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Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”
Ci sono personaggi di cui impressiona la potenza evocatrice della persona, che sembrano trascinarsi dietro la guerra e la nuvola pullulante di fantasmi del loro passato prossimo o remoto. Ma che non riescono a comprendere la necessità di conoscere il "désaouvrement'' dei sorpassati […] Parlo di Vladimir Zelensky e di Benjamin Netanyau.
ANTONY BLINKEN BENJAMIN NETANYAHU
Ma dove è la comunanza […]? […] nella più pericolosa sindrome che contagia i Capi, l'incapacità di capire quando è il momento giusto per mettersi da parte. Perché gli uomini della guerra non sono quasi mai adatti a mettere insieme i cocci per una tregua che risparmi vite umane e crei un equilibrio accettabile per tutti. C'è un punto in cui i "lider maximi'' diventano fuori stagione come un frutto eccessivamente maturo.
Siedono come inattaccabili stiliti sull'alata colonna del loro carisma e della loro indispensabilità e non si accorgono che i fatti si sono spogliati delle vernici di previsioni o sbagliate o avventate. E loro, le guide supreme, ci appaiono nudi e crudi come è giusto che siano. Allora Zelensky: […] le sue sobillazioni antiputiniane , i suoi "no pasaran" commisti di idealismi disperati e di croniche richieste, soldi e armi, ci hanno incantato per più di un anno.
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Gli eravamo grati per egoismo: […] qualcuno disposto di buon grado a prendere le bombe al posto nostro e a immolare il suo popolo nelle spallate del Donbass. Come non farne una star […] che in cambio di qualche modesto sacrificio economico ci garantiva la vittoria collettiva? Forse un giorno i Grandi dell'Occidente dovranno chieder scusa al piccolo oligarca di Kiev, per averlo nominato generalissimo usandolo per puntellare un vecchio mondo pieno di crepe.
BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA
[…] Zelensky è imprigionato con un fanatismo testardo, dogmatico e meticoloso nel mito della vittoria totale, la guerra può finire solo con la resa di Putin. A furia di controffensive miracolistiche e bugie sulla agonia russa ci ha convinto che non ci sono altre soluzioni della guerra. […] Nessuno ha il coraggio politico di dirgli che quella vittoria assoluta è impossibile e rischia di trasformarsi in ecatombe e disfatta.
Che dopo due anni e centinaia di migliaia di morti lui non serve più, ci vuole un eroe ragioniere che cerchi, non la resa, ma solide garanzie di convivenza con la Russia. […] Netanyahu, a sua volta, esiste per la guerra, resta al comando se la operazione vendetta su Hamas continua all'infinito e gli offre la più impermeabile delle coperture.
VOLODYMYR ZELENSKY CON LA FELPA
[…] Il dopoguerra per lui è affollato di tribunali e inviperite commissioni di inchiesta sulla Caporetto del sette ottobre. Difficile in queste condizioni che compia l'unico gesto davvero grande nei confronti del suo Paese: dimettersi volontariamente. Sarebbe una svolta che aprirebbe ad altri la possibilità, a lui negata, di percorrere vie diverse dall'inestricabile groviglio del far "piazza pulita'' […]
benny gantz benjamin netanyahu