Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
Fico Di Battista Di Maio
Nel dibattito interno, molto acceso e polemico, sul futuro prossimo del Movimento mancano due voci, che potrebbero spostare la bilancia da una parte o dall'altra. Quella di Beppe Grillo, il fondatore, il megafono, il comico che si è fatto politico e che ora è il garante ombra di un'organizzazione che vacilla. E quella di Alessandro Di Battista, l'ex sodale di Luigi Di Maio, che ha rinunciato al secondo mandato per fare il reporter, ha picconato spesso e volentieri da lontano e ora è indeciso se rimettersi in gioco oppure dare il la a una rottura che potrebbe portare sull'orlo di una scissione.
di battista di maio
Nessuna decisione è presa, dicono quelli che lo hanno sentito. L'ex deputato non sarebbe intenzionato a entrare nel direttorio politico. Quello che arriverà, si immagina, alla fine degli Stati generali. E si vorrebbe evitare anche una scissione dolorosa. Anche perché gli ultimi calcoli delle truppe dei dissidenti vicini a Di Battista e Barbara Lezzi parlano di 3 senatori e 10 deputati. Troppo pochi perché abbia senso una scissione organizzata. E allora si tratta, si prova a mediare, a capire se c'è qualche modo per rimediare all'impasse e provare a ripartire tutti insieme.
Compreso Davide Casaleggio, che ha smentito la volontà di fare cause e sta trattando il suo rapporto con il Movimento, che dovrà sicuramente cambiare, vista l'insoddisfazione complessiva. C'è da recuperare i soldi dai morosi, assicurarsi che ne arrivino altri, risolvere la questione delle cause, affermare la primazia della piattaforma Rousseau. Ma dal punto di vista del Movimento c'è la volontà di chiarire una volta per tutte che Casaleggio non ha alcun ruolo politico e non deve averlo neanche nel Blog delle Stelle. Facile a dirsi, difficilissimo per lo statuto dell'ultima associazione, che lo vedeva come il (ri)fondatore insieme a Luigi Di Maio.
barbara lezzi
Quest'ultimo in teoria non ha alcun ruolo nel Movimento, rivestendo invece la carica di ministro degli Esteri. Ma da mesi si muove come leader «naturale», ben sapendo che c'è una parte dei 5 Stelle che gli è fortemente ostile ma sapendo anche che la maggioranza non vede alternative alla sua leadership, considerando anche la debolezza dei potenziali sfidanti. Per questo Di Maio chiama la piazza e cerca l'investitura del popolo 5 Stelle: ieri ha lanciato un'adunata per sabato a Matera.
Ufficialmente si festeggiano le vittorie ai ballottaggi e si ribadisce la necessità dell'alleanza con il Pd (contro il parere di Casaleggio e Di Battista). Di fatto prova a monopolizzare la piazza, a riprendere le redini del comando, soprattutto in vista degli Stati generali, che sono finalmente partiti e si concluderanno a Roma il 7 e 8 novembre. A Matera ci sarà anche Vito Crimi, il quale con la sua formula di Stati generali prova a ridurre la conflittualità interna, prevedendo un documento unico e le assemblee dal basso.
DI BATTISTA DI MAIO
E togliendo spazio ai big. Tanto che ieri in molti hanno fatto sentire la loro voce, preoccupati di non essere eletti come delegati per le assise finali. Si vedrà chi parlerà e chi si candiderà a una leadership, per la quale non si sono ancora decisi i meccanismi di votazione, non citati da Crimi. Lo streaming, sia pure limitato, potrà dare l'occasione di una visibilità pubblica.
DAVIDE CASALEGGIO
Ed è un po' una madeleine per i militanti della prima ora. Sulla stessa scia della nostalgia si pone l'intervista fatta da Davide Casaleggio ad Howard Dean, che da candidato Usa, nel 2004, fu il primo a usare i meet up, idea ripresa proprio dai 5 Stelle. Casaleggio, iperattivo, pubblica l'intervista sul Blog delle Stelle, nonostante le polemiche. E sembra voler lanciare messaggi. Perché sono stati aboliti i meet up? Chi ha voluto cambiare volto al Movimento? Non è il caso di tornare indietro? Domande che avranno risposta a breve.