante una divinità...Una meraviglia» aggiunge la prima cittadina su Facebook. Il vicesindaco Luca Bergamo aggiunge. «Presto daremo informazioni più accurate, intanto le diamo un caldo benvenuto nel patrimonio di Roma».
Acconciatura folta e volto inclinato
DOMUS AUREA NERONE
«È accaduto tutto in poco tempo. Gli archeologi della Sovrintendenza erano intenti a scavare un muro tardo-medievale quando hanno visto nascosta nella terra una testa di marmo bianco. Era incassata nel muro, certamente reimpiegata come materiale edilizio, come spesso succede in età medievale» scrive il parco Archeologico del Colosseo su Facebook. «Estratta dalla terra, si è rivelata in tutta la sua bellezza: il volto, dalle superfici morbide e lisce, è leggermente inclinato; la bocca è semiaperta; gli occhi incavati - forse in antico riempiti di pasta vitrea - accentuano il pathos. L'acconciatura è folta e ondulata, scende sulle spalle ed è trattenuta da una benda, da cui sporgono due corimbi (infiorescenze dell'edera) - aggiungono gli esperti - Nell'insieme l'aspetto è benevolo e raffinato; i caratteri sono quelli di un volto giovane e femmineo e tutto fa pensare che possa trattarsi del dio Dioniso. Gli archeologi invece sono già all'opera per restituirla alla sua storia e per individuarne con esattezza l'attribuzione».
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Riunire i Fori
La ripresa degli scavi di via Alessandrina è stata finanziata nel luglio del 2014 dall'Azerbaigian con un milione di euro. In occasione di quella donazione, l' allora sindaco Ignazio Marino fu immortalato davanti ai Fori con il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev (in carica ancora oggi). Il cantiere ha un obiettivo ambizioso: riunificare l'area dei Fori di Traiano, Augusto e Nerva. In particolare, i lavori mirano a far scomparire il tratto iniziale di via Alessandrina, l'unica strada che resta del cosidetto quartiere «Alessandrino» del XVI secolo che fu totalmente spianato per far posto alla «via dell'Impero» (oggi via dei Fori Imperiali) realizzata da Mussolini nel 1932. La rimozione di 30 metri di via Alessandrina permetterà di mettere in comunicazione, anche visiva, il settore centrale della piazza del Foro di Traiano con il portico orientale del complesso e l’emiciclo dei Mercati di Traiano. «Sarà dunque possibile apprezzare la reale, originaria estensione di questa parte del Foro e coglierne l’intera ampiezza da via dei Fori Imperiali sino alle pendici del Quirinale» spiega la Sovrintendenza.
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