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    (DON’T) CRY FOR ME ARGENTINA – SPESSO ADDITATO (ANCHE DAL NOBEL KRUGMAN!) COME ESEMPIO DA SEGUIRE, IL PAESE E’ CRESCIUTO CON LA BOLLA DELLE MATERIE PRIME. CHE ORA STA SCOPPIANDO


     
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    Alberto Bisin per ‘La Repubblica'

    Cristina Fernandez de KirchnerCristina Fernandez de Kirchner

    Il crollo di Wall Street, e a ruota dei maggiori mercati azionari al mondo lo scorso fine settimana, è dovuto si dice all'andamento negativo dei mercati emergenti e in particolare ai dati sulla contrazione del settore manifatturiero in Cina. In realtà correzioni dei valori mobiliari di questa entità hanno raramente una unica causa.

    Meglio limitarsi ad analizzare le possibili cause del generale aumento della loro volatilità. E qui non c'è che l'imbarazzo della scelta: il rallentamento della Cina, ma anche la svalutazione della Lira turca, i problemi politici nella stessa Turchia ed in Ucraina, una politica monetaria attesa più restrittiva negli Stati Uniti, il possibile scivolamento del sud Europa verso la deflazione, l'Argentina sempre più vicina al crollo, i dubbi sugli effetti della politica monetaria espansiva in Giappone (la cui bilancia commerciale crolla sotto il peso delle importazioni energetiche), e via discorrendo.

    CRISTINA KIRCHNERCRISTINA KIRCHNER

    Ma anche limitando l'analisi alle condizioni economiche dei mercati emergenti, la situazione non è affatto di facile comprensione. Purtroppo il dibattito su queste questioni è spesso viziato da prese di posizione precostituite di natura sostanzialmente ideologica. E cosi' abbiamo ascoltato per anni odi alla meravigliosa e progressiva crescita cinese sia da chi si ostina a considerare la Cina una economia socialista che da chi la considera al contrario il prototipo più evidente di apertura ai mercati capitalisti.

    Continuiamo poi a sentire l'Argentina magnificata come economia modello perchè ha ripudiato il debito e svalutato (alla fine del 2001), nonostante gli ovvi segnali di sfaldamento da alcuni anni a questa parte. A questo proposito non stupisce poi tanto sentire Beppe Grillo farneticare riguardo all'assegno di due metri per uno che il governo argentino avrebbe consegnato al Fondo Monetario a Manhattan (sic) pur senza aver svenduto il Paese, il suo sistema educativo e sanitario.

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    Infastidisce molto di più ascoltare presunti economisti dire cose simili (ma con tono ben più borioso) nei dibattiti televisivi come argomento a favore di una uscita dell'Italia dall'Euro. Per non parlare di economisti del calibro di Paul Krugman che ancora nel maggio 2012, a deterioramento evidente e ben consolidato della situazione economica in Argentina, la additavano alla Grecia come esempio da seguire.

    Insomma, è bene smettere di usare la situazione economica dei Paesi emergenti come grimaldello retorico per sostenere le proprie presunzioni ideologiche e cercare invece di capire cosa stia succedendo. È più complicato, certo, perché richiede di fare diversi distinguo e studiare i dati Paese per Paese.

    La Cina ad esempio ha un potenziale di crescita immenso. Era vero ieri e lo è oggi. Ma vari colli di bottiglia limitano enormemente lo sviluppo industriale del Paese, primo tra tutti un sistema bancario estremamente fragile, afflitto da una corruzione rampante ed un inefficiente controllo politico. Il rallentamento dell'economia cinese è quindi facilmente comprensibile, mentre il superamento dei colli di bottiglia richiede importanti.

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    L'Argentina invece è un Paese che, per la sua peculiare struttura politico-istituzionale, è continuamente esposto a politiche economiche di stampo populista, politiche fiscali irresponsabili,politiche monetarie pericolosamente accomodanti. Questo l'ha portata alla crisi finanziaria di fine 2001 che, a differenza di quanto molti sostengono oggi, ha avuto effetti assolutamente drammatici su poveri, lavoratori, e classe media. La crescita di cui il Paese ha goduto successivamente è stata motivata quasi esclusivamente da una situazione economica favorevole soprattutto riguardo ai prezzi delle materie prime di cui il Paese è ricco.

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    Con il peggioramento della situazione economica mondiale negli ultimi anni, la deriva politicoistituzionale è rimasta invariata e l'Argentina è tornata a vedere capitali che fuggono, tassi di inflazione elevati, e prospettive economiche generali abbastanza drammatiche. Il crollo del Peso di questi giorni prelude probabilmente ad una crisi finanziaria generale.

    Diversa è la situazione invece in Turchia ed in Ucraina, dove è l'incertezza sulla situazione politica a causare tensione sui mercati, spingendoli a temere il default sul debito. Infine, altri Paesi emergenti come l'India, il Brasile, il Messico, il Cile hanno situazioni economiche apparentemente più solide anche se, in momenti come questo, la generale incertezza e i rischi di contagio sono tali da portare i mercati a non fare grandi distinzioni.

    Ci vorrà tempo perché la situazione si chiarisca. Ma nel frattempo la crisi porterà, si spera, ad un riaggiustamento, Paese per Paese, delle varie e diverse situazioni critiche. Più rapidamente questo avverrà, più rapidamente la situazione economica mondiale si ristabilirà su un percorso di crescita sostenuta.

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