1 - PRIMARIE, SÌ A GUALTIERI E LEPORE A ROMA SCONTRO SULL'AFFLUENZA
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"
roberto gualtieri
Lo stato maggiore del Pd può tirare un sospiro di sollievo: a Roma e a Bologna non c' è stato il flop delle primarie come a Torino. Nella Capitale votano in 45 mila, nel capoluogo dell' Emilia-Romagna in 27 mila.
E in entrambe le città il risultato è quello auspicato: a Roma vince Roberto Gualtieri, e a Bologna Matteo Lepore batte Isabella Conti 59,5 contro 40,5.
E così Enrico Letta a sera, anche se nella Capitale partono le contestazioni sui numeri dei partecipanti al voto, può dire: «Bene! La prima scommessa è vinta. Le primarie a Roma e Bologna sono un successo di popolo. La vittoria di Lepore e Gualtieri dimostra che abbiamo avuto ragione a non avere paura di farle perché il popolo di centrosinistra è con noi. Avanti!».
matteo lepore
Certo, i dati della partecipazione, soprattutto a Roma non sono propriamente esaltanti, ma certamente molto meglio delle previsioni fatte al Nazareno. Il raffronto è quello con le precedenti primarie del 2016, quando i pd, demotivati, davano per scontata la vittoria di Virginia Raggi nella corsa al Campidoglio: allora i votanti furono 47.317, poi ulteriormente ridotti a 44.501 dopo un riconteggio delle schede bianche. E ieri sera nel giro di mezz' ora a Roma si è passati da 37 mila votanti a 40 mila, sino ai 45 mila finali.
giovanni caudo
Ossia la stessa identica percentuale che il Pd romano va profetizzando da una settimana: quella che consente ai dem di dire che queste primarie sono andate meglio di quelle del 2016.
Ma uno dei competitor di Gualtieri, Giovanni Caudo, il candidato sponsorizzato da Ignazio Marino, contesta quella cifra raggiunta in extremis in serata: «Saranno al massimo 37 mila». E su queste primarie, come è già successo in passato, cominciano a fioccare le contestazioni e a gravare i sospetti.
ENRICO LETTA - ROBERTO GUALTIERI
Ma Gualtieri esorta: «Da domani tutti uniti, come l' Italia di Roberto Mancini». E al Pd si brinda. Letta chiama Gualtieri, Lepore e anche Conti. Andrea Orlando esulta: «Una bella vittoria, ora tutti insieme per far vincere il centrosinistra». E Nicola Zingaretti afferma: «Grazie Roma, il centrosinistra è più forte».
Stavolta comunque, al contrario di quanto è avvenuto a Torino, la macchina comunicativa del partito si è mossa per tempo e con grande efficienza per evitare che si riparlasse di un flop. Prima Roberto Gualtieri ha messo le mani avanti: «Le primarie si stanno svolgendo in condizioni difficili.
ISABELLA CONTI
C' è caldo e c' è la partita». Dopo, quando mancavano ore ai dati definitivi dell' affluenza ai gazebo, il Pd cantava già vittoria. Enrico Letta, che ha votato alle cinque e un quarto di pomeriggio al Testaccio, infilata la scheda nell' urna, si è detto «molto soddisfatto» dell' andamento delle cose: «C' è stata una grande affluenza. Il popolo democratico e progressista c' è e partecipa. Questo è un grande viatico in vista delle elezioni di ottobre».
Il leader dem ha minimizzato anche le divisioni che hanno attraversato il Pd bolognese, dove un pezzo del partito si è schierato per Isabella Conti: «A Bologna non c' è stato nessuno sconquasso. Le primarie sono così. Quando un risultato è meno scontato si dice che è uno sconquasso, quando è meno combattuto si dice «vergogna. è già tutto deciso». Ma le primarie sono il nostro metodo e non intendiamo cambiarlo. Nel dopo Covid stiamo iniziando a scrivere nuove pagine di democrazia».
tobia zevi roberto gualtieri cristina grancio
Come sempre accade non sono mancate le polemiche. Giovanni Caudo ha denunciato «file anomale, irregolarità e pochi controlli». Mentre un caso è stato il falso messaggio WhatsApp attribuito a Carlo Calenda in cui il leader di Azione sponsorizzava Caudo. Letta ha cercato di gettare acqua sul fuoco per non trasformare «una giornata di festa» in una rissa: «Non sentirete da me una sola parola polemica».
