Cristina Genesin per http://mattinopadova.gelocal.it/
«Don Andrea Contin non esiste più. Dimenticatemi». Poche parole in un sms stringatissimo. Parole spese solo per la più stretta cerchia di amici, nonostante i tanti messaggi di solidarietà e vicinanza umana che, nonostante tutto, parrocchiani e conoscenti gli hanno inviato durante questi difficilissimi giorni.
DON ANDREA CONTIN
Parole che possono avere solo un significato: un taglio netto con il passato di uomo di Chiesa, istituzione nella quale aveva fatto il suo ingresso da sacerdote nel 1996.
Lontano da Padova. E lontano dalla natìa Busiago di Campo San Martino, a una ventina di chilometri dalla città del Santo: don (o forse ormai ex don) Andrea Contin, il 48enne già parroco nel quartiere di San Lazzaro, sta attendendo gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che gli è costata un’informazione di garanzia per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione, ospite in una comunità fuori dal Veneto.
Gli unici legami rimasti sono quelli con i familiari, genitori e fratelli. S’è spezzato ogni rapporto, che pur sembrava solido, con gli amici d’infanzia e di paese.
LA PARROCCHIA DI SAN LAZZARO DI PADOVA DI DON ANDREA CONTIN
I prossimi giorni saranno decisivi per gli sviluppi dell’inchiesta. Che farà (don) Contin? Parlerà? Racconterà la sua versione dei fatti? Al momento non ha dichiarato nulla agli investigatori, limitandosi a firmare il verbale nella caserma dell’Arma, in via Rismondo, dov’era stato accompagnato al termine della perquisizione della canonica il 21 dicembre scorso. Di sicuro non si farà interrogare prima che la procura abbia chiuso l’inchiesta a suo carico.
Il motivo? Solo di fronte al formale atto di conclusione dell’indagine il suo difensore (il penalista Michele Godina) avrà il diritto di fotocopiare i documenti in mano agli inquirenti, compresi i verbali dei tanti interrogatori raccolti dai carabinieri guidati dal maresciallo Alberto Di Cunzolo. E solo allora il sacerdote potrà conoscere in base a quali prove e indizi gli sono state contestate quelle accuse.
DON ANDREA CONTIN
L’ipotesi della procura è che abbia “proposto” le sue amanti ad altri uomini in cambio di soldi. Ora continua l’identificazione delle altre parrocchiane che hanno avuto una relazione con il prete e hanno partecipato alle orge organizzate da don Andrea, pescando i potenziali partner ai quali offrire le donne del suo harem nei siti online bakeka.it, annunci69.it, scambiomoglie.it, solo per citarne alcuni. In 7 (tra loro alcune sposate) hanno confermato di aver fatto sesso (estremo o di gruppo) con il prete.
Sesso sempre consenziente, al contrario della 49enne padovana (divorziata con un figlio, pure ex parrocchiana) che ha vissuto con lui una relazione tra il 2011 e il 2015 e ha deciso di denunciarlo dopo un’inutile segnalazione del caso alla Curia padovana.
Inutile perché nulla si è mosso dall’estate scorsa (quando fu trasmesso l’esposto, seguito da un colloquio con un rappresentante del Vescovado) fino alla perquisizione messa a punto dalla procura a dicembre: il parroco è rimasto al suo posto e ha continuato con la doppia vita divisa tra il ruolo di sacerdote e quello di un uomo ossessionato da sesso e pratiche estreme.
DON ANDREA CONTIN
La donna – ha spiegato – sarebbe stata minacciata da don Andrea in occasione di due tentativi di chiudere quella spirale per lei insopportabile: sia con un coltello, sia con la promessa di trovare in rete i video porno che il sacerdote girava durante il sesso di gruppo e sadomaso nella “stanza dei
giochi”.
La stanza, all’ultimo piano della canonica, dove sono state sequestrati video, catene da bondage, falli di plastica, collari, frustini, e un paio di stivali con il tacco. Il “don” voleva così le sue amanti: nude, vestite solo con quegli stivali bianchi dal tacco a spillo.
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