MEME SU NOVAK DJOKOVIC IN VERSIONE TOM HANKS IN THE TERMINAL
1 - DJOKOVIC DI NUOVO IN STATO DI FERMO
(ANSA-AFP) - Novak Djokovic è di nuovo in detenzione. Lo rendono noto i suoi avvocati.
Secondo il governo, infatti, la presenza in Australia del numero uno del tennis mondiale, non vaccinato contro il Covid, "potrebbe incoraggiare il sentimento contro i vaccini". Le autorità australiane hanno presentato per questo una memoria davanti alla giustizia, chiedendo l'espulsione del serbo dal Paese.
2 - DJOKOVIC:NADAL, AUSTRALIAN OPEN PIÙ IMPORTANTE DI CHIUNQUE
(ANSA-AFP) - "L'Australian Open è molto più importante di qualunque giocatore". Sono le parole di Rafa Nadal commentando la situazione di Novak Djokovic, ancora in stato di fermo in attesa che venga discusso il suo appello contro l'espulsione dall'Australia.
"L'Australian Open sarà un grande Australian Open con o senza di lui", ha concluso lo spagnolo.
Djokovic arriva a Melbourne
3 - DJOKOVIC, IL GAME DECISIVO
Stefano Semeraro per “La Stampa”
Adesso siamo davvero al quinto set, anzi, al tie-break del quinto set. Il territorio dove di solito Novak Djokovic si trasforma in avversario imbattibile perché ripete freddamente gli stessi schemi vincenti di sempre, mentre gli altri cercano di strafare.
Stavolta non potrà replicare, perché la partita si gioca fuori dal campo, in un'aula da tribunale dove, forse per la prima volta in vita sua, il Djoker non dispone di risposte vincenti. In ballo non c'è solo una questione burocratica, o un dilemma sul vaccino; ma il resto della sua carriera, un bando di tre anni dall'Australia, la credibilità stessa della sua immagine.
oppositori di djokovic
E un pezzo di futuro del tennis. Il ministro australiano dell'immigrazione Alex Hawke - una vocale in più dell'Hawk Eye che decide le chiamate nel tennis - ha deciso di revocare di nuovo al numero 1 del mondo, che rifiuta di vaccinarsi, il visto che il giudice della Federal and Family Court gli aveva restituito quattro giorni fa, dopo il primo respingimento del 5 dicembre. E lo ha fatto spiegando che Djokovic, in quanto famoso e non vaccinato, rappresenta addirittura un pericolo «per l'ordine sociale e la salute pubblica» australiana.
dijana srdjan e djordje djokovic
«Mr Djokovic - sostiene Hawke - è visto come un modello nella comunità sportiva e al di fuori, la sua presenza in Australia può favorire il disinteresse per le precauzioni nei confronti della positività al Covid. In particolare, il suo comportamento può incoraggiare altri ad emularlo».
Da numero uno del tennis, a pericolo pubblico numero uno. Poco dopo la scorsa mezzanotte - le 10,15 di sabato a Melbourne - Djokovic si è dovuto presentare ad un colloquio con due funzionari dell'Immigrazione, assistito dai suoi legali. Poi, come stabilito nella udienza straordinaria convocata ieri dopo la decisione del ministro Hawke, è stato trasportato in detenzione in un «luogo concordato» fra le parti, ma sconosciuto al pubblico, per evitare che ripartisse il circo delle contestazioni.
djokovic a dicembre senza mascherina 1
Stasera, quando saranno le 23 in Italia, il giudice federale dirà un parola si spera definitiva, prima che lunedì inizino gli Australian Open. All'avvocato Nick Wood, che difende Djokovic, rimangono carte disperate: un vizio di forma, un giudizio contrario alla legge. Ieri ha tentato di agitare il pericolo che, se davvero Djokovic sarà espulso, i No Vax scendano di nuovo in strada provocando disordini. Ma non è servito.
«Gli australiani hanno affrontato molti sacrifici durante la pandemia», ha affondato il premier Scott Morrison, accusato dai suoi rivali di aver strumentalizzato la faccenda in vista delle elezioni federali. «E si aspettano giustamente che i risultati di quei sacrifici siano difesi». Al contribuente australiano il processo costerà più di mezzo milione di dollari ed è facile prevedere che il trauma di questi giorni si trasformerà in una ferita difficile da rimarginare, anche considerando quanto sia importante lo sport per l'identità nazionale «aussie».
sostenitori di djokovic
Il tennis nel frattempo sta osservando con sconcerto - come quando sull'autobus il controllore cerca di trascinare fuori un passeggero agitato e senza biglietto - fra i comunicati cerchiobottisti dell'Atp, il silenzio fragoroso della federazione internazionale e la perdita di stile del Roland Garros - «da noi potrebbe giocare anche senza vaccinarsi» - che fa a pugni con il celodurismo Pro Vax di Macron.
park hotel melbourne 2
I colleghi di Djokovic, come l'opinione pubblica australiana che al 90% lo vorrebbe «out», gli sono quasi tutti contro. «Non voglio infierire su di lui, ma la maggioranza dei giocatori si è vaccinata», ha detto Andy Murray. «Lo ammiro, ma avrebbe dovuto vaccinarsi per il bene comune», sostiene Martina Navratilova, mentre Rafa Nadal da giorni ha sottolineato che «chi si vaccina può giocare gli Australian Open». In tanti, come ha sintetizzato Stefanos Tsitsipas, ancor più che le posizioni no vax gli contestano di aver voluto imporre «le sue regole personali, facendo fare la figura degli stupidi a tutti gli altri». La domanda che dovrebbe farsi ora Djokovic è soprattutto una: ne valeva la pena, campione?
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