Alessandro Fulloni per “il Messaggero”
enzo lotti
Tutto nacque da un incontro. Quello a pranzo, in un ristorante a Milano, tra due fratelli infaticabili e geniali, Enzo e Giovanni Lotti, e un agente di commercio giapponese, il signor Tanaka, che girava l' Italia per vendere legno di betulla proveniente dalla provincia di Hokkaido, profumato, resistente ma facilmente lavorabile. Siamo a metà degli anni Sessanta e l' Italia è quella del boom economico.
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L' idea degli stuzzicadenti - quelli del celeberrimo marchio «Samurai» venduti in tutto il mondo - nasce lì a tavola, «mescolando fantasia e talento imprenditoriale» racconta adesso Alessandro Lotti, il figlio di Enzo che si è spento sabato notte, a 87 anni, per delle complicazioni impreviste sopraggiunte dopo un ricovero per diabete. Fu proprio Tanaka a suggerire ai due fratelli - originari di Mantova, figli di contadini - l' utilizzo di quei listelli in legno.
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Come quell' esprit imprenditoriale si concretizzò fa parte della saga familiare che Alessandro - oggi cinquantaquattrenne presidente di Sisma Group, il gruppo cui ha dato vita l' azienda fondata dai due fratelli - ha udito infinite volte, sin da bambino. «Mio padre e mio zio, che si è spento nel 2015, ascoltarono incuriositi - ricorda - le parole del giapponese tradotte da una quarta persona a tavola con loro, chiamata apposta per intendersi più facilmente in quella conversazione».
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Enzo e Giovanni non avevano alcuna esperienza imprenditoriale «anche se erano due venditori straordinari». Il primo era rappresentante di prodotti per la casa, il secondo di dadi da cucina. «Con un po' di sana follia, dopo aver stretto l' accordo con Tanaka per l' importazione del legname, per un' estate, quella del 1965, girarono l' Europa, con un' Alfa 1300, alla ricerca dei macchinari necessari alla lavorazione degli stuzzicadenti.
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Bisognava tagliarli, sagomarli, imballarli, mica facile...». Poi c' era anche la parte commerciale dell' impresa, altrettanto decisiva: «Ovvero convincere la grande distribuzione dell' indispensabilità», per l' igiene orale post pasto, di quei minuscoli stecchini di legno.
Che prima dell' arrivo delle scatole della «Samurai» erano di fattura assai rudimentale, prodotti artigianalmente con un legno non adatto, ruvido.
Oppure in metallo, argento o oro, «oggetti però assai simili a gioielli».
Per commercializzare i loro stuzzicadenti, i due fratelli si rivolsero alla Sipra, la concessionaria della tv di Stato. Qui seppero farsi spazio «inserendosi tra i grandi marchi - prosegue Alessandro - che monopolizzavano la programmazione dei caroselli».
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Ci riuscirono proponendo spot di qualità. «Ne ricordo uno dalle atmosfere felliniane che ci procurò qualche grattacapo con la censura, tanto che si dovette cambiare il finale».
Una r éclame dalla trama semplice di circa 30 secondi: un uomo e una donna s' incontrano a tavola e «lei nel sorriso conclusivo rivelava denti pieni di rimasugli. Ma forse era troppo sensuale. "Turbava", ci spiegarono. Così virammo, dopo il niet perentorio della Sipra, su scene più sobrie».
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Oggi la Sisma Group dà lavoro a circa 250 dipendenti distribuiti tra due stabilimenti di produzione a Mantova e un magazzino a Milano. Gran parte del fatturato annuo - circa 50 milioni di euro - viene dalle vendite all' estero che comprendono bastoncini nettaorecchie e salviette per il maquillage . A proposito: i figli di Tanaka continuano a rifornire la Sisma Group del legno di betulla.
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