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    SE VUOI LA PACE, PREPARA (ALMENO) IL CESSATE IL FUOCO – DOMENICO QUIRICO INVOCA LA SOLUZIONE COREA PER L’UCRAINA: “BISOGNA REALIZZARE L'INTERRUZIONE, PER UNA SETTIMANA, DELLE OPERAZIONI SUL TERRENO. CI SONO LE CONDIZIONI: I DUE AVVERSARI SONO ESAUSTI, L'OCCIDENTE INIZIA A INTERROGARSI SULLA MOSTRUOSA USURA ECONOMICA E MILITARE” – “IL CESSATE IL FUOCO FIRMATO SUL TRENTOTTESIMO PARALLELO REGGE, PRECARIO, INCERTO, DAL 27 LUGLIO 1953. DA QUEL GIORNO, PER QUEL CONFLITTO NATO DA ANCHE ESSO UNA INVASIONE, NON È MORTO PIÙ NESSUNO…”


     
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    Estratto dell'articolo di Domenico Quirico per “La Stampa”

     

    DOMENICO QUIRICO DOMENICO QUIRICO

    […] Proviamo a lasciarla da parte la parola pace. Liberiamocene. In questo momento della guerra è troppo grande, inutile. Proviamo a calarci, con fantasia e coraggio, nella sacrosanta tecnologia dell'impedire che gli uomini si uccidano, a imparare l'abbecedario che aiuta a circoscrivere e spegnere i conflitti. Questo impone di scartare i reciproci progetti di vittorie totali, di rese senza condizioni, l'idea di asservire l'Ucraina o di dividere in pezzi la Russia. Sono tentazioni impossibili.

     

    guerra in ucraina sul fronte est guerra in ucraina sul fronte est

    Mosca ha imparato a sue spese che la Ucraina non può essere cancellata, perché trasformata dal 2014 in una potenza militare moderna, protetta dall'ombrello americano. Kiev continua a parlare di controffensive di primavera per umiliare la Russia ma sa che è propaganda, a corto com'è di uomini e di munizioni.

     

    L'unico risultato possibile […]  ora è fermare il potere devastatore che uccide migliaia di uomini ogni giorno. Coraggio pacefondai! Come in una elettrolisi che parte da due poli estremi si deve sostituire alla pace impossibile il concetto minimo, iniziale di cessate il fuoco. Quello che bisogna realizzare è l'interruzione, per una settimana, delle operazioni sul terreno, bloccare le rispettive posizioni sul campo di battaglia.

     

    PUTIN ZELENSKY PUTIN ZELENSKY

    Ci sono le condizioni: i due avversari sono esausti, l'Occidente che tiene in piedi la guerra inizia [….] ad interrogarsi sulla mostruosa usura economica e militare e sui rischi di sviluppi atomici. Bisogna impedire che i due eserciti si asserraglino nelle trincee trasformando il conflitto in un lento macello senza fine.

     

    Rileggiamo un precedente ricco di insegnamenti, la guerra di Corea a metà del secolo scorso. Fu un macabro tributo alla totalità della guerra moderna, alimentato per tre anni da un giulivo entusiasmo bellicista («fermare i rossi»… «annientare i capitalisti»). […]

     

    GENERALE MAC ARTHUR GENERALE MAC ARTHUR

    La guerra, quando iniziarono i difficili incontri tra le parti, tra litigi, accuse e rinvii, era in una situazione di stallo, nessuno era in grado di vincere. Come accade ora nel Dombass: ci si massacra per qualche centinaio di metri di rovine e di steppa dove si attende che alla neve si sostituisca il fango.

     

    Per accettare di fermare i combattimenti senza vittoria l'America dovette prima licenziare Mac Arthur, il generale che sognava folli attacchi atomici e aveva, a colpi di bugie, trasformato il macello nella sua guerra privata, l'ultima occasione di gloria per un vecchio "Cesare americano'".

     

    guerra in ucraina sul fronte est guerra in ucraina sul fronte est

     Il cessate il fuoco anche ora farebbe passare la parola dai militari ai politici, toglierebbe voce agli oltranzisti della vittoria a tutti i costi, a Washington, a Mosca, a Kiev. […] il cessate il fuoco interrompe il massacro degli innocenti e fa guadagnare tempo. Tempo per allargare la breccia, prolungarlo, rafforzare la squadra dei mediatori neutrali, dar voce ai moderati, determinare crepe nelle autocrazie che la guerra combattuta invece consolida, trovare un luogo dove le parti, Russia e Ucraina, Stati Uniti e Cina, possano discutere, litigare, fissare nuovi incontri.

     

    ARMISTIZIO DI Panmunjon ARMISTIZIO DI Panmunjon

    Il cessate il fuoco può diventare armistizio che non è certo la pace, per cui occorrono anni. Ma quello firmato a Pannunjon in Corea sul trentottesimo parallelo non è mai diventato una pace; ma regge, precario, incerto, dal 27 luglio 1953. La guerra di Corea ha fatto quasi tre milioni di morti. Da quel giorno, per quel conflitto nato da anche esso una invasione, non è morto più nessuno.

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