Estratto dell’articolo di Umberto Aime per “Il Messaggero”
giuseppe doa
Fine pena? Nel 2032, quando dovrebbe compiere 119 anni dietro le sbarre, secondo i giudici della Corte d'Assise di Cagliari. Perché, l'altra mattina, il novantenne Giuseppe Doa è finito in carcere, visto che ancora deve scontare gran parte della pena di 30 anni, la sentenza è definitiva, per aver ucciso, nel 2016, ad Arzana, nel Nuorese, due nipoti al termine di una lite su un'eredità.
Diversi mesi fa, era stato scarcerato proprio aver superato gli 80 anni. Dopo una scia di ricorsi anche in Cassazione, la Procura generale di Cagliari ha messo in esecuzione la sentenza, con un ordine di cattura immediato.
[…] Malfermo sulle gambe, è salito sulla Gazzella. Prima e unica tappa, il carcere di Uta. Ora il suo avvocato presenterà appello contro l'arresto in esecuzione della pena, motivandolo proprio con l'età del detenuto e ripetendo pressappoco le stesse tesi del ricorso, con cui aveva ottenuto la scarcerazione in attesa della sentenza definitiva.
Giuseppe Doa e la scena del duplice omicidio dei nipoti Andrea e Roberto Caddori
Doa sarà di sicuro il detenuto più anziano d'Italia, nonostante la legge preveda che «oltre i 70 anni, fatte alcune eccezioni legate al tipo di reato, il cittadino può chiedere e ottenere la cosiddetta detenzione domiciliare e di conseguenza espiare la pena a casa propria».
Per ricostruire la storia bisogna ritornare indietro fino al 2016. Nella famiglia Doa-Caddori, il cognome dei due nipoti uccisi, i rapporti erano tesi da tempo per la suddivisione dell'eredità lasciata da alcuni parenti.
Andrea e Roberto Caddori, uccisi dal nonno Giuseppe Doa
La sera del 10 agosto Andrea e Roberto Caddori, 43 e 46 anni, si presentarono a casa dello zio, al tempo 83enne, per chiarire la faccenda e trovare un accordo, almeno nelle intenzioni, dopo che il pensionato s'era convinto che la sorella Maria stesse per intestare tutti i beni alla badante, che era la sorella dei fratelli Caddori.
[…] Come oggi si legge negli atti del processo, convinto di essere sopraffatto dai nipoti, Giuseppe Doa sparò ben quattro colpi di pistola. Subito dopo, ancora armato, riuscì a fuggire a piedi. Fu arrestato il giorno dopo a Lanusei, distante 10 chilometri, davanti all'ospedale dove i fratelli Caddori erano stati ricoverati in fin di vita e dove moriranno la mattina dopo. […]
il duplice omicidio di Andrea e Roberto Caddori