1. GAZA: DOMANI ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU DOPO VETO USA
SOLDATO ISRAELIANO NEL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA
(ANSA-AFP) - Dopo il veto americano su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva un "cessate il fuoco umanitario" a Gaza, domani prenderà il via una riunione straordinaria dell'Assemblea generale dell'ONU.
L'incontro è stato richiesto dai rappresentanti dell'Organizzazione per la cooperazione islamica e del gruppo arabo. Secondo fonti diplomatiche, l'Assemblea Generale, le cui risoluzioni non sono vincolanti, potrebbe decidere un testo. La bozza di testo visionata dall'AFP riprende in gran parte la risoluzione respinta venerdì dal Consiglio di Sicurezza a causa del veto americano.
BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA
Il testo esprime preoccupazione per la "catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza", "chiede un immediato cessate il fuoco umanitario". Chiede inoltre la protezione dei civili, l'accesso umanitario e il rilascio "immediato e incondizionato" di tutti gli ostaggi.
Alla fine di ottobre, dopo quattro insuccessi in dieci giorni da parte del Consiglio di Sicurezza, l'Assemblea Generale aveva invocato, a larghissima maggioranza (120 voti favorevoli, 14 contrari e 45 astensioni), una "tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata, che porti alla cessazione delle ostilità" tra Israele e Hamas.
PALESTINESI AL CAMPO PROFUGHI DI JENIN DOPO IL RAID ISRAELIANO
Due settimane dopo il Consiglio è riuscito ad adottare una risoluzione che chiedeva "pause e corridoi umanitari" nella Striscia di Gaza, non un "cessate il fuoco" e nemmeno una tregua".
La settimana scorsa, invocando per la prima volta l'articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite che permette al Segretario generale di riunire il Consiglio su una questione che "potrebbe mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale", Antonio Guterres aveva esortato il Consiglio a spingere per un "cessate il fuoco umanitario", denunciando la "punizione collettiva" inflitta ai palestinesi.
benjamin netanyahu
"Purtroppo il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a farlo", ha lamentato ieri, descrivendo un Consiglio le cui "autorità e credibilità sono state seriamente compromesse". Venerdì la risoluzione preparata dagli Emirati Arabi Uniti in risposta alla richiesta del Segretario Generale, che chiedeva un "cessate il fuoco umanitario immediato" a Gaza, è stata bloccata dagli Stati Uniti. Ha ricevuto 13 voti a favore, uno contrario e un'astensione (Regno Unito).
2. Italia, Germania e Francia all'Ue, 'sanzioni per Hamas'
distruzione a rafah, nel sud della striscia di gaza, nel 2014
(ANSA) - I ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania sono favorevoli alla proposta dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, di creare "un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele e per contrastare le operazioni terroristiche del gruppo". In una lettera congiunta, Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock esprimono il loro "pieno sostegno alla proposta che dovrebbe permettere all'Ue di colpire i membri di Hamas, i gruppi affiliati e i sostenitori delle sue attività destabilizzanti".
antonio guterres
La missiva segue il documento comune presentato da Italia, Francia e Germania alla riunione dei ministri degli Esteri a novembre. "E' importante che l'Ue prenda tutte le misure necessarie contro il gruppo terroristico di Hamas e i suoi sostenitori, attraverso azioni concrete per prevenire che" attacchi come quelli del 7 ottobre "si ripetano", scrivono Tajani, Colonna e Baerbock. "La rapida adozione del regime sanzionatorio - si legge ancora nella lettera congiunta - permetterà di mandare un forte messaggio politico sull'impegno dell'Ue contro Hamas e la solidarietà con Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre".
3. MALATTIE E FAME, ALLARME ONU SU GAZA IL QATAR: «ORA PIÙ DIFFICILE MEDIARE»
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
ospedale al shifa a gaza 5
Un sacco di farina costa 450 shekel, oltre 110 euro, lo zucchero è scomparso dai negozi e lo si compra al mercato, caffé, uova, biscotti sono lussi che nessuno si può permettere perché sono introvabili.
L’autunno mediorientale non ha ancora portato il freddo più intenso, i palestinesi tagliano la legna dove la trovano — alberi o porte delle case distrutte — per bollire l’acqua. Oltre 1,8 milioni di sfollati interni sono scappati a sud lungo le vie di evacuazione ordinate dall’esercito israeliano, adesso premono verso Rafah e il confine con l’Egitto.
Dove sopravvivono ammassati nelle tende. «Non c’è nulla da mangiare e siamo in 21 sotto i teli», racconta Etimad Hassan all’agenzia Associated Press . I morti sono quasi 18 mila, un terzo di questi combattenti.
ospedale al shifa a gaza 7
«È l’inferno sulla Terra», denuncia Philippe Lazzarini che dirige l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Il collasso negli ospedali e il cedimento progressivo del sistema fognario nei 65 giorni di guerra stanno causando il diffondersi di malattie. Ne sono consapevoli anche gli israeliani che hanno individuato virus nelle analisi del sangue degli ostaggi liberati dopo quasi due mesi di prigionia, avrebbero intaccato le falde acquifere. Un inferno di cui gli abitanti — racconta il corrispondente dell’ Ansa dalla Striscia — cominciano ad accusare Hamas: «È lì che ci ha trascinato, finiremo con l’essere espulsi».
attacco di israele a gaza
I capi jihadisti dichiarano che «nessun altro sequestrato potrà tornare senza negoziati», ne restano 137. Fonti militari israeliane — scrive il quotidiano Haaretz — ammettono che «la pressione bellica non è in grado di creare in questo momento le condizioni», l’offensiva è concentrata su Khan Younis dove si nasconderebbe Yahya Sinwar, il boss di Hamas. «È finita, arrendetevi, non morite per lui», proclama il premier Benjamin Netanyahu rivolgendosi ai paramilitari del gruppo. L’intelligence stima che dei palestinesi catturati — sui social media sono girate foto dei prigionieri in mutande — solo il 10-15% appartiene ad Hamas.
attacco di israele a gaza 1
Il Qatar ripete di non aver abbandonato gli sforzi per una mediazione: i fondamentalisti hanno rilasciato 105 persone — portate via negli attacchi del 7 ottobre, 1.200 gli israeliani massacrati — in cambio della scarcerazione di quasi 300 donne e minori palestinesi detenuti, della pausa di una settimana nei combattimenti, dell’ingresso di 200 camion con aiuti militari. «I bombardamenti e l’offensiva riducono le nostre possibilità», commenta Mohammed bin Abdelrahman Al-Thani, il primo ministro del piccolo regno sul Golfo.
ospedale al shifa a gaza 3
In questi anni — come ricostruisce il New York Times — gli sceicchi hanno riversato miliardi di dollari all’organizzazione jihadista. Le valigie di contanti sono state consentite dal premier Benjamin Netanyahu: il leader della destra voleva mantenere le fazioni arabe divise — i fondamentalisti hanno tolto con un golpe il controllo di Gaza al presidente Abu Mazen — e rendere impossibili le trattative per la nascita di uno Stato palestinese. Un’altra dottrina decennale che Bibi è stato costretto a ribaltare è quella dell’amicizia — come la definisce nell’autobiografia — con Vladimir Putin: durante una telefonata di un’ora ha espresso le lagnanze per le «posizioni anti-israeliane» e il totale disaccordo per la cooperazione russa con gli iraniani. Che complica il fronte a nord, dove Hezbollah dal Libano ha ferito numerosi soldati con un drone.
proteste sotto casa di netanyahu 3 proteste sotto casa di netanyahu 2 BENJAMIN NETANYAHU INTERVISTATO DA ABC NEWS proteste sotto casa di netanyahu 1
BOMBARDAMENTO DELL EDIFICIO DEL CONSIGLIO LEGISLATIVO (PARLAMENTO) DI GAZA PRESUNTE SPIE TRUCIDATE IN CISGIORDANIA