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Il nome di Alessio D’Amato fin dal primo momento in cui è stato lanciato come candidato dem per la Regione Lazio ha spaccato il partito. L’ex assessore di Zingaretti è favorevole a sostenere Letizia Moratti in Lombardia e non vuole l’alleanza con i 5 Stelle. Letta, sfinito dal braccio di ferro con le correnti, aveva pensato di anticipare le dimissioni per lasciare la patata bollente al suo erede.
Si infiamma la corsa per la segreteria. Grande attivismo attorno alla figura di Elly Schlein, che in prima battuta era stata caldeggiata da Bettini. Il gran ciambellone dem ha poi cambiato idea rendendosi conto che la candidatura della vicepresidente dell’Emilia-Romagna avrebbe spaccato il partito. Anche per questo la sinistra Pd sta spingendo per ri-mettere in campo l’Orlando fumoso (che già prese una scoppola epica contro Renzi). Questa ipotesi fa attorcigliare le budella agli ex renziani di Base Riformista e all’area Franceschini non solo perché con Orlando il Pd diventerebbe lo junior partner dei 5 Stelle ma anche perché l’avvento dell’ex ministro alla guida del Pd porterebbe al ritorno in pompa magna dei sinistrati Bersani, D’Alema e Speranza. In questo marasma, più passano i giorni, più l’ipotesi scissione prende corpo…
elly schlein
IL CENTROSINISTRA CONGELA D'AMATO "DOBBIAMO TRATTARE CON I 5STELLE"
Marina de Ghantuz Cubbe per “la Repubblica – ed. Roma”
Le forze di sinistra all'incontro con il Pd hanno fatto fuoco e fiamme. E il tavolo di coalizione è stato congelato. Un paradosso nel campo della fisica, non in quello della politica. Da Europa Verde e Sinistra italiana, passando per Pop, Demos, Articolo1, Radicali e + Europa tutti hanno chiesto di riaprire il dialogo con il M5s per provare a battere il centrodestra alle prossime regionali nel Lazio.
LETTA
Visti i sondaggi, per il centrosinistra vincere sarebbe già difficile correndo insieme ai pentastellati. «Se si va divisi allora come direbbe Pier Luigi Bersani ci possiamo anche riposare», commenta Piero Latino di Articolo1. Anche questa forza, vicina al Pd, è come le altre per tentare fino all'ultimo la strada del confronto con il M5s.
Ieri, prima che iniziasse la riunione, uno scambio seppur a distanza tra Alessio D'Amato e Giuseppe Conte c'è stato: « Massima apertura, vogliamo costruire l'alleanza più larga possibile», ha detto l'assessore alla Sanità. Per il presidente dei pentastellati però « la nostra posizione è stata molto chiara. Abbiamo posto dei temi e abbiamo chiesto alle forze se ci stanno. Loro ( il Pd ndr) scelgono prima il candidato e i programmi sono secondari, auguri».
ALESSIO D AMATO
Non proprio un segnale di distensione. Ma la volontà delle forze di sinistra di tentarle tutte è emersa con una tale forza che il segretario regionale del Pd Bruno Astorre a riunione terminata ha definito « sospeso il tavolo » . Ora per i dem spetta a D'Amato « il compito di tenere e allargare il campo della coalizione nonché costruire un'alleanza programmatica - continua Astorre - Vicino ad Alessio ci saranno tutti i vertici nazionali e regionali del Pd». Se però neanche dopo questa apertura si riuscirà a costruire un'alleanza « sia chiaro che è responsabilità del Movimento 5 Stelle», ha sottolineato il segretario dem.
Responsabilità che per i dem sono chiare, con Conte che ha già deciso di andare da solo né condividerebbe la strada proposta dalla pentastellata Roberta Lombardi, ovvero trovare un candidato condiviso tra M5s e sinistra e farlo partecipare alle primarie contro D'Amato.
Ma le proposte per cercare di convincere Conte sono svariate ed è « il momento di tentare tutto quello che finora non si è tentato per costruire ponti e tornare alla coalizione larga con cui abbiamo governato nel Lazio negli ultimi due anni»', dice Marta Bonafoni di Pop.
goffredo bettini andrea orlando foto di bacco
Anche per Paolo Ciani di Demos « bisogna andare a parlare con Conte e vedere se c'è la volontà di discutere e arrivare a una composizione, o se c'è una preclusione di principio » . Fatto sta che « adesso la palla è in mano a D'Amato - aggiunge Claudio Marotta di Sce - Il nostro appello è di riaprire il dialogo programmatico anche coi 5stelle e quindi a tutto il campo largo».
Visto che il nodo principale con i pentastellati è quello del termovalorizzatore, Filiberto Zaratti dell'alleanza Europa Verde e Sinistra italiana ha prima chiesto di azzerare le candidature e poi ha rilanciato l'idea di una commissione formata dal governo, il commissario Gualtieri e la Regione. Per Alessandro Capriccioli (Radicali e + Europa), invece la questione si risolve «sottoponendo un referendum ai romani sul termovalorizzatore, strumento di democrazia diretta a cui Conte non si opporrebbe » . Intanto, contro la decisione di realizzare l'impianto si è dimesso Alessandro Lepidini, fino a ieri assessore del Pd all'Ambiente nel IX municipio, dove sorgerà l'inceneritore.
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