Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera"
DON FRANCESCO SPAGNESI
A fine messa don Francesco confidava sempre nella generosità dei fedeli, molti dei quali facoltosi. «La messa è finita, andate in pace e contribuite mi raccomando con le vostre offerte, al benessere della parrocchia», diceva spesso. Alla Provvidenza, invece, neppure ci pensava. E faceva bene perché mai e poi mai il Cielo lo avrebbe potuto aiutare a far ingigantire l'obolo.
DON FRANCESCO SPAGNESI
Quei soldi, infatti, non servivano per dare conforto ai poveri e ai diseredati, ma per acquistare la droga dello stupro e organizzare festini orgiastici ai quali partecipavano professionisti affermati (medici, manager, bancari e imprenditori) che il parroco reclutava anche via Internet. E siccome i soldi non bastavano mai e non c'era verso di moltiplicarli come i pani e i pesci, il prete aveva anche preso d'assalto le casse della diocesi riuscendo ad accaparrarsi un bottino pare di centomila euro.
«Servono a persone bisognose della parrocchia», si giustificava il presule. Ieri don Francesco Spagnesi, 40 anni, pratese, è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di spaccio e importazione internazionale di droga. Per i soldi sottratti alla diocesi (reato di appropriazione indebita) la Procura attende una querela di parte che ancora non è arrivata. Le accuse, per il sacerdote, per ora sono solo ipotesi e vale dunque la presunzione di innocenza anche se il parroco, da 12 anni alla guida dell'Annunciazione della Castellina, quartiere altolocato di Prato lungo il fiume Bisenzio e a due passi dal centro storico, pare abbia confessato tutti i suoi peccati.
DON FRANCESCO SPAGNESI
Agli arresti è finito anche il compagno del sacerdote. Alessio Regina, anche lui 40enne, che ad agosto era stato fermato dalla squadra mobile mentre in auto trasportava un cospicuo quantitativo di Gbl, nota come droga dello stupro. Le successive indagini hanno fatto scattare le manette ai polsi anche del sacerdote. Secondo la Procura di Prato, diretta da Giuseppe Nicolosi, il commercio di droga e l'organizzazione dei festini durava da tempo.
Le riunioni venivano organizzate per pochi intimi, ma erano frequenti tanto che si calcola abbiano partecipato almeno 200 persone. I parrocchiani, che per anni avevano apprezzato il loro «pastore», giovane e dinamico, avevano notato negli ultimi tempi un radicale cambiamento. «Era nervoso, schivo e assente, non amava organizzare battesimi, comunioni, cresime e matrimoni», racconta una fedele. Sotto choc la diocesi di Prato.
DON FRANCESCO SPAGNESI
Il vescovo, Giovanni Nerbini, ha espresso «dolore e sgomento» per ciò che è accaduto. Monsignor Nerbini in una nota ha spiegato di essere stato da tempo a «conoscenza di un forte stato di sofferenza fisica e psicologica del sacerdote ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che avesse problemi di tossicodipendenza».
Poi ad aprile, don Francesco aveva confessato l'uso di droghe e il vescovo gli aveva imposto di andare da uno psicoterapeuta. Il vescovo ha spiegato che quando alla diocesi si sono accorti di movimenti sospetti sui conti della parrocchia, «ho provveduto a ritirare il potere di firma del parroco». Infine, ai primi di settembre il sollevamento dall'incarico e ieri l'arresto. Il gip ha disposto che don Spagnesi sia posto ai domiciliari.