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    DAGONEWS - DOMANI È PREVISTO IL RITORNO IN ITALIA DI GIORGIA MELONI E, AD ATTENDERLA, CI SONO SOLO ROGNE: DALLA CABINA DI REGIA SUL PNRR AL DECRETO AIUTI FINO ALLA FINANZIARIA (CHE E' IN ALTO MARE) - LA BUONA NOTIZIA PER LA DUCETTA È CHE MATTARELLA HA PERDONATO LA RUSSA, DOPO LE CRITICHE SEGUITE ALLE TENSIONI TRA MELONI E MACRON SUI MIGRANTI - GLI INCONTRI BLA-BLA AL G20 CON XI JINPING E L’INDIANO MODI - IL "MISUNDERSTANDING" CON BIDEN SUL GAS...


     
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    DAGONOTA

    SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

    Domani è previsto il ritorno in Italia di Giorgia Meloni. Ad attenderla, solo rogne. E’ in agenda una cabina di regia sui progetti del Pnrr, che hanno già accumulato un bel ritardo. In Consiglio dei ministri arriverà il decreto Aiuti e bisogna iniziare a lavorare alla Finanziaria, che è ancora in alto mare.

     

    La buona notizia per la Ducetta è che Sergio Mattarella ha perdonato quello scriteriato buontempone di Ignazio La Russa.

     

    Il presidente del Senato, dall’alto della sua incoscienza, s’è messo a criticare il Quirinale, dopo le tensioni tra Meloni e Macron per i migranti della Ocean Viking (“La fermezza del nostro governo deve essere sempre condivisa”).

     

    SERGIO MATTARELLA IGNAZIO LA RUSSA SERGIO MATTARELLA IGNAZIO LA RUSSA

    Giorgia Meloni ha tirato la recchia a La Russa obbligandolo a un necessario dietrofront: “Se attacchi il Quirinale, mi crei solo difficoltà”. Su questioni di politica internazionale, normalmente, il presidente del Senato tace. Lascia che siano palazzo Chigi e Colle a stabilire la linea e a esprimerla pubblicamente.

     

    La Mummia Sicula, che ha messo in conto le critiche dalla stampa di destra, non puo’ certo tollerare di essere messo in discussione dalla seconda carica dello Stato. Men che meno puo’ accettarlo Giorgia Meloni: un conflitto istituzionale interno sarebbe un brutto colpo alla sua credibilità internazionale.

     

    JOE BIDEN GIORGIA MELONI JOE BIDEN GIORGIA MELONI

    Dal viaggio a Bali, dove è stata affiancata da Fazzolari e Giorgetti (mentre il povero sottosegretario Mantovano è rimasto a Roma in balìa di Salvini), il presidente del Consiglio torna con il sacco mezzo vuoto.

     

    Gli incontri, che ha cercato e ottenuto, con Xi Jinping e il presidente indiano Modi sono serviti ad accreditarsi come interlocutore per l’Italia. Il faccia a faccia con il presidente cinese è stato un bla-bla-bla piuttosto formale.

     

    Non poteva andare diversamente, d’altronde. Giorgia Meloni non era in condizione di dire a brutto muso che non vuole più saperne né dell'espansionismo cinese né del progetto della “Via della Seta” e Xi, che ha capito di avere davanti una filo-americana e non quel raviolo al vapore di Peppiniello Conte, ha tenuto la lingua di legno facendo vaghe promesse su futuri investimenti e sulla rinnovata amicizia verso l’Italia. Tradotto: tante chiacchiere e zero carbonella. L’unica “conquista” della regina della Garbatella? Ha strappato l’invito a visitare Pechino e Nuova Delhi.

     

    GIORGIA MELONI G20 GIORGIA MELONI G20

    Il vis-à-vis con Joe Biden s’annunciava carico di promesse, dopo l’atlantismo euforico che la Meloni ha sventolato negli ultimi mesi. La netta posizione sul sostegno all’Ucraina e l’impegno ad aumentare le spese militari per la Nato, lasciavano immaginare che la delegazione italiana avesse crediti da spendere con Washington.