Ora comincia la partita vera. Quella delle elezioni amministrative. E mentre a Bologna, dove i dem andranno con i 5 Stelle, l' esito è scontato, a Roma è un' incognita.
pd primarie dibattito palazzo occupato
2 - PRIMARIE PD, LO SCHIAFFO DEI GAZEBO: MENO VOTANTI DEL DOPO MAFIA CAPITALE
Mario Ajello per "il Messaggero"
Primarie-deserto. Gazebo malinconicamente vuoti. Il rito autoreferenziale della conta per decidere il candidato sindaco del Pd a Roma non solo si rivela piccolo e solitario ma lo è oltre ogni previsione. Se prima la soglia del successo delle primarie in scena ieri era di 50 mila persone (c' è chi alzava l' asticella a 75mila), ora ci si deve accontentare di 45mila votanti (il dato lo dice Letta ma il chiacchierato Caudo ridimensiona il già poco: «Al massimo avranno votato in 35mila»), per lo più anziani: tanti i 70enni, un po' di militanti di mezza età e totale assenza di giovani.
pd primarie dibattito palazzo occupato 2
Al punto che a Piazza Grecia, nel gazebo del Villaggio Olimpico, uno degli scrutatori a un certo punto ironicamente dice nel vuoto delle code che non ci sono e dei ragazzi che se ne infischiano del Pd e di questa rappresentazione del nulla: «Ma non c' è nessuno di noi che ha un figlio o un nipote da sventolare davanti al tendone con la scheda in mano, almeno per poter mettere la foto sui social?».
ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA
Un insuccesso clamoroso queste primarie tra pochi intimi rispetto ai 110mila votanti nella gara che incoronò Ignazio Marino nel 2013 (contro Gentiloni e Sassoli) e pure rispetto ai 47.300 del 2016 (ma i voti validi furono 43.607) quando la spuntò Roberto Giachetti poi sconfitto nelle urne vere da Virginia Raggi.
GIOVANNI CAUDO
Per non parlare delle primarie che, nel marzo 2019, elessero segretario Nicola Zingaretti: 92mila persone al voto a Roma. Quel che colpisce è soprattutto il paragone con i gazebo del 2016. Il Pd usciva dal massacro di Mafia Capitale, nella quale era implicata a tutti i livelli. Nonostante gli arresti, e il discredito e lo sbandamento in cui versava il partito, ai tendoni andarono più simpatizzanti di quelli che ci si sono recati in queste ore.
E questo, nello schiaffo rappresentato da queste primarie, è lo schiaffo nello schiaffo che deve far preoccupare davvero i dirigenti dem e farli riflettere sul rapporto del partito non solo con i cittadini di Roma in generale ma perfino con il proprio mondo di riferimento. «Ci hanno rimasti da soli sti quattro cornuti» (riferito ai romani normali), si sorride amaramente nel seggio di Tor Bella Monaca, il quartiere dove Enrico Letta è andato in vista una settimana fa e dove l' affluenza come in tutte le periferie è stata bassissima.
PRIMARIE PD A BOLOGNA
«Abbiamo perduto la connessione sentimentale con il popolo», è la citazione gramsciana che fa un anziano al gazebo di Piazza Mazzini, che pure è stato uno dei più frequentati (borghesia progressista) e qui ha votato Zingaretti.
Se si pensa del resto a chi fossero i candidati delle primarie 2013, si può spiegare il tonfo della partecipazione a queste primarie. Allora, in campo c' erano Gentiloni (che sarebbe stato premier e ora è commissario Ue) e Sassoli, ora presidente dell' Europarlamento. Oggi c' è Imma Battaglia. E se nel 2016 la sfida era Morassut-Giachetti, figure d' esperienza riconosciuta, oggi il popolo dem s' è dovuta accontentare di un Caudo: il deserto di partecipazione non può che spiegarsi anche così.
ISABELLA CONTI 1
E insieme con il fatto che è difficile coinvolgere gli elettori quando si sa già alla vigilia chi vincerà. Infatti il vincitore annunciato, Gualtieri, è arrivato primo. E' al 62 per cento nei primi 42 seggi scrutinati (Caudo secondo) e sarà il candidato per il Campidoglio.
L' ENFASI
roberto gualtieri
Altro che bagno di democrazia! A Testaccio di solito nelle primarie i votanti superano quota mille ma stavolta no: non più di 500. A Piazza Mazzini nel 2016 la quota fu 1200, in questo caso invece 500. E via così. Dove male, dove peggio. E infierisce Massimo Cacciari: «Un partito che non sa decidere fa le primarie. E al Pd le primarie servono perché è un partito di piccole consorterie e di cooptati».
ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 2
Eppure, da Letta giù, quanto entusiasmo per il flop trasformato, nelle parole di giubilo, in «grande partecipazione democratica!». Ritornello valido anche a Bologna (25mila votanti), dove il candidato dell' apparato, Matteo Lepore, ha vinto con il 59,6 per cento su Isabella Conti (40,4), candidata vicina a Matteo Renzi ma votata anche da molti dem vogliosi di aria nuova. E il partitone scricchiola pure sotto le Due Torri.
ROBERTO GUALTIERI VOTA ALLE PRIMARIE DEL PD PER ROMA ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 1