Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”
the lancet sui corpi con vagina
Certo, da una pubblicazione scientifica non è che potessimo aspettarci una citazione di Dante per descrivere con parole appropriate il genere femminile, ma definire la donna "corpo con vagina" è davvero troppo.
Indignante e perfino sorprendente per una rivista di indiscutibile prestigio come la britannica "The Lancet", considerata insieme a poche altre come una sorta di Vangelo nel campo medico-scientifico.
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Per la verità, alla redattrice senior Sophia Davis non avevano affidato un compito facile, visto che era stata spedita al Vagina Museum nel Camden Market di Londra per recensire una mostra sul "menstrual shame" dal titolo "Periods on Display"; ma è evidente si sia, per così dire, fatta prendere la mano dagli schemi mentali e comunicativi attualmente in voga.
SEMPRE ALL'ERTA
BERLUSCONI 80 - ALLA FIGA
Travolta dagli eccessi del politically correct, ammaliata dalle sirene della cancel culture e dall'ideologia woke - quella che appunto afferma la necessità di stare sempre all'erta di fronte a razzismo e alle discriminazioni sessuali -, per la copertina del suo articolo ha scelto un titolo che in realtà è una citazione del pezzo stesso, in cui si asserisce che «storicamente, l'anatomia e la fisiologia dei corpi con le vagine sono state trascurate».
hermafrodite
Una battuta consona al tema della mostra in un museo peraltro già di suo non esattamente aulico? Può darsi, ma di gran pessimo gusto visto che tra l'altro l'articolo appare su una pubblicazione che dovrebbe interessarsi di scienza senza far discutere di altro.
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La definizione, come ovvio, ha scatenato una diffusa indignazione sui social media, specie su Twitter, dove la pagina in questione è stata riportata provocando una serie di contraddittorie proteste, una specie di cortocircuito tra le vestali del pensiero unico.
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Tra chi si è ritenuto offeso ci sono politici, scienziati, medici. Ad esempio lo psichiatra in pensione e professore dell'University College di Londra Dave Curtis che comunica, indignato, di aver scritto a Lancet «per dire loro di togliermi dalla loro lista di revisori statistici e cancellare il mio abbonamento e non contattarmi mai più per nulla».
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Ci sono ovviamente e giustamente anche le femministe, come il gruppo "Women Make Glasgow", che dicono di voler presentare un reclamo formale su quella copertina «disumanizzante e sessista».
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Ma tra gli indignati ci sono anche gli attivisti dei diritti gay, lesbian, bisexual, trangender, e poi queer, intersexual e perfino asexual, secondo la versione attualizzata d'oltreoceano. «Il linguaggio disumanizzante ha ora infettato il Lancet», ha ad esempio twittato Dennis Kavanagh di Lesbian & Gay News. «Dove andremo a finire?» ha scritto invece Martina Navratilova, grande tennista del passato e celebrata atleta del mondo Lgbt.
CORTO CIRCUITO
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Ovviamente nessuno toglie a questi maître à penser della vulgata pseudo progressista il diritto e le libertà di indignarsi, se non fosse che sono proprio loro che hanno innescato la deriva che ha trascinato al largo anche il Lancet, promuovendo la cancellazione dei "gender binari" e di fatto la disumanizzazione dei sessi (si badi, non del sesso), ridotti così in definitiva a pura scelta individuale, se non addirittura a capriccio.
In quest'ottica la vagina diventa una semplice caratteristica fisica, perfino trascurabile e in alcuni casi indesiderata, mentre l'utero viene relegato a mero organo utile solo allo scopo riproduttivo. D'altronde cos'è se non un "corpo con vagina" una donna che a pagamento riproduce un bambino per una coppia gay?
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Ma questa non è la sola contraddizione. L'altra, più politica, è che contro la definizione di Lancet si è scatenato tutto l'armamentario politically correct progressista e di sinistra, sotto il cui ombrello convivono appunto femminismo alla Boldrini ed estremismo Lgbt, anche se sono l'uno la negazione dell'altro.
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In questa supponente cozzaglia ideologica, convive chi vorrebbe declinare al femminile parole che non lo richiedono per onorare la parità dei sessi, e chi al contrario vorrebbe introdurre l'asterisco per annullare i sessi, neutralizzando e trascendendo i generi. Trasformando cioè l'umanità in corpi con vagine e corpi con peni.
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