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    QUANTO E' DOLCE&GABBANA NEW YORK - LA QUATTRO GIORNI ALL’INSEGNA DI CENE E SFILATE, DANZE E ALTA SARTORIA – DA SARAH JESSICA PARKER A ISABELLA ROSSELLINI, DA NAOMI A LIZA MINNELLI: SUPERSTAR IN PRIMA FILA - “COME SI DIVENTA UNA STAR? BRILLANDO. E DOLCE E GABBANA HANNO IL POTERE DI FARE BRILLARE TUTTI” (ANCHE IL PORTAFOGLIO) - VIDEO


     
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    Simone Marchetti per “la Repubblica”

    dolce&gabbana con sarah jessica parker dolce&gabbana con sarah jessica parker

     

    L' Haute couture è morta, tuonava Pierre Bergé, mitico compagno di Yves Saint Laurent. Aveva torto. L' Alta Moda è viva. E non spetta più ai maestri francesi di tenerla in vita. Tocca a due italiani, chi l' avrebbe detto: sono Domenico Dolce e Stefano Gabbana, protagonisti increduli di una quattro giorni di italianità a New York che ha valicato confini mai violati prima dalla moda. Tutto inizia alla Public Library, la biblioteca della città.

     

    Venerdì 6 aprile, serata dedicata all' Alta Gioielleria. Sono 250 i clienti milionari che si presentano all' appuntamento.

    Nel 2012, anno del debutto di Dolce&Gabbana nell' Alta Moda, erano solo 40. Le cifre degli abiti che indossano oscillano dai 50 ai 500 mila dollari. Quelle dei gioielli si spingono oltre il milione. Si muovono come ad un party, bevono champagne, si consultano coi venditori.

    liza minnelli liza minnelli

    Provano i preziosi mentre si scattano un selfie: il potere di Instagram resta uguale per tutti.

    I cinesi sono i più numerosi, Europa e America sembrano una minoranza. Arriva Sarah Jessica Parker, agghindata in abito dorato e parure di gioielli. Questi ultimi vengono battuti all' asta, come da copione, per aiutare il New York City Ballet e la Fondazione Roc United. Ma l' attrice rompe il protocollo.

     

    «Vendiamo anche l' abito?», chiede a Domenico Dolce. Lo stilista acconsente e una coppia di milionari di Newport, California, batte un tavolo di donne cinesi e si aggiudica tutto, parure e vestito, per 300 mila dollari circa.

    Cambio di scena, sabato sera, Rainbow Room, ristorante-cabaret aperto in un grattacielo nel 1934 dalla famiglia Rockefeller.

     

    joan smalls joan smalls

    Sessantacinque piani più sotto, Manhattan brilla oltre i vetri. E a 72 anni, tradita dal fisico ma non dalla voce, Liza Minnelli si presenta seduta su una sedia per cantare le hit di New York New York. «Rilassatevi, la vita è un cabaret», scherza tra un pezzo e l' altro mentre i modelli si muovono agghindati con la nuova collezione d' Alta Sartoria.

    Lo show finisce, arrivano pasta alla Norma e cacio e pepe, poi tutti a ballare come nel 1920.

     

    stella maxwell stella maxwell

    «All' inizio gli uomini erano timidi, oggi si fanno l' intero guardaroba da noi», commenta Dolce. Gli fa eco un cliente spagnolo di Barcellona: «La prima volta che mia moglie mi ha portato a un loro evento ho pensato sono matti, non metterò mai queste cose. Mi hanno insegnato a essere più libero, infatti spendo più di lei e mi vesto solo da loro».

     

    Terza serata, Metropolitan Opera House, tempio della lirica mai valicato da una sfilata. Nella piazza del teatro si celebra la retrospettiva delle creazioni d' Alta Moda dal 2012 a oggi. Lo scalone interno fa da scena allo show della collezione femminile mentre il palcoscenico ospita la cena sotto le scenografie di un' edizione storica della Turandot con la regia di Franco Zeffirelli. «Giacomo Puccini e i limoni di Sorrento, le Madonne e i cannoli, nella loro moda non c' è limite alla libertà. È gioia, eleganza e humour. Ed è la prova del valore dell' immigrazione», commenta Isabella Rossellini.

    ashley graham ashley graham

     

    «Come dimenticare il viaggio dalla Sicilia a Milano - continua Dolce - o la mia prima volta al Met, per ascoltare il grande Luciano Pavarotti. Mai e poi mai avrei sognato di arrivare fino a qui». Intanto, sui corpi di modelle di diverse forme ed età, dalla sempiterna Naomi Campbell alla prosperosa Ashley Graham, va in scena lo spettacolo dell' Alta Moda, una collezione che piega il melting pot di New York dentro i ricami, gli intarsi e gli altri volteggi dell' alto artigianato italiano.

    Finito lo show, parte l' assalto: le clienti salgono al piano superiore e quasi tutta la collezione finisce venduta.

     

    Qualche signora scende addirittura al party con l' abito appena acquistato. Perché tutto questo funziona? Spiega Gabbana: «Perché è vero artigianato italiano, perché abbiamo imparato ad ascoltare le clienti e perché la moda non è uno status sociale ma un gusto.

    sarah jessica parker sarah jessica parker

    La vera ragione, però, è che noi siamo tra i pochi stilisti viventi in questo mercato. Prendi Parigi, capitale di maison fondate da designer morti e sostenute da manager che rispondono a logiche finanziarie. Non ha senso, infatti l' haute couture languisce. La nostra Alta Moda è la testimonianza del valore e della richiesta di autenticità e bellezza».

     

    E non ha dubbi Kathryn A.Miller, managing director della Met Opera House: «Il valore di questa Alta Moda mi ricorda una frase di Cole Porter. A chi gli chiedeva come si diventa una star, lui rispondeva "brillando".

    Bene, questi due stilisti hanno il potere di fare brillare tutti.

    Clienti, artigiani, storie, l' Italia, New York. E non importa se compri un abito o se lo guardi soltanto. Ciò che conta è la bellezza, la bellezza che fa brillare».

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