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    DIVORATI DAL LEONE - LA SCONFITTA DEL CINEMA ITALIANO A VENEZIA NON VA GIÙ A MOLTI - GIOVANNI VERONESI: “NON NE POSSO PIÙ DEI FILM COREANI CHE SONO MOLTO BELLI MA MI HANNO ROTTO LE PALLE” - PIERA DETASSIS: “MANN È UN ARTISTA DAL CARATTERE COSÌ FORTE CHE HA SQUILIBRATO IL TUTTO. I PREMI ITALIANI LI OTTENIAMO SOLO PER VOTI DI SCAMBIO” - FRANCESCO GIRO (PDL) È FURIBONDO: “NON SIAMO MICA UNA COLONIA! VENGONO QUI A NOSTRE SPESE E CI TRATTANO COME DEGLI SCEMI”...


     
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    Michela Tamburrino per "la Stampa"

    PIERA DETASSISPIERA DETASSIS

    Il regista Giovanni Veronesi ieri sintetizzava bene su Twitter il mood italiano dopo la finale veneziana: «Io non ne posso più dei film coreani che sono molto belli ma mi hanno rotto le palle. Tutto qua. E allora vado a mangiare un galletto. Addio». E patriottismo sia.

    GIOVANNI VERONESIGIOVANNI VERONESI

    Nel giorno della delusione l'ex direttore del festival di Roma Piera Detassis si concede un po' di campanilismo: «Stavolta penso si possa essere patriottici, so bene che le giurie hanno tante anime e sono entusiasta di questo Leone d'oro ma Bella addormentata non sarebbe stata da meno su quel palco. Pur nella metafora così italiana questo film era internazionale ma è rimasto oscuro ai giurati stranieri, a Bellocchio era già capitato con Buongiorno notte.

    Il problema è che le giurie dovrebbero essere più omogenee, Mann è un artista così carismatico e dal carattere così forte che ha squilibrato il tutto, non a caso come ha rivelato Hollywood reporter avrebbe dato tre premi a The master. I premi italiani li otteniamo solo per voti di scambio». Per il giornalista Andrea Purgatori «È curioso che gli italiani a Venezia restino sempre indietro, forse è un segnale che questa mostra la debbono disertare e così infatti fanno scegliendo Toronto».

    BELLOCCHIO A VENEZIA jpegBELLOCCHIO A VENEZIA jpeg KIM KI DOUK KIM KI DOUK

    Il più veemente è il pidiellino Francesco Giro. «Il flop del cinema italiano a Venezia non può restare senza conseguenze. Occorre aprire un confronto serio su questo fallimento. Non è credibile che a Cannes e a Berlino veniamo premiati mentre a Venezia siamo addirittura sbeffeggiati e censurati dal presidente di giuria di turno che tappa la bocca ai giurati. Non siamo mica una colonia! Vengono qui a nostre spese e ci trattano come degli scemi. I francesi a Cannes e i tedeschi a Berlino si fanno rispettare e sentire, eccome! Noi evidentemente abbiamo dei direttori della mostra deboli anzi debolissimi, succubi e non carismatici che peraltro selezionano malissimo i film».

     

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