     

    Ma quando la Ducetta ha chiesto a Biden di aumentare le forniture di gas americano, “Sleey Joe” ha fatto presente che gli Stati uniti sono sì pronti ad aumentare la propria capacità di Gnl (gas liquido) ma che questo viene venduto da società private. Il governo americano puo’, al limite, esercitare una moral suasion…

     

    giorgia meloni xi jinping 2 giorgia meloni xi jinping 2

    1. ALTISSIMA TENSIONE AL QUIRINALE PER LO SGARBO/OFFESA DI IGNAZIO LA RUSSA

    2. NON ERA MAI SUCCESSO CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO SI PERMETTESSE DI BACCHETTARE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA INTERVENUTO, D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI) SULLA SPINOSISSIMA QUESTIONE MIGRANTI-FRANCIA (“L’OPERA DI MATTARELLA E' SEMPRE UTILE. MA LA FERMEZZA DEL NOSTRO GOVERNO DEBBA ESSERE SEMPRE CONDIVISA”)

    2. PER I CONSIGLIERI DEL QUIRINALE, IN PRIMIS IL SEGRETARIO GENERALE UGO ZAMPETTI, CON TALE DICHIARAZIONE IGNAZIO LA RUSSA E' ANDATO CONTRO I DETTAMI DELLA COSTITUZIONE....

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/altissima-tensione-quirinale-sgarbo-offesa-ignazio-russa-332207.htm

     

    MIGRANTI: LA RUSSA, PIENA ADESIONE A OPERATO MATTARELLA

    (ANSA) - ROMA, 16 NOV - "Piena adesione alle parole e all'operato del Presidente della Repubblica". A dirlo è il presidente del Senato Ignazio La Russa che smentisce quanto sostenuto da "giornaletti locali" e cioè che lui avrebbe espresso una critica nei confronti di Mattarella sui migranti.

     

    giorgia meloni xi jinping giorgia meloni xi jinping

    MIGRANTI: LA RUSSA, ITALIA HA TENUTO LA BARRA DRITTA

    (ANSA) - PADERNO DUGNANO (MILANO), 14 NOV - "Il Governo, l'Italia in tutte le sue istituzioni a partire dal nostro Presidente della Repubblica, ha tenuto la barra dritta". Così il presidente del Senato Ignazio La Russa rispondendo a una domanda sulle relazioni internazionali in Europa. "L'interesse nazionale va mantenuto ad ogni costo, certo con i modi e i toni giusti - prosegue La Russa all'inaugurazione al prolungamento della tangenziale Rho-Monza - ma senza dimenticare che l'Italia sta rispettando a pieno tutte le regole europee e non può essere lasciata sola nella gestione dei flussi migratori. Troppo comodo immaginare che sia solo l'Italia Paese di prima accoglienza".

     

    giorgia meloni conferenza stampa g20 di bali giorgia meloni conferenza stampa g20 di bali

    «L'ITALIA È TORNATA PROTAGONISTA»

    Antonio Rapisarda per “Libero quotidiano”

     

    E anche per il G20 di Bali - così come è avvenuto per Cop27 - Giorgia Meloni può esclamare: buona la prima. Il premier italiano lo ha esplicitato nella conferenza stampa di chiusura della «missione balinese» partendo dal dato macro-politico emerso dalla due giorni: la reazione all'aggressione della Russia.

     

    «A detta di molti, c'erano gli ingredienti perché questo G20 si traducesse in un sostanziale fallimento». Invece è stato «un successo». A partire proprio sulla questione del conflitto in Ucraina su cui per il governo «non si poteva fingere di non vedere quello che sta accadendo». Dopo il «brusco risveglio» con le notizie che arrivavano dalla Polonia e l'incontro con i partner Nato, la valutazione del leader italiano resta la stessa: «L'ipotesi che sia caduto un missile dell'antiaerea ucraina non cambia la sostanza: la responsabilità di quello che è accaduto è tutta russa».

    giorgia meloni xi jinping giorgia meloni xi jinping

     

    Ed è qui che Giorgia Meloni ha fissato il traguardo del summit: il riavvicinamento tra Occidente e resto del mondo «con un accordo sul testo finale. Per un passaggio fondamentale: la condanna dell'aggressione russa». Federazione russa di cui vengono indicate senza mezzi termini le responsabilità ma a cui viene riconosciuto il sostegno del «negoziato sul grano», altro obiettivo raggiunto che ha coinvolti tutti i leader, «Russia compresa».

