Andrea Tornago per http://espresso.repubblica.it
DON ELISEO PIRMATI
Capelli bianchi, completo scuro, il passo spedito che non tradisce gli 83 anni, Eliseo Pirmati ha l’aria di chi vorrebbe solo confondersi tra la gente. È il religioso veronese ricercato dalla polizia argentina per lo scandalo pedofilia che ha travolto le sedi sudamericane dell’istituto Provolo, colpito da un ordine di arresto firmato lo scorso 23 aprile dal giudice di La Plata, Jorge Moya Panisello, per abusi sessuali ripetuti e pluriaggravati, atti osceni e corruzione di minori. Ora vive in Italia, a Verona, dove è tornato improvvisamente nel dicembre del 2017, mentre in Argentina dilagava l’inchiesta giudiziaria sugli abusi ai danni dei bambini sordi coinvolgendo anche la struttura di La Plata, dove è stato inviato in missione nel 1974.
DON ELISEO PIRMATI
L’Espresso l’ha incontrato alcuni giorni fa mentre si recava a messa in una centrale chiesa di Verona, Santa Teresa degli Scalzi, ed è in grado di pubblicare in esclusiva le immagini.
Il religioso del Provolo, per il quale i magistrati argentini hanno firmato una richiesta di estradizione, dopo la funzione è tornato nell’edificio centrale dell’istituto Antonio Provolo di Verona, sede della congregazione vaticana della Compagnia di Maria per l’educazione dei sordi, dove ha stabilito la sua residenza al suo ritorno in Italia. Lo stesso istituto da cui lo scandalo pedofilia era partito 10 anni fa, rivelato dall’Espresso e insabbiato dalle autorità ecclesiastiche, prima di arrivare a contagiare l’Argentina.
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Don Pirmati ha sostenuto di non conoscere i provvedimenti delle autorità argentine e ha negato ogni coinvolgimento: «Non so niente, non c’entro niente - ha dichiarato a L’Espresso - Sono un uomo qualunque della strada».
Nell’inchiesta di La Plata, Eliseo Pirmati è accusato di raccapriccianti abusi nei confronti dei minori che aveva in custodia, per di più privi della possibilità di esprimersi in quanto sordi, violenze aggravate dalla minore età delle vittime e dalla sua qualifica di ministro di culto religioso.
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Gli abusi, secondo i magistrati, «provocarono un danno irreparabile alla salute dei bambini, tanto nella sessualità quanto nella vita quotidiana: angoscia, inquietudine, desideri di autoeliminazione». Un anno dopo i primi arresti di religiosi e laici del Provolo in Argentina nel dicembre del 2016, tra i quali figurava il sacerdote veronese Nicola Corradi, un aereo di linea ha riportato don Pirmati in Italia, dove ora vive indisturbato nella sede dell’istituto Antonio Provolo.
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