Gian Guido Vecchi per corriere.it
Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto
Tre mesi di dubbi, sospetti di complotto perfino intorno alla data di morte del Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre, divisioni e allarmi a rimbalzare in Rete ai quattro angoli del pianeta. Da più di tre anni l’Ordine di Malta va avanti così: da quando Francesco, nel gennaio 2017, chiese e ottenne le dimissioni del Gran Maestro precedente, l’inglese Fra’ Matthew Festing, dopo uno scontro interno che è stato visto come il primo esempio della fronda tradizionalista contro il Papa, deciso a riformare l’ordine religioso-cavalleresco fondato a Gerusalemme nel secolo XI.
Ma ora le tappe future sono definite, il caos di «voci» si va chiarendo. Il vertice, anzitutto: entro tre mesi dalla morte del Gran Maestro, ovvero entro fine mese, verrà annunciata la data di convocazione del «Consiglio Compìto di Stato» che «si riunirà a novembre», spiegano ai piani alti della Santa Sede, per eleggere a vita il nuovo Gran Maestro o in alternativa un «luogotenente del Gran Maestro» a tempo, per un anno. Una soluzione, quest’ultima, che sembra possa prevalere.
papa franceco con matthew festing 1
In ballo c’è infatti anche la convocazione del «Capitolo generale straordinario» dell’Ordine, che dovrà riunirsi per definire le riforme: il Papa aveva chiesto un «aggiornamento della Carta Costituzionale e dello Statuto melitense». In origine il Capitolo era stato convocato proprio per novembre ma a questo punto sarà rinviato «a data da destinarsi», proprio per poter eleggere prima il capo dell’Ordine. Per questo si pensa alla nomina di un «luogotenente del Gran Maestro» provvisorio: per fare in modo che il nuovo Gran Maestro sia eletto solo dopo l’approvazione della nuova Costituzione, anche perché tra le ipotesi di riforma c’è l’idea di un governo più «collegiale».
fra matthew festing
Il dissidio sulle date — prima l’elezione del Gran Maestro o il Capitolo per approvare le riforme? — ha scandito le polemiche delle ultime settimane. L’Ordine di Malta aveva dovuto chiarire che il Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre, un galantuomo eletto come figura di garanzia dopo la crisi del 2017 e da tempo malato di tumore, era morto nella notte del 29 aprile «alle ore 00:08, come risulta dal certificato dei medici redatto dai medici curanti», perché all’interno dell’Ordine c’era chi sospettava fosse morto il giorno prima: e che la convocazione a novembre del Capitolo per le riforme, comunicata proprio il 28 aprile, fosse avvenuta «post mortem», barando sulla data per accelerare il cambiamento.
Un’accusa «infondata e infangante», avevano ribattuto i vertici dell’Ordine: la decisione era già stata presa dal Gran Maestro e dal Consiglio «nella riunione del 2 aprile». Del resto c’è chi parla di una firma a poche ore della morte.
PAPA BERGOGLIO E FESTING
Sospetti che la dicono lunga sul clima di un Ordine che conta 13.500 membri, un migliaio di ospedali e missioni nel mondo, un bilancio di quasi due miliardi. La crisi scoppiò a dicembre 2016, quando Festing destituì il Gran Cancelliere tedesco, Albrecht von Boeselager, accusandolo di aver permesso la distribuzione di preservativi in Africa e nel Myanmar. Accuse respinte, tensioni che restano. Alcune associazioni americane avevano scritto al cardinale Angelo Becciu, delegato speciale del Papa, temendo che le riforme fossero approvate prima dell’elezione del Gran Maestro.
Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto fra ludwig hoffman e fra giacomo dalla torre del tempio di sanguinetto cavalieri di malta fra giacomo dalla torre del tempio di sanguinetto (2) festing e il papa