     

    DOSSIER CRUCIALI

    Non solo tensioni internazionali. Al centro del G20 sono giunte le altre questioni fondamentali: energia, crisi alimentare, salute, digitalizzazione. Dossier sui quali «l'Italia è stata in prima linea» ha assicurato Meloni che ne ha discusso non solo sui tavoli ufficiali ma anche nei numerosi bilaterali che l'hanno impegnata fino all'ultimo istante in Indonesia. Alla fine, quasi a malincuore, lo spiegherà lei stessa: «Ho dovuto rinunciare a molte richieste di bilaterali». Segno, per chi in casa nostra aveva bisogno di un'ennesima prova, che «l'Italia è stata protagonista del G20».

    giorgia meloni conferenza stampa g20 di bali 3 giorgia meloni conferenza stampa g20 di bali 3

     

    Tanta la curiosità attorno alla rappresentante del nuovo governo italiano, legata - lo ha spiegato lei stessa - «anche al fatto di essere l'unico Paese rappresentato da un capo di governo donna». A proposito: solo 4 donne al tavolo su 41. Un fatto sottolineato con determinazione: «In una Nazione in cui spesso ci si è lamentati di essere fanalino di coda ritrovarci ad essere all'avanguardia fa piacere».

     

    Per Meloni però dietro la centralità dell'Italia vi è qualcosa di più che la questione di genere: la presenza di un governo, «solido, stabile con una lunga proiezione». È questo, a differenza degli ultimi esecutivi figli di maggioranze variegate, a rendere l'Italia oggi «un soggetto con cui è molto importante relazionarsi».

     

    E così è stato anche l'ultimo giorno dove il premier - dopo i bilaterali con il presidente turco Erdogan e quello americano Joe Biden avvenuti nella prima sessione - ha incontrato il primo ministro indiano Modi (con cui si è discusso di stabilità dell'Indo-Pacifico e di sicurezza alimentare ed energetica) e il presidente cinese.

    charles michel giorgia meloni g20 bali charles michel giorgia meloni g20 bali

     

    Denso il menu del bilaterale «cordiale» (a maggior ragione per le posizioni del premier sulla cosiddetta nuova via della Seta) con Xi Jinping conclusosi con un invito a Pechino: aumento delle esportazioni italiane in Cina ma anche riconoscimento «dell'antico rapporto Italia e Cina» su cui Xi ha richiamato i messaggi scambiati con Sergio Mattarella. A sua volta Meloni ha rilevato l'importanza che riprendano tutti i canali fra Cina e Ue, «incluso quello in materia di diritti umani» e la collaborazione perla gestione «delle più gravi e impellenti sfide globali e regionali». A partire dalla guerra in Ucraina dove i due leader hanno convenuto sulla necessità di promuovere «ogni iniziativa diplomatica per porre fine al conflitto ed evitare un'escalation».

     

    CASO FRANCIA

    giorgia meloni al g20 di bali. 1 giorgia meloni al g20 di bali. 1

     Prima di recarsi da Xi non è mancata la domanda sui rapporti con il francese Macron, dopo l'incidente diplomatico sui migranti. «L'ho incontrato diverse volte in questi giorni ma non c'è stato modo per approfondire la vicenda» delle navi Ong, ha tagliato corto Meloni spiegando che non c'è bisogno di arrivare a Bali «per parlare con i partner europei». Della questione specifica, però, ne ha discusso con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. A quest' ultimo ha spiegato che le attuali soluzioni «non sono le migliori e non sono sufficienti». E con Michel si è ragionato «su come organizzare delle riunioni per collaborare, che è molto meglio che discutere». Un messaggio, questo sì, che vale pure per Macron.

    giorgia meloni g20 bali giorgia meloni g20 bali